Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Il Manifesto del 21 ottobre 2005

Maquillage a Lampedusa di Cinzia Gubbini

Un altro appostamento giornalistico a Lampedusa. Questa volta meno ardito di quello del cronista dell’Espresso Fabrizio Gatti – che come ormai tutti sanno si è finto immigrato e ha raccontato la vita dentro il ctp dell’isola – ma altrettanto interessante per capire la gestione di quel luogo.
Il giornalista Mauro Parissone si è installato nell’isola delle Pelagie giusto qualche giorno prima dell’arrivo della delegazione dei parlamentari europei, avvenuta il 15 settembre. L’ispezione suscitò numerose polemiche perché i parlamentari – tra cui anche il leghista Borghezio – trovarono il cpt praticamente vuoto. Le proteste della delegazione non sortirono però alcun effetto, come a dire che nessuna manovra «superiore» aveva predisposto quell’improvviso svuotamento.
Il servizio di Parissone – in onda domani alle 21 su La7 – dimostra invece che pochi giorni prima dell’arrivo della delegazione il cpt dell’isola fu scosso da un incredibile fermento. Via tutti gli immigrati, messi in fila sulla pista dell’aeroporto con le manette di plastica ai polsi e infilati in un aereo oppure trasportati fino al porto per imbarcarli sul primo traghetto. Grandi lavori per tirare a lucido il cpt e impedire che gli eurodeputati potessero rendersi conto della vita quotidiana nel centro.

Ma non c’è solo questo. L’obiettivo di Parissone, infatti, è riuscito a catturare alcune sequenze che confermano gli abusi denunciati da Gatti: gli immigrati costretti a fare il saluto militare, ad esempio.
Ma la telecamera si è concentrata anche sul tour di Borghezio, sbarcato sull’isola qualche giorno prima dei colleghi europei: in un passaggio si vede l’eurodeputato che assiste soddisfatto ai rimpatri degli immigrati in Libia e si lamenta per l’ispezione programmata dal parlamento europeo.

Sia il giornalista dell’Espresso che Parissone sono stati invitati a Strasburgo dall’Europarlamento per un’audizione. Lo ha annunciato l’eurodeputato Giusto Catania, che ha colto l’occasione per dire: «Ormai è chiaro, il governo italiano ha raggirato il parlamento europeo dando un’immagine falsata del centro».

Dopo le numerose denunce sul cpt dell’isola, comunque, finalmente qualcosa si sta muovendo. Ne è sicuro il sindaco di Lampedusa Bruno Siragusa, che da «cautamente ottimista» è diventato «ottimista» circa le buone intenzioni del Viminale dopo la conferenza di servizio organizzata da Pisanu mercoledì a Roma. «E’ stato deciso che il centro cambierà status giuridico: non più un centro di permanenza ma un centro di primo soccorso, come avrebbe sempre dovuto essere – spiega – e finalmente il centro verrà trasferito nella caserma». Per la verità da parte del Viminale finora non è arrivata alcuna conferma sugli impegni presi, tanto che l’ipotesi di allargare l’attuale centro non sembra essere del tutto tramontata.
Ma Siragusa entra ancora più nel dettaglio: «Il nuovo cpt potrà ospitare almeno 300 persone, saranno costruite stanze con sei letti e l’aria condizionata, e ci sarà anche un’infermeria con l’apparecchio per le radiografie, così non ci saranno sovraffollamenti nel già miserrimo ambulatorio dell’isola».
La caserma che dovrebbe ospitare il nuovo centro per ironia del destino fu allestita negli anni `80 contro la minaccia libica. Roba del passato, visto che ormai da Lampedusa quando possibile partono aerei carichi di immigrati verso il paese di Gheddafi.
Il sindaco è sicuro che l’opzione della caserma sia l’unica praticabile, ma prima di tutto è contento di non dover ospitare un centro di permanenza a tutti gli effetti, ma soltanto un centro di primo soccorso. Ringrazia tutti: «La serietà del ministro Pisanu e del prefetto D’Ascenzo» e pure Gatti «a cui darei il Pulitzer se ci fosse in Italia».

Ma non è affatto certo che le cose vadano come spera Siragusa. Intanto perché – teoricamente – già ora il cpt di Lampedusa è formalmente un centro di identificazione. E il fenomeno delle «permanenze lunghe» spesso è dettato dalla mancanza di posti negli altri cpt d’Italia.
In secondo luogo, bisognerà vagliare il senso della proposta avanzata all’Alto Commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati di installare un presidio permanente nell’isola. Per ora l’Acnur pensa a un presidio volto a monitorare la situazione e informare gli immigrati sui loro diritti.
Ma forse il ministro ha un altro progetto: continuare con la selezione dei potenziali richiedenti asilo, questa volta con un minimo di copertura internazionale.