Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Morte al porto di Venezia – nota di Beppe Caccia al Sindaco Cacciari.

Un altro "clandestino" morto nel porto di Venezia, il Sindaco e il Presidente dell'Autorità portuale intervengano affinché sia garantito il diritto all'asilo.

Il capogruppo dei Verdi nel Consiglio comunale di Venezia, Beppe Caccia, chiede che il Sindaco e il Presidente dell’Autorità portuale intervengano direttamente presso i responsabili delle Polizia di Frontiera in servizio nel porto lagunare per ottenere il pieno rispetto della normativa in materia di diritto d’asilo, dopo il secondo ritrovamento nel giro di una settimana del cadavere di un giovane, probabilmente di nazionalità curda, deceduto nella stiva di un traghetto proveniente dalla Grecia:

“Ogni anno – denuncia Caccia – centinaia di persone in fuga da tragiche situazioni di guerra, perseguitati per ragioni politiche, religiose o etniche, vittime nei paesi di provenienza di sistematiche violazioni dei diritti fondamentali, cercano di approdare in Europa, imbarcati come ‘clandestini’ da bande senza scrupoli, sulle navi in arrivo dalla Grecia nel nostro porto.

Molti di loro, è accaduto anche al ‘clandestino’ trovato morto lo scorso 22 giugno, vengono respinti alla frontiera con procedimento d’urgenza da parte della Polizia, senza avere la benché minima possibilità di esercitare il proprio diritto a richiedere asilo politico nel nostro Paese, come previsto dall’articolo 10 della Costituzione italiana e dalla legislazione europea e nazionale in materia.

Proprio per questi motivi, da tempo il Servizio Rifugiati del Comune, realtà all’avanguardia nel campo dell’accoglienza dei richiedenti asilo, è stato nei fatti costretto a sospendere il proprio intervento in ambito portuale e, paradossalmente, lo stesso Consorzio Italiano per i Rifugiati (CIR) che agisce su mandato dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite (UNHCR) e del Ministero dell’Interno incontra serie difficoltà nell’espletare i propri compiti di assistenza agli stranieri che giungono alla frontiera marittima.

Di fronte al ripetersi di tragedie come quella odierna, chiedo che il Sindaco di Venezia, città dell’accoglienza, e il Presidente dell’Autorità Portuale, che nel 2001 aveva contribuito proprio alla nascita di quei servizi per i rifugiati, intervengano per quanto di loro competenza nei confronti del Ministero dell’Interno e dei responsabili della Polizia di Frontiera affinché agli stranieri che giungono da forzati ‘clandestini’ nel nostro porto sia garantito il godimento di quel diritto fondamentale all’asilo, che il 20 giugno scorso è stato celebrato a livello mondiale.”

Venezia, 27 giugno 2008