Progetto Melting Pot Europa
Per la promozione dei diritti di cittadinanza

redazione@meltingpot.org

Iscriviti alla newsletter
English | Français | Español

Formazione

Scopri i percorsi formativi a cura del Progetto Melting Pot Europa

SANS-PAPIERS

Home sans-papiers

Normativa

Archivio e guida legislativa
Guida legislativa
Testo Unico Immigrazione
Regolamento di attuazione
Normativa italiana
Normativa europea
Giurisprudenza italiana
Giurisprudenza europea
Accordi e trattati internazionali

Schede pratiche

Consulta le schede

DIRITTI DI CITTADINANZA

Home cittadinanza
Notizie, approfondimenti, interviste e appelli
Campagna #overthefortress
Around Europe
Questione asilo
Agenda
Rassegna stampa

Rubriche

Speciale Asilo
Speciale CIE - CPR
Campagna #overthefortress
A proposito di Accoglienza
Confini e barriere
Il punto di vista dell’operatore
Osservatorio Commissioni Territoriali
Papers
Speciale Hotspot
SPRAR
Voci dal Sud
Migrarte
Archivio delle Rubriche

Ricerca

Argomenti sans-papiers
Argomenti cittadinanze
Tag geografiche

Multimedia

Video
Immagini
Audio

Chi siamo

Il progetto
Sostienici
Assegnaci il tuo 5‰
Iscriviti alla newsletter
Servizi
Formazione Melting Pot
Aiutaci a tradurre
Autori e traduttori
Avvocati
Collabora
Seguici
Contatti

Per l'assistenza gratuita nella compilazione delle tue pratiche rivolgiti a:

Tweet di @MeltingPotEU
Home » Cittadinanze » Notizie, approfondimenti, interviste e appelli
Versione per la stampa

Medici per i Diritti Umani: Rapporto sulle condizioni di grave violazione dei diritti umani dei migranti in Libia (2014-2017)

Presentato a Palermo nella prima giornata della Sessione del Tribunale Permanente dei Popoli sui migranti

Autore: Medici per i Diritti Umani

Palermo, 18 dicembre 2017 - In occasione della prima giornata della Sessione del Tribunale Permanente dei Popoli sui migranti (18-20 dicembre 2017), Medici per i Diritti Umani (Medu) ha presentato oggi a Palermo un rapporto sulle condizioni di grave violazione dei diritti umani dei migranti in Libia. Il rapporto si basa su oltre duemilaseicento testimonianze dirette di migranti transitati dalla Libia, raccolte dagli operatori di Medu nell’arco di quattro anni (2014-2017), di cui oltre la metà nel solo 2017.

L’età media dei migranti (92% di sesso maschile e 8% di sesso femminile) assistiti e intervistati da Medu è di 26 anni. Tra di essi oltre 200 minori (13%) quasi tutti incontrati negli insediamenti informali di Roma. Le principali nazionalità dei testimoni sono le seguenti: Eritrea, Nigeria, Gambia, Sudan, Senegal, Etiopia, Mali, Costa d’Avorio, Somalia.

Secondo i dati raccolti da Medici per i Diritti Umani in questi ultimi quattro anni -confermati se non aggravati negli ultimi mesi - l’85% dei migranti giunti dalla Libia ha subito in quel paese torture e trattamenti inumani e degradanti e nello specifico il 79% è stato detenuto/sequestrato in luoghi sovraffollati ed in pessime condizioni igienico sanitarie, il 70% ha subito costanti deprivazioni di cibo, acqua e cure mediche, il 65% gravi e ripetute percosse e percentuali inferiori ma comunque rilevanti stupri e oltraggi sessuali, ustioni provocate con gli strumenti più disparati, falaka (percosse alle piante dei piedi), scariche elettriche e torture da sospensione e posizioni stressanti (ammanettamento, posizione in piedi per un tempo prolungato, sospensione a testa in giù, ecc).

Tutti i migranti detenuti hanno subito continue umiliazioni e in molti casi oltraggi religiosi e altre forme di trattamenti degradanti. Nove migranti su dieci hanno dichiarato di aver visto qualcuno morire, essere ucciso o torturato. Alcuni sopravvissuti sono stati costretti a torturare altri migranti per evitare di essere uccisi. Numerosissime le testimonianze di migranti costretti ai lavori forzati o a condizioni di schiavitù per mesi o anni.

In questo contesto , anche in conseguenza delle misure adottate nell’ambito del nuovo accordo italo-libico, a partire da luglio 2017 gli imbarchi dalle coste libiche verso l’Italia sono drasticamente diminuiti. Al contempo, le testimonianze dei migranti transitati dalla Libia negli ultimi mesi non evidenziano alcun cambiamento significativo rispetto alle violenze e alle atrocità subite nei centri di detenzione e nei luoghi di sequestro. Il risultato è dunque tragico: centinaia di migliaia di migranti bloccati in questo momento in Libia, la maggior parte dei quali in condizioni di detenzione, sequestro e schiavitù.

