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da Il Piccolo di Trieste del 28 aprile 2007

Menapace: «Il Cpt deve essere ripensato»

Visita della senatrice di Rifondazione nella struttura per clandestini alla ex caserma Polonio

Gradisca. «Il concetto di Cpt va rivisto: come tutti i posti dove le persone sono rinchiuse forzatamente senza colpe, dà l’impressione di essere un lager».
Parole di Lidia Menapace, senatrice di Rifondazione Comunista, rilasciate dopo la visita effettuata nel pomeriggio di ieri alla struttura di Gradisca: «Questa struttura l’avevo vista solamente dall’esterno prima di essere eletta parlamentare – ha detto la Menapace – e ne avevo ricavato un’idea nettamente negativa, con tutto quel vetro, quel cemento e quelle sbarre che lo rendono così simile a una prigione, che a volte sa essere addirittura più umana degli spazi del Cpt. Entrandoci ho capito che lì dentro la vita è enormemente costretta: un carcerato deve pagare un debito con la società, lì invece si è internati per un semplice reato amministrativo. Già da questo particolare si capisce che ci sia una lunga sequela di ingiustizie per chi si ritrova ospitato nella struttura.
Ecco perché credo sia necessaria una completa ristrutturazione del Cpt di Gradisca, dato che come sembra dovrà esistere ancora a lungo. Servono proposte che aiutino gli immigrati reclusi a vivere in una condizione più agevole: la vita all’interno è assai noiosa e c’è un atteggiamento di sospetto verso tutti. A questo punto – prosegue la Menapace – servono almeno piccole variazioni, come una piccola struttura rappresentativa degli ospiti, che evidenzi ufficialmente quali siano le necessità. Anche se che chi VI viene rinchiuso resta solo poche settimane, è anche vero che una base organizzata aiuterebbe la gestione e l’inserimento dei nuovi arrivati. Spesso ci sono infatti manifestazioni di insoddisfazione diffusa: sono molti gli episodi di infantilismo e proteste, senza contare le problematiche psicologiche e fisiche. Proprio poco prima della mia entrata, una persona è stata portata via in ambulanza: un fatto non certamente positivo».
«È necessario inoltre – ha concluso la Menapace – un minimo rapporto interno-esterno che avvicini gli ospiti a delle associazioni o consulte di immigrati che saprebbero compiere una più concreta opera di mediazione. Infine – ha concluso la senatrice – proporrei l’istituzione di più spazi di divertimento: campetti di basket, una biblioteca, giochi che riuscirebbero a rendere meno invivibile il Cpt».
Matteo Femia