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Meeting sulla Rotta delle Migrazioni dei Balcani Occidentali: l’accordo dei leaders sul piano d’azione composto da 17 punti

Commissione Europea - Comunicato stampa Bruxelles del 25 Ottobre 2015

Le scorse settimane hanno mostrato che le sfide attualmente affrontate lungo la rotta migratoria dei Balcani Occidentali non potranno essere risolte tramite azioni sul piano nazionale. Solo un approccio collettivo e transfrontaliero basato sulla cooperazione potrà avere successo. Questo è il motivo per il quale il Presidente Juncker ha convocato i leaders dei paesi interessati e maggiormente toccati dalla situazione di emergenza lungo la rotta dei Balcani Occidentali.

Oggi, i leaders rappresentanti di Albania, Austria, Bulgaria, Croazia, l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Germania, Grecia, Ungheria, Romania, Serbia e Slovenia si sono incontrati a Bruxelles al Quartier Generale della Commissione Berlaymont, hanno deciso di migliorare la cooperazione ed accrescere le consultazioni tra i paesi che si trovano lungo la rotta ed hanno deciso delle misure operative concrete da mettere in pratica già da domani per contrastare la crisi dei rifugiati nella regione.

Il Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ha affermato: “I paesi interessati non dovrebbero solamente parlare su e contro gli altri, ma anche gli uni con gli altri. I vicini dovrebbero lavorare congiuntamente, non gli uni contro gli altri. I rifugiati meritano di essere trattati con umanità lungo tutta la rotta dei Balcani Occidentali per evitare una tragedia umanitaria in Europa. Sono, quindi, soddisfatto del fatto che oggi siamo riusciti ad accordarci congiuntamente su un piano di 17 punti basato su misure concrete ed operative che assicurino alle persone di non essere lasciate a provvedere a se stesse al freddo e sotto la pioggia”.

Concretamente, i leaders hanno deciso di implementare le seguenti misure operative da Lunedì:

Scambio permanente di informazioni

1. Proporre punti di contatto entro 24 ore, in modo da permettere scambi e coordinamento quotidiani per riuscire ad ottenere un movimento graduale, controllato ed ordinato di persone lungo la rotta dei Balcani Occidentali;

2. Affidarsi alla valutazione dei bisogni comuni con il supporto dell’Unione Europea entro 24 ore;

Limitare i movimenti secondari

3. Scoraggiare il movimento dei rifugiati o migranti al confine di un altro paese della regione senza informarne i paesi confinanti;

Supportare i rifugiati e fornire loro rifugio ed alloggio

4. Incrementare la capacità di fornire un rifugio temporaneo, cibo, assistenza sanitaria, acqua ed igiene a chi ne ha bisogno; applicare il Meccanismo della Protezione Civile Europea dove necessario;

5. La Grecia deve incrementare la sua capacità di recezione fino a 30.000 posti entro la fine dell’anno e supportare l’UNHCR nel fornire sussidi per i fitti e programmi per le famiglie ospitanti almeno fino a 20.000 posti, una pre-condizione per far funzionare il piano di dislocazione di emergenza; è previsto un supporto finanziario per Grecia ed UNCHR.

6. Lavorare con l’UNHCR, il quale supporterà l’incremento delle capacità di recezione intorno ai 50.000 posti lungo la rotta dei Balcani Occidentali.

7. Lavorare con le istituzioni finanziarie internazionali, come la Banca Europea per gli Investimenti, la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo e la Banca dello Sviluppo del Consiglio d’Europa che sono pronte a supportare finanziariamente gli sforzi dei paesi desiderosi di utilizzare tali risorse;

Gestire insieme i flussi migratori

8. Garantire una piena capacità di registrare gli arrivi, mediante un uso esteso dei dati biometrici;

9. Scambiarsi informazioni sui volumi degli scambi e, ove richiesto, su tutti i rifugiati ed i migranti in arrivo sul territorio di un dato paese;

10. Lavorare con le agenzie dell’UE per mettere rapidamente in pratica questo scambio di informazioni;

11. Accrescere gli sforzi nazionali e coordinati per far rientrare i migranti che non necessitano di protezione internazionale, lavorando con Frontex;

12. Lavorare con la Commissione Europea e Frontex, per accrescere la cooperazione pratica sulla riammissione con paesi terzi ed intensificare la cooperazione, in particolare con Afghanistan, Bangladesh e Pakistan; la Commissione deve lavorare per implementare gli accordi di riammissione già esistenti pienamente ed iniziare a lavorare sui nuovi accordi di riammissione con i paesi interessati.

