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da Il Gazzettino - Cronaca di Belluno del 24 febbraio 2004

Montebelluna – Verso l’ambulatorio multietnico di Laura Bon

E si cercano anche medici volontari per l’assistenza agli immigrati irregolari

Montebelluna – Immigrati, un medico per gli irregolari. All’interno dell’usl 8, si sta mettendo a punto un progetto, che dovrebbe essere sperimentato già nel corso della prossima primavera, volto a garantire la miglior assistenza sanitaria possibile anche agli immigrati irregolari o clandestini. Si tratta della rielaborazione di un’idea innovativa lanciata parecchi mesi fa dal direttore sanitario Mario Secolo: quella dell’ambulatorio multietnico. L’iniziativa si rivolge, in particolare, agli extracomunitari in attesa di regolarizzazione (nell’usl, ce ne sono 150 di censiti, ma sembrano essere molti di più) ma anche a quel mondo completamente sommerso che potrebbe contare numeri dieci volte maggiori.

A loro, infatti, il servizio sanitario nazionale garantisce solo tutela delle urgenze, delle malattie infettive e della gravidanza. Ciò che si vorrebbe, però, sarebbe offrire anche l’assistenza primaria, ovvero del medico di base, e specialistica. “Non pensiamo -spiegano il dottor Gian Luigi Lustro, responsabile del Servizio igiene pubblica, e la dottoressa Fulvia Salzani, responsabile del distretto numero 2- tanto alla creazione di un ambulatorio “fisico” ma di una vera e propria rete”. Tale rete dovrebbe vedere la collaborazione fra servizio igiene e sanità pubblica, medici di medicina generale, personale che svolge prestazioni amministrative e specialisti ospedalieri.

In particolare, si punta sui medici di medicina generale: l’obiettivo sarebbe quello di individuare un medico volontario per ogni Comune che si assuma l’onere di visitare, nel proprio ambulatorio, anche dei non tesserati. Alcuni, del resto, svolgono già, per convinzione personale, tale tipo di servizio. Ma come informare gli immigrati della nuova possibilità? “Ad esempio -spiega il dottor Lustro- nel momento in cui uno di loro si reca presso il servizio di igiene pubblica per la vaccinazione contro una malattia infettiva, dovremmo riuscire ad essere in grado di indicargli a chi rivolgersi di fronte a necessità di altro tipo”. Nella rete, entrerà del resto anche quel personale che svolge prestazioni di carattere amministrativo (Saub, ad esempio) e che può risultare utile agli immigrati. Infine, si punta su uno specialista disponibile per ogni reparto ospedaliero. “Il tutto – precisa la Salzani – va fatto però evitando sprechi di ogni tipo”.