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Migranti, C.P.R. di Palazzo San Gervasio (Potenza). Le associazioni: “vite umane al ribasso”

Dai CIE ai CPR: un cambio di nome, ma non di sostanza

A fine novembre si è riunita, presso la Prefettura di Potenza, la Commissione di gara per l’affidamento dei servizi di gestione straordinaria del Centro di Permanenza per i Rimpatri (C.P.R.) di Palazzo San Gervasio.

Occorre ricordare che, anni addietro, nel Comune di Palazzo San Gervasio, fu costruita una struttura destinata ad ospitare migranti in situazione di soggiorno irregolare, denominata CIE (Centro di Identificazione ed Espulsione) che doveva avere la funzione di controllo e repressione dei flussi nell’ambito delle politiche migratorie. La struttura fu progressivamente dismessa poiché gli stessi governi decisero di diminuire il numero dei CIE, constatata la loro inutilità, per il numero limitato di cittadini stranieri effettivamente rimpatriati, a fronte degli elevati costi di gestione e soprattutto di condizioni di vita assolutamente degradanti.

Il 30 novembre, sulla spinta delle politiche migratorie restrittive e repressive dell’Unione Europea, cui il governo italiano si è pienamente uniformato, si è dato nuovo corso, con i decreti Minniti, ai provvedimenti necessari per la gestione del “problema” dei flussi migratori. Tra questi, la riapertura di diversi tipi di strutture, come i Centri di Permanenza per i Rimpatri – CPR (ex Centri di Identificazione ed Espulsione-CIE).

Non poteva mancare pertanto all’appello anche la Basilicata, con la struttura, da anni inutilizzata, di PalazzoSan Gervasio.

Il governo, per mezzo della Prefettura, ha provveduto ad emanare un Avviso Pubblico per ricercare operatori economici interessati alla gestione del CPR, per un importo massimo di 750.000 €.

Il fine esplicitato nel suddetto avviso è quello di “assicurare la più efficace esecuzione dei provvedimenti di espulsione dello straniero”: un linguaggio che rievoca vicende e periodi che pensavamo di esserci lasciati alle spalle.

Ribadiamo con fermezza la nostra opposizione alla riapertura dei CPR, luoghi di controllo e segregazione di esseri umani, poiché siamo convinti che spostarsi liberamente da un paese all’altro non sia un crimine ma un diritto di ogni persona: la volontà politica di chiudere le frontiere a coloro che cercano migliori condizioni di vita è una barbarie e un crimine contro l’umanità.

La logica della paura costruita a tavolino domina le scelte repressive in termini di sicurezza interna e giustifica il ricorso di luoghi di vera e propria detenzione di uomini e donne senza nessuna colpa.

Buona parte dell’opinione pubblica, condizionata e impaurita da campagne mediatiche mistificatorie, giustifica ed accetta tutto questo, considerandolo come il male minore, mentre i valori dell’accoglienza e della solidarietà tra esseri umani cedono il passo a logiche di potere.

Se per il governo è “urgente aprire il Centro di Permanenza per i Rimpatri C.P.R. di Palazzo San Gervasio (Potenza)” per tutti noi la vera urgenza è quella di ritrovare il senso di umanità che stiamo smarrendo.

Invitiamo tutti a riflettere su questo tema e a contribuire alla costruzione di iniziative di contrasto e resistenza alla dilagante deriva razzista e autoritaria.

Per adesioni [email protected]

Associazione Cestrim – Associazione CiclOstile – Associazione Equomondo Potenza – Associazione Insieme Onlus – LasciateCIEntrare – Associazione Le Ali di Frida – Associazione Libera Basilicata – Associazione Opti Pobá – Osservatorio Migranti Basilicata – Associazione Reset – Associazione Unidea