Gestione dei confini

13. Aumentare gli sforzi per la gestione dei confini, compreso:

– Concretizzare ed implementare il Piano d’Azione UE-Turchia;
– Fare un uso completo della potenzialità dell’accordo di riammissione tra UE e Turchia e della roadmap sulla liberalizzazione dei visti;
– Migliorare l’operazione Poseidon Sea Joint in Grecia;
– Rinforzare il supporto del Frontex al confine tra Bulgaria e Turchia;
– Rafforzare la cooperazione al confine tra la Grecia e la ex Repubblica jugoslava di Macedonia, con un aumentato impegno dell’UNHCR;
– Grecia, ex Repubblica jugoslava di Macedonia e Albania rafforzeranno la gestione del confine esterno del paese, con il supporto del Frontex per la registrazione in Grecia;
– Lavorare congiuntamente col Frontex per monitorare l’attraversamento dei confini e supportare la registrazione e l’acquisizione delle impronte digitali nei punti di attraversamento lungo il confine serbo-croato;
– Dispiegare in Slovenia 400 ufficiali di polizia e l’attrezzatura essenziale entro una settimana, attraverso il supporto bilaterale;
– Rafforzare la rete di Risk Analysis dei Balcani Occidentali del Frontex con comunicati intensificati tra tutti i partecipanti;
– Fare uso, dove opportuno, del Meccanismo di Rapid Border Intervention Team (RABIT), che dovrebbe essere attrezzato opportunamente;

14. Riconfermare il principio del rifiuto di ingresso in paesi terzi che non confermano la volontà di richiedere la protezione internazionale (in linea con la normativa europea ed internazionale sui rifugiati e soggetta al previo non respingimento ed alla verifica di proporzionalità).

Contrastare il contrabbando ed i traffici

15. Accrescere le azioni contro il contrabbando ed i traffici di esseri umani col supporto dell’Europol, del Frontex e dell’Interpol;

Informazioni sui diritti e gli obblighi di rifugiati e migranti

16. Fare uso di tutti gli strumenti di comunicazione disponibili per informare i rifugiati ed i migranti sulle regole esistenti, così come dei loro diritti ed obblighi, in particolare sulle conseguenze di un rifiuto ad essere registrati, a dare le impronte digitali e di cercare protezione nel posto in cui si trovano;

Monitorare

17. Monitorare l’implementazione di questi impegni su base settimanale; la Commissione deve coordinarsi con i punti di contatto nazionali.

Background

La Commissione Europea sta lavorando regolarmente e continuativamente per dare una risposta coordinata a livello europeo sul fronte dei rifugiati e dell’immigrazione.

Nell’accettare l’incarico, il presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker ha incaricato un commissario con particolari responsabilità per il settore immigrazione affinché lavorasse, coordinandosi con il Primo Vice Presidente Timmermans, su una nuova politica sulle migrazioni come una delle dieci priorità delle Linee guida Politiche, il programma politico sulle cui basi il Parlamento Europeo ha eletto la Commissione Europea.

Il 13 Maggio 2015, la Commissione Europea ha presentato la sua Agenda Europea sulle Migrazioni, proponendo un approccio completo per migliorare la gestione delle migrazioni in tutti i suoi aspetti.

Due blocchi di implementazione contenuti nell’Agenda, il 27 Maggio 2015 ed il 9 Settembre 2015, sono già stati adottati a le misure in essi contenute stanno iniziando a dispiegarsi.

Mercoledì, 21 Ottobre, il Presidente Juncker ha chiesto un meeting dei leaders sui flussi di rifugiati lungo la rotta dei Balcani Occidentali, per indirizzare la situazione di emergenza che si è creata lungo questa rotta.

A partecipare al meeting dei leaders sono stati i capi di stato o governo di Albania, Austria, Bulgaria, Croazia, l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Germania, Grecia, Ungheria, Romania, Serbia e Slovenia. Il Presidente del Consiglio Europeo, il Presidente della Presidenza del Lussemburgo del Consiglio dell’UE, la futura Presidenza olandese del Consiglio dell’UE e l’Alto Commissario per i Rifugiati delle Nazioni Unite erano presenti. L’Ufficio Europeo di Sostegno per l’Asilo (EASO) e l’Agenzia Europea per la Gestione della Cooperazione Operativa ai Confini Esterni degli stati membri dell’UE (Frontex) erano anche rappresentati.