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Moria Camp, un confino per più di 13.000 persone

Melting Pot e Globalproject sull'isola di Lesbo, Grecia. Breve video report dal campo di Moria

Isola di Lesvos – Una delegazione di Melting Pot Europa e Globalproject.info da ieri mattina si trova sull’isola greca di di Lesbo. La loro prima visita è stata al campo di Moria dove secondo i dati ufficiali vivono oltre 13.000 persone tra l’interno e l’esterno della struttura.
Il campo di prima accoglienza ha una capienza massima di 3.000 unità, quindi migliaia di persone non trovano altra soluzione che vivere nel fango degli uliveti che circondano il campo in tende o strutture auto-costruite con materiali di fortuna.
Secondo i dati di Medici Senza Frontiere, presente fuori dal campo di Moria, i minori rappresentano il 40% della popolazione. Il numero di persone cresce di giorno in giorno, mentre i trasferimenti verso la Grecia continentale sono limitati ed inadeguati. Il 29 settembre è divampato un incendio che ha causato numerosi feriti gravi e, secondo le autorità, 2 vittime. Testimoni però riferiscono di aver visto almeno 10 corpi estratti dal container incendiato.
Solo qualche settimana prima, e più precisamente mercoledì 4 settembre, la polizia greca aveva lanciato gas lacrimogeni contro circa 300 minori che protestavano per il sovraffollamento del campo, chiedendo di essere trasferiti.

L’incredibile aumento dei flussi verso la Grecia a cui stiamo assistendo coincide con le minacce del presidente Erdogan di rendere porosi i confini se l’Europa non dovesse fornire al suo Paese un ulteriore sostegno finanziario. Ma al tempo stesso queste minacce si inseriscono anche nel quadro geopolitico di dichiarata guerra al popolo curdo in Siria del nord da parte del governo turco.

Secondo Unhcr nel 2019 sono 45mila le persone arrivate in Grecia, contro le 22mila in Spagna, le 7.400 in Italia, 1.500 a Malta e 790 a Cipro.
Un aumento netto sia rispetto al 2017 che al 2018 – e non siamo ancora a fine anno.
Ben il 60% delle persone proviene da Siria e Afghanistan, paesi attualmente in guerra dove le persone se rimpatriate potrebbero subire persecuzioni o avere la vita messa in serio pericolo.

A Lesvos, Samos e Chios sono ospitati 26.600 richiedenti asilo.
Nell’ultimo mese, Lesbo ha visto arrivare circa 2.500 persone (fonti di ONG indipendenti affermano 3mila), in precedenza per alleggerire la pressione sull’isola il governo greco aveva trasferito 1.400 persone sulla terraferma. L’esecutivo ha anche spiegato che il proprio ministero per l’immigrazione è in grado di gestire solo 20mila domande di asilo l’anno, inoltre ha annunciato nuovi trasferimenti e chiesto l’aiuto dell’Europa. Nel 2018 queste domande sono state poco meno di 70mila.

In questo ultimo mese Lighthouse Relief, una ONG che fa monitoraggio delle coste, afferma di aver dato supporto a circa 3.000 persone. Nel 2017 ne aveva assistite in totale 4.300; in tutto il 2018, poco meno di 7.000. Solo nel mese di agosto sono arrivate 2.483 persone con 72 imbarcazioni.

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#Lesvoscalling

Una campagna solidale per la libertà di movimento
Dopo il viaggio conoscitivo a ottobre 2019 a Lesvos e sulla Balkan route, per documentare e raccontare la drammatica situazione sull'isola hotspot greca e conoscere attivisti/e e volontari/e che si adoperano a sostegno delle persone migranti, è iniziata una campagna solidale lungo la rotta balcanica e le "isole confino" del mar Egeo.
Questa pagina raccoglie tutti gli articoli e il testo di promozione della campagna.
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