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Modena – Impedita visita di consiglieri regionali all’interno del CPT

Comunicato stampa di Arci Modena e Cgil Modena

Che sui Centri di Permanenza Temporanea si stiano scaricando nuove tensioni politiche è sempre più un dato di fatto – dichiarano Greta Barbolini presidente di Arci Nuova Associazione Comitato Provinciale di Modena e Alberto Morselli segretario della CGIL di Modena. Non si spiegherebbe diversamente la decisione del Ministro dell’Interno di impedire ai componenti del Consiglio Regionale di visitare i Centri, come sarebbe previsto da una recentissima circolare del Ministero degli Interni.

L’episodio di questa mattina che ha visto il rifiuto all’accesso al centro di permanenza di Modena per il consigliere regionale di Rifondazione Comunista Leonardo Masella è inquietante perché evidenzia una precisa volontà politica di limitare la conoscenza e quindi il controllo democratico su quanto avviene davvero in queste strutture grazie alla presenza attiva di persone elette direttamente dai cittadini – dichiarano Morselli e Barbolini. “ E’ una operazione che cerca di recidere le connessioni tra territorio e centro di permanenza temporanea che invece fin dalla sua apertura si era voluta aperta alla società civile e alle istituzioni per verificare il rispetto dei diritti individuali degli immigrati che vi soggiornano”.

Questo avviene peraltro proprio quando a Modena si è avviata una riflessione critica sui centri di permanenza temporanea a partire innanzitutto dal profilo del rispetto dei diritti umani che non possono e devono essere considerati un optional e sui quali non accettiamo deroghe. O l’immigrazione è un’opportunità per ridefinire un sistema di garanzie proprie di una società più equa e giusta oppure è legittimo chiedersi verso quale tipo di società ci avviamo e vogliamo costruire e se siamo disposti a fare un passo indietro su questo.

Anche sul versante dell’effettiva utilità della struttura nei rapporti costi benefici stanno emergendo perplessità ad un anno dalla apertura del Centro. Nei primi dieci mesi di attività il CPT è stato ‘efficace’ solo sul 30 % dei casi. Cioè sono state espulse “solo” 114 su circa 545 persone che vi hanno transitato a fronte di un costo annuale della struttura di 6 miliardi di vecchie lire. E’ legittimo chiedersi se non sia più utile investire queste grandi risorse in progetti di inclusione sociale, di inserimento in attività lavorative e di recupero.