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Migranti in transito a Roma: non si sgombera una questione umanitaria

Medu sull'ennesimo sgombero alla Stazione Tiburtina

Foto: Susanna Aldrovandi

Mentre in queste ore arrivano le drammatiche testimonianze dei sopravvissuti di un altro tragico naufragio con centinaia di morti nel Canale di Sicilia, questa mattina a Roma le forze dell’ordine hanno proceduto all’ennesimo sgombero di quasi duecento migranti in transito, provenienti per lo più dal Corno d’Africa. Anche questa volta l’ennesima operazione senza alcuna soluzione alternativa.

I migranti avevano trovato l’ennesimo riparo di fortuna presso un parcheggio in prossimità della Stazione Tiburtina, assistiti unicamente da cittadini e associazioni.

Ancora ieri sera la clinica mobile di Medu aveva fornito assistenza sanitaria a decine di persone vulnerabili arrivate da pochi giorni in Italia, con alle spalle un viaggio terribile.
Sembra che la strategia delle istituzioni a Roma sia ora quella di ignorare del tutto l’esistenza in città di una grave questione umanitaria, nella speranza forse che il problema si risolva con gli sgomberi oppure si estingua spontaneamente con l’arrivo dell’inverno e con la diminuzione degli sbarchi.

Ciononostante è del tutto evidente che risulta impossibile affrontare il problema con continue operazioni di polizia; è un dato oggettivo che Roma costituisce una tappa fondamentale per i migranti che sbarcati in Italia sono diretto verso il Nord Europa; giovani uomini, donne, adolescenti e bambini (il 30% dei pazienti assistiti dalla clinica mobile di Medu nell’ultimo mese erano minori) vittime di violenze e di traumi estremi continuano ad arrivare e a vivere in città in condizioni indegne.

Se il grado di civiltà di una comunità si misura dalla capacità di dare accoglienza e protezione ai più vulnerabili, a coloro che hanno perso i loro affetti, la loro casa e i loro beni , indipendentemente da dove essi arrivino, se da lontano o da vicino, allora le istituzioni di Roma hanno già perso. E la loro prima di tutto è una sconfitta etica e di credibilità. Medici per i Diritti Umani torna a chiedere a tutte le istituzioni responsabili (Comune, Prefettura, Regione) l’attuazione immediata di presidi umanitari in grado di fornire tre cose essenziali: prima accoglienza, assistenza socio-sanitaria,informazione e orientamento sul diritto d’asilo. L’attivazione di tali servizi, già in essere in altre città italiane ed europee, è il modo più ragionevole di coniugare accoglienza per chi arriva e sicurezza per l’intera comunità. Rappresenta un atto, ancor prima che di civiltà, di elementare umanità.

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Medici per i Diritti Umani

Un'organizzazione umanitaria indipendente e senza fini di lucro che nasce per iniziativa di un gruppo di medici, ostetriche e altri volontari impegnati in una missione nelle Ande ecuadoriane.
Si costituisce nel 2004 con l’obiettivo di curare e testimoniare, portare aiuto sanitario alle popolazioni più vulnerabili, e - a partire dalla pratica medica - denunciare le violazioni dei diritti umani e in particolare l’esclusione dall’accesso alle cure.