Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Milano, CPT via Corelli – Gli immigrati in sciopero della fame

Ascolta l’intervista dall’interno del centro di detenzione con Hedi, ragazzo tunisino

I fatti – Venerdì sera, in uno dei settori del Centro di detenzione, un ragazzo stava male. I medici della Croce Rossa non sono intervenuti, lui, per l’esasperazione, si è tagliato un braccio. Sanguinava molto, ma l’ambulanza non arrivava. I compagni di camerata hanno cominciato a protestare, la Croce Rossa ha aperto la porta blindata e ha lasciato entrare la polizia in tenuta antisommossa.

Sono iniziate le “perquisizioni”: vestiti gettati ovunque e olio e caffè versati su di essi, foto di famiglia calpestate, un corano strappato nella stanza-moschea della camerata, persone strattonate, picchiate, fatte inginocchiare e poi fatte camminare in ginocchio. A quel punto, la protesta si è estesa anche nel settore dei trans. Due detenuti sono stati arrestati e portati a San Vittore, Mohammed, che ora è ancora in carcere e che sarà processato per direttissima il 14 aprile, e un altro detenuto, poi riportato a Corelli.

Ieri sera, sabato, una delegazione di cinque persone accompagnata dal parlamentare Marco Fumagalli è entrata nel Centro, mentre fuori si svolgeva un presidio che per la prima volta è stato bloccato a 200 metri dal cancello di entrata. La delegazione ha potuto parlare con alcuni dei detenuti del settore b, che da venerdì sono in sciopero della fame, e, attraverso le finestre della sala colloqui, anche con i detenuti di un altro settore, che avevano solo intravisto la polizia entrare nella camerata di fronte alla loro ma che ignoravano tutto il resto.
Lo sciopero, da ieri, si è esteso anche in altre camerate. Marco Fumagalli, invece, è potuto entrare, insieme a Karim, che lo accompagnava come interprete, nelle camerate b e a e in quella delle donne.
Oggi, il comitato di sostegno alla lotta dei detenuti indice un nuovo presidio davanti al Centro (ore 16) e entrerà per parlare con alcuni di loro.

Comunicato stampa

Noi detenuti di Corelli da oggi sabato 9 aprile 2005 siamo in sciopero della fame. Per denunciare che via Corelli non è un centro di accoglienza ma un carcere speciale per immigrati dove sono negati tutti i diritti e dove subiamo quotidiane violenze. Chiediamo:

1) Libertà per tutti, perché essere immigrato non è un reato

2) Libertà immediata per Mohammed, portato da Corelli a San Vittore per aver avuto il coraggio di denunciare i soprusi che subiamo qui dentro

3) un incontro in prefettura a cui partecipi una nostra delegazione

I detenuti di via Corelli