Le migliaia di testimonianze raccolte da Medici per i Diritti Umani nell’arco di quattro anni descrivono un paese che si è trasformato in una sorta di grande lager per i migranti, sottoposti a violenze ed abusi gravissimi; un paese dove si commettono crimini contro l’umanità in modo sistematico e su vasta scala; un paese che è diventato un luogo di morte e di tortura per centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini. A fronte di un quadro di questa gravità, i primi responsabili sono certamente coloro che hanno pianificato, diretto e materialmente realizzato simili atrocità. Cionondimeno, la comunità internazionale ha la responsabilità storica di non aver reagito in modo tangibile di fronte ad un fenomeno di queste proporzioni ed è oggi chiamata, seppur in gravissimo ritardo, a rispondere con le massime energia ed urgenza.

In occasione della deposizione di Medu di fronte al Tribunale Permanente dei Popoli, Momodou Cherno, cittadino del Gambia, ha raccontato la sua testimonianza. Partito dal suo paese ad ottobre 2015, giunge in Italia nell’aprile 2017 dopo essere rimasto intrappolato per circa un anno e mezzo in Libia ed aver tentato la traversata del Mediterraneo per ben quattro volte. Mamadou è stato vittima e testimone della maggior parte delle violenze e degli abusi descritti nel rapporto.

Una sintesi dei dati contenuti nel rapporto, è stata consegnata tre settimane fa dal team sbarchi di Medu al Ministro dell’Interno Minniti in occasione di una sua visita all’Hotspot di Pozzallo in una lettera in cui si chiedeva tra l’altro quali iniziative il Governo italiano, l’Unione europea e la Comunità internazionale intendano urgentemente porre in atto per fermare le gravissime violazioni dei diritti umani descritte.

- Leggi il RAPPORTO

Fai una donazione al Progetto Melting Pot!

Vedi anche

  • Libia: i governi europei complici di torture e violenze
  • Sempre più drammatiche le condizioni dei minori che arrivano in Sicilia dalla Libia
  • Da Sebha a Tripoli, i migranti venduti come merci
  • Motivi umanitari riconosciuti per la permanenza in Libia, paese dove le torture sono la norma
  • Libia: ecco cosa succede nei centri di detenzione per migranti
  • In Libia picchiati, uccisi e venduti come schiavi. Le immagini che Minniti finge di non vedere
  • La vergogna libica: schiavismo o frontiere?
  • La Libia non è un inferno
[ 19 dicembre 2017 ]
Sostieni il Progetto Melting Pot Europa!
Dona almeno 1€ - Inserisci l'importo:
Migranti nel centro di detenzione Abu Salim a Tripoli, in Libia, il 15 agosto 2016. (Daniel Etter, Redux/Contrasto)

TAG

ARGOMENTI:
Accordo Italia - Libia, Diritti umani, Libia e immigrazione, Migrazioni, Rapporti, Salute
GEOTAG:
Italia, Libia

Chi siamo

  • Il progetto
  • Sostienici
  • Assegnaci il tuo 5‰
  • Iscriviti alla newsletter
  • Servizi
  • Formazione Melting Pot
  • Aiutaci a tradurre
  • Autori e traduttori
  • Avvocati
  • Collabora
  • Seguici
  • Contatti

Cittadinanze

  • Notizie, approfondimenti, interviste e appelli
  • Around Europe
  • Questione asilo
  • Agenda
  • Rassegna stampa

Sans papier

Normativa

  • Archivio e guida legislativa
  • Guida legislativa
  • Testo Unico Immigrazione
  • Normativa italiana
  • Normativa europea
  • Giurisprudenza italiana
  • Giurisprudenza europea
  • Accordi e trattati internazionali

Schede pratiche

Rubriche

  • Speciale CIE
  • Campagna #overthefortress
  • A proposito di Accoglienza
  • Confini e barriere
  • Il punto di vista dell’operatore
  • Osservatorio Commissioni Territoriali
  • Papers
  • Speciale Hotspot
  • SPRAR
  • Voci dal Sud

Ricerca

  • Argomenti sans papiers
  • Argomenti cittadinanza
  • Tag geografiche

Multimedia

  • Video
  • Immagini
  • Audio

Social

facebook

twitter

youtube

rss

TELE RADIO CITY s.c.s.

Onlus
P.I. 00994500288
Iscr. Albo Soc. Coop.
n. A121522

CREDITS

web design HCE s.r.l.

2003-2019
creative commons

Cookies
Privacy Policy