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Materiali audio – Mediterraneo: spazio comune o fortezza europa?

Incontro dibattito

Domenica 3 luglio, a Padova presso lo Sherwood Festival->http://www.sherwood.it/festival], si è tenuto l’incontro promosso dal Progetto Melting Pot, in collaborazione con il Servizio Immigrati del Comune di Venezia, dal titolo [Le frontiere dei diritti. Mediterraneo: spazio comune o nuova fortezza?

Un incontro per ragionare su quello che avviene nei paesi del nord Africa, in particolare Libia e Marocco, come conseguenza delle politiche europee in tema di immigrazione. Politiche che si basano sulla repressione, sulla condizione di deportabilità di migranti e richiedenti asilo. L’Italia, in questo contesto, svolge un ruolo importante attraverso l’accordo con la Libia.

Durante l’incontro è stata lanciata la Carovana No Cpt, per raggiungere Bari l’11 luglio e partecipare al Forum “Mare aperto”. In quel giorno infatti si incontreranno tredici governatori regionali per parlare della chiusura centri di detenzione, proposta che ha scatenato polemiche all’intero dello stesso centro sinistra.

Vi proponiamo l’audio degli interventi

Avvocato Marco Paggi – Asgi
[ascolta ]
Come rappresentante dell’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, credo di dover fare delle considerazioni di carattere giuridico o, quantomeno, di sintetizzare gli aspetti essenziali della normativa, su come funziona questa cosiddetta fortezza europa. È una fortezza che funziona e non funziona, perché non è vero che riesce a trattenere al di fuori delle frontiere tutti gli immigrati. Gli immigrati ci sono. Nel 2002 abbiamo avuto la madre di tutte le sanatorie con 700 mila regolarizzati. La cosa ancora più curiosa è che, in realtà, per gli immigrati la sanatoria avviene ogni anno, quando viene pubblicato il decreto di programmazione dei flussi migratori che, sia pure con quantitativi omeopatici, stanzia un certo numero di ingressi per l’autorizzazione al lavoro. Viene vissuto come una sanatoria perché si sa che il 99% di tutte le persone che sono state autorizzate all’ingresso, in realtà sono già qui. Clandestini da prima, hanno avuto la fortuna di trovare un datore di lavoro serio e, anche, paziente, che ha intrapreso la procedura burocratica per far finta di assumerli dall’estero […]

Alessandro Metz – Consigliere regionale dei Verdi, Friuli Venezia Giulia
[ascolta ]
Io farò alcune riflessioni politiche, a partire proprio dagli spunti che ci ha dato Marco Paggi. A me sembra ovvio che la criminalizzazione in atto dei fenomeni migratori ha un obiettivo molto evidente, soprattutto in questi ultimi giorni, in queste ultime settimane: sono i clandestini. I clandestini sempre più vengono additati come criminali in quanto tali, creando una sorta di “parametro clandestini” nel senso che c’è la volontà sicuramente di criminalizzare gli stranieri e renderli forza lavoro ricattabile, però il clandestino, per propria natura, è soggetto maggiormente invisibile, maggiormente capace di sfuggire alle maglie del controllo sociale. Quindi, produrre un controllo sociale diffuso, capace di imbrigliare i clandestini, significa di fatto produrre un controllo sociale diffuso, significa controllare tutta la società e tutte quelle forme di clandestinità e invisibilità che, continuamente, vivono le nostre città. […]

La seconda parte dell’intervento di Alessandro Metz riguarda la Carovana No Cpt e le proposte per l’incontro di Bari dell’11 luglio.
Penso sia importante capire come andiamo a Bari, come andiamo fisicamente e quali sono le istanze che portiamo, quale contributo diamo a questa giornata. Ritengo sia necessario, a partire da questa sera, organizzare una carovana che si muova da Trieste, punto massimo del nordest e che ha un senso simbolico importante e forte, che vada a toccare i luoghi della resistenza ai Cpt, resistenza che in questi anni si è data comunque, anche in assenza dei Presidenti regionali. Una carovana che attraversi Gradisca, come futuro luogo del Centro di Permanenza Temporanea più grande d’Italia, attraversi il Veneto, passi per Bologna e che, strada facendo, raccolga e crei questo movimento che arriva a Bari con un portato fatto di questi anni di iniziative. Non possiamo azzerare questi anni.[…] Una carovana che porti questo vissuto perché uno dei primi punti che vogliamo portare a Bari, assieme alla chiusura dei Cpt è qualcosa di molto concreto e reale: la moratoria dei Cpt che si devono aprire […]. Il secondo punto è l’amnistia per i reati legati alle lotte di questi anni contro i centri di detenzione. […]

Chiara Acciarini – senatrice Ds
[ascolta ]
Io sono molto serena per quanto riguarda la posizione dei DS perché ci sono ordini del giorno congressuali che forse, sia la Turco che Napolitano sarebbe il caso che controllassero, perché noi usciamo da un congresso. Io faccio parte della minoranza del partito, quindi per tante cose non ho visto realizzate le mie ipotesi, ma invece su questi temi noi ci siamo riusciti. Penso agli ordini del giorno che si sono approvati in molte Regioni, per esempio per la Regione Piemonte da cui vengo c’è un ordine del giorno inequivoco in questo senso sul tema della chiusura dei centri. Anche l’ordine del giorno nazionale che, per motivi di lavoro politico della commissione, ha un tono leggermente più sfumato, parla chiaramente della fine dei Cpt come ipotesi per il centro-sinistra. […]

Rosanna Marcato – Servizio Immigrazione del Comune di Venezia
[ascolta ]
Questa sera vorrei portare le storie che ci vengono raccontate dai rifugiati con cui lavoriamo. Noi rappresentiamo in qualche maniera, a livello territoriale l’ultimo anello di una catena che parte da molto lontano, parte dai paesi africani, dai paesi asiatici. Questa sera porto anche i saluti dell’assessore Delia Murer, che non poteva essere presente e porto anche la nostra esperienza su come siamo riusciti a governare questo fenomeno. Siamo riusciti a governarlo a livello locale, ma credo possa essere un buon esempio anche a livello nazionale, di un’alternativa ai centri di detenzione, creando luoghi dove le persone possano stare con dignità e con sostegni per quello che è poi un percorso d’integrazione.
I racconti dei nostri richiedenti asilo partono, appunto, da paesi lontani, in particolare in questo momento sono i paesi africani ad essere nell’occhio del mirino […]

Alessandra Sciurba – Rete Antirazzista Siciliana
[ascolta ]
Io vengo da Palermo, da una realtà dove non esistono centri di accoglienza pubblici e laici, né per migranti, né per richiedenti asilo, né per rifugiati politici. Non esiste assolutamente nulla. Esiste il Laboratorio Zeta, che è un centro sociale occupato che da due anni e mezzo cogestisce i suoi spazi con una comunità di richiedenti asilo provenienti dal Sudan. Non abbiamo mai avuto uno straccio di aiuto o sovvenzioni da nessuno, in due anni e mezzo. Andiamo avanti con feste, concerti, con tutta la fatica che può comportare pagare i viaggi per Roma per la Commissione, per reperire medicinali, per il cibo e tutto quello che può servire. Mi viene da pensare che questo sta diventando quasi un privilegio, nel senso che con la drammatica non legislazione che avevamo sull’asilo prima, almeno riuscivamo a intercettare i richiedenti asilo. Adesso questo non sarà più possibile. A Palermo non portiamo più le persone a fare richiesta di asilo politico allo sportello, perché ce le sottraggono fisicamente venendo inghiottite nel Centro di Identificazione. […]

Luca Bertolino – Caffè Esilio, Padova
[ascolta ]
Innanzitutto voglio associarmi all’appello ad essere presenti il 10 e 11 luglio a Bari, soprattutto con l’obiettivo di riempire di contenuti l’appuntamento. Questo perché c’è il rischio che la battaglia contro i Cpt diventi un po’ un feticcio, così come è stato il feticcio della “pace” fino adesso. Per questo,credo sia necessario da parte dei movimenti, di chi ha fatto propria questa battaglia, essere a Bari. Sicuramente il primo contenuto deve essere quello dell’amnistia, anche perché in un paese senza memoria come il nostro, credo debba essere un fatto dovuto il riconoscimento che solo attraverso il conflitto si riesce a cambiare le cose, che se non ci fossero stati i sabotaggi e gli smontaggi dei Cpt non si sarebbe mai arrivati a questo appuntamento. La legge, gli amministratori e i politici arrivano sempre dopo anni rispetto al conflitto, per cui credo che questo sia semplicemente un atto dovuto. […]

Sandro Mezzadra – Università di Bologna
[ascolta ]
Cercherò di sottolineare alcuni punti che mi stanno particolarmente a cuore. Il primo è che oggi stiamo vivendo un passaggio cruciale per le politiche migratorie europee. Da alcuni anni è sempre più diffusa, all’interno delle stesse agenzie di police dell’Unione Europea, la consapevolezza della necessità di un drastico mutamento delle politiche migratorie in Europa, la consapevolezza, potremmo dire, di andare oltre le politiche che hanno puntato essenzialmente alla fortificazione dei confini e alla costruzione della cosiddetta fortezza Europa. È una consapevolezza trasversalmente diffusa all’interno delle amministrazioni nazionali ed europee. […]
Questi sette anni di esistenza dello scandalo dei centri di detenzione amministrativa in Italia sono stati anni punteggiati da movimenti di fuga, da rivolte all’interno dei centri di detenzione, da un insieme di comportamenti insubordinati che hanno reso questi spazi, spazi di negazione radicale dei diritti, spazi di sofferenza, anche spazi ingovernabili. E noi, come movimento, fin da quando questi luoghi della vergogna sono stati istituiti dal governo di centro-sinistra in Italia, abbiamo cercato di sostenere il movimento dei migranti anche dentro i centri di detenzione. La stagione di lotte contro i centri di detenzione, dal ’98 ad oggi, è una stagione straordinaria la cui ricchezza dobbiamo rivendicare con orgoglio.[…] Senza questa iniziativa costante del movimento contro i Centri di detenzione non si sarebbe potuti arrivare all’iniziativa istituzionale che si celebra a Bari la settimana prossima.
Preparandoci a partecipare a quest’iniziativa, credo sia assolutamente necessario dimettere ogni timidezza, ogni minoritarismo. Il movimento sarà a Bari non come uno dei convitati, ma come il protagonista assoluto delle due giornate di dibattito e iniziative. […] Andremo a bari chiedendo anche l’amnistia per tutti i “reati” collegati alle iniziative contro i centri di detenzione, ma chiedendola come un fatto dovuto. […]