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da Il Manifesto del 15 luglio 2007

Morti asfissiati nel tir delle angurie

Tre giovani, forse iracheni, trovati privi di vita in un camion a Mestre. Un quarto è in fin di vita. In viaggio dalla Grecia

di Orsola Casagrande

Sono morti forse asfissiati tre uomini, forse iracheni, che avevano tentato il loro viaggio verso l’Europa nascosti nella cella frigorifera di un tir che dalla Grecia trasportava cocomeri verso la Germania. Un quarto uomo è ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale di Mