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Da Repubblica on line del 2 aprile 2008

Milano – Il Comune sgombera tre campi rom. Curia attacca: violati i diritti umani

Non sono passate nemmeno 24 ore dall’unanime esultanza per la vittoria dell’Expo che a Milano si riapre lo scontro fra istituzioni sull’ennesimo sgombero di un campo nomadi. Con un editoriale pubblicato sul sito Internet della Diocesi, la Curia critica pesantemente il Comune dopo lo sgombero di ieri all’alba, che ha cancellato una baraccopoli abitata da 800 rom alla Bovisa. “La legalità è sacrosanta – recita il lungo testo non firmato, ma certamente sottoposto al vaglio finale dell’arcivescovo Dionigi Tettamanzi – Ma l’impressione è che qui si stia scendendo abbondantemente sotto i limiti stabiliti dai fondamentali diritti umani, che imporrebbero, insieme allo schieramento delle forze dell’ordine in atteggiamento antisommossa, qualche tanica d’acqua, del latte per i più piccoli, un presidio medico, qualche soluzione alternativa per i bambini, i malati, le donne in gravidanza”. Frasi discusse negli uffici della Curia con i responsabili della Caritas Ambrosiana, don Giuseppe Davanzo, e della Casa della Carità, don Virginio Colmegna, che già in passato si era trovato in dura contrapposizione con la giunta Moratti dopo gli sgomberi di altri campi nomadi. “C’è da augurarsi che il clamore e i festeggiamenti per la grande opportunità conquistata con l’Expo 2015 – conclude il documento della Curia – non diventino il paravento e il pretesto per nascondere o spostare un metro più in là, i drammi di questa città”.

Parole dure che sono arrivate alla conclusione di una giornata tesa. Gli sgomberi sono stati tre, 187 le baracche demolite, 205 i rom identificati e rimasti senza tetto. Dopo il blitz alla Bovisa, gli zingari avevano cercato riparo in altre aree della periferia, ma all’ora di pranzo, agenti di polizia in assetto antisommossa li hanno circondati e costretti ad allontanarsi anche da lì. Una successione di eventi che ha convinto volontariato e sindacati ad annullare polemicamente un vertice previsto per il pomeriggio col prefetto, proprio per discutere della nuova emergenza rom. “È stato uno sgombero elettorale – attacca Onorio Rosati, segretario generale della Camera del Lavoro – Servono soluzioni strutturali, con interventi su casa, lavoro e inserimento scolastico dei bambini. Basta con questi sgomberi che non fanno altro che peggiorare la situazione. La maggioranza che governa la città specula sulla paura dei cittadini”. Il prefetto Gian Valerio Lombardi risponde: “Non è stato uno sgombero vero e proprio, ma un’operazione graduale con sensibilizzazione della polizia per cercare di convincere queste persone a lasciare un’area non salutare”.

Dura la replica alla Curia del vicesindaco Riccardo De Corato (An), che rivendica il merito per il record di “uno sgombero al giorno” nell’ultimo anno: “Abbiamo mantenuto la promessa di liberare la Bovisasca, il più grosso campo rom nel Nord Italia. Ma non c’è stata violazione dei diritti umani. Perché dobbiamo pensare ad alternative a chi occupa abusivamente un’area? E perché solo il Comune di Milano deve farsi carico di trovarle, quando ci sono altre istituzioni pubbliche che hanno risorse e immobili da mettere a disposizione e che continuano clamorosamente a far finta di niente? Nel rispetto di quanto afferma la Diocesi, mi chiedo se si è posta queste domande”.