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Milano – Nuova rivolta in Via Corelli

Dopo quella avvenuta nella notte del 10 luglio, una nuova rivolta ha avuto luogo all’interno del Cpt di Via Corelli.

La cronaca:
Venerdì 11 luglio, verso le 00.40 arriva una telefonata dal CPT. A seguito di un diverbio con un poliziotto, un detenuto transessuale viene portato via. Sembra che la discussione fosse nata dal fatto che non gli venissero somministrati dei farmaci, problema più volte emerso in Corelli. Dopo poco viene riportato indietro conciato proprio male, perde sangue dalla bocca e ha un seno aperto con fuoriuscite di materiale. Sale la rabbia. Chiede un’ambulanza, vuole essere portato in ospedale ma non gli viene concesso, probabilmente a causa delle visibili condizioni in cui è stato ridotto. Alle 2.00 un piccolo presidio di compagni si è formato a metà dello stradello che porta alla sbarra d’ingresso del CPT.
Di fronte all’ingresso un cordone di polizia. Chiediamo di parlare con un responsabile, sappiamo quello che é accaduto e che sta accadendo, dov’é l’ambulanza? All’interno intanto sono tutti usciti nei cortili. Prima uno e poi un altro ci dicono che il detenuto si è rifiutato di salire sull’ambulanza e che preferisce farsi medicare nell’infermeria posta all’interno della struttura. Invece, ha soltanto avuto timore di andare da solo dopo quello che era successo e ha chiesto di poter essere accompagnato da un’amica anch’essa detenuta. Alle 2.30 esce un’ambulanza scortata da due macchine della polizia. Ci vogliono far credere che finalmente lo stanno portando all’ospedale ma da dentro ci dicono che è ancora lì, nell’ambulanza non c’é nessuno. Ogni tanto, in un tratto della tangenziale est dal quale si vedono i cortili interni, qualche compagno accende dei fumogeni e fa sentire la nostra presenza solidale.
Un dirigente della polizia esce per conferire con noi ma prontamente viene richiamato indietro proprio mentre ci stava raccontando la sua versione dei fatti, del litigio fra due “ospiti”, come amano chiamarli loro, sedato dal solerte intervento della polizia all’interno, che uno ha picchiato un altro ma che ora è tutto a posto e che quindi possiamo andarcene. Ma non fa in tempo a finire che molto fumo si alza sopra il CPT. Hanno cominciato a dare fuoco ai materassi. Da dentro ci dicono che stanno bruciando tutto. Alle 3.00 entrano, da un’altra strada, svariati mezzi della polizia.
Dove siamo noi è un via vai continuo di polizia, carabinieri, digos. Poco dopo entrano anche due camion dei pompieri. Verso le 3.30 entra una nuova ambulanza che riesce dal secondo ingresso. Sembra che questa volta l’abbiano caricato per portarlo all’ospedale ma non ci sono conferme perché nell’ultimo contatto avvenuto ci aveva detto che stavano separando le donne e i trans dagli uomini e che un dirigente della polizia gli avrebbe comunicato il suo arresto ed avrebbe aggiunto, con quel modo paternalistico con cui dicono “ospiti”, di non fidarsi di quelli la fuori che li usano soltanto per fare politica…
Non facciamo cadere nel silenzio la dignità e il coraggio dimostrati in questa ennesima notte bianca milanese.

Nel pomeriggio, una detenuta trans, a cui erano scaduti i giorni di detenzione, rifiuta di uscire dal centro perché, insieme alle altre e agli altri, rivendica la libertà di tutti. “Nessuno esce, sinché non escono tutti”, fanno sapere le detenute e i detenuti alla Croce rossa e alle forze dell’ordine.
Poi la detenuta accetta di uscire per poter testimoniare quello che succede dentro al centro.

Vedi anche:
“Rivolta nella notte a Corelli dopo un pestaggio e l’omissione di soccorso”

“Diario dal Cpt Via Corelli a Milano, dallo sciopero alla rivolta”