Quando sono partiti non potevano certo immaginarlo. poco prima che la nave Dan Marco lasciasse la rada dell’isola di Lampedusa si sentivano fortunati. Stavano abbandonando quell’inferno in mezzo al mare per raggiungere l’Italia, quella sulla terra ferma, e con un piede in Europa potevano proseguire il loro cammino verso la Francia. Ed invece no. Intorno a loro non c’è più la distesa d’acqua che riconda l’isola prigione. Ci sono reti ed agenti. E’ il CIE temporaneo di Manduria, allestito in tutta fretta dal Governo lo scorso venerdì. Per la verità è difficile dargli un inquadramento giuridico. Non si tratta di un vero e propio CIE perché non c’è nessun decreto che lo istituisce, non funzione come un CPA (centro di prima accoglienza) perché sarebbe illegittimo il trattenimentio in regime di detenzione. Ma in questi giorni è saltato l’intero impianto della normativa e del confinamento europeo e la legge rimane sullo sfondo come una traccia, una linea guida. Poi invece, quando la situazione sfugge, di leggi e inqudramenti giuridici non interessa più a nessuno e tutto è lecito, con buona pace di chi dell’applicazione di questa legge ingiusta e delle sue perversioni macchinose ha fatto il suo cavallo di battaglia.
Così ci ritroviamo di fronte 120 tende che piano piano stanno diventando 470, ciascuna da 8 posti, con una rete a delimitare l’area, gli agenti schierati a presidiarla e circa 3.800 migranti che stanno per esservi rinchiusi. Circa 1.400 ne sono già arrivati ma 138 hanno scavalcato le recinzioni e sono scomparsi all’orizzonte dopo una corsa tra le sterpaglie.
Nei paesi che circondano la tendopoli/carcere c’è tensione. Ogni paura, ogni allarme, impallidisce di fronte ai 59 giorni degli abitanti dell’isola di lampedusa che mai hanno abbassato la testa e venduto la loro dignità epr prendere la rotta della guerra tra poveri. Ma l’operazione del Governo è proprio questa.
Fuggono i migranti da Manduria, scavalcano la debole recinzione, invisibili agli occhi degli agenti, un pò meno a qugli dei personaggi che hanno organizzato le ronde per recuperare i fuggitivi. Ma la libertà non ha prezzo. La Francia è più vicina una volta che sei riuscito a lasciare Lampedusa, anche se ancora per arrivarci i migranti fuggiti dovranno affrontare nuovi confini che sembrano essere stati loro consegnati come un peso da cui non potranno liberarsi insieme al cartellino per l’identificazione che doveva servire loro per mangiare nel centro. Tra una stazione e l’altra cercando di non farsi notare. Tra le stazioni ferroviarie del sud e del nord con gli ogghi aperti per evitare controlli. Fino a quel confine Nord. E poi Au revoir
Manduria – La tendopoli carcere. Una rete li separa dalla libertà.
Ronde dei cittadini dei comuni limitrofi. Sabato forse la giornata di mobilitazione contro i bombardamenti in Libia e per l'accoglienza si sposta qui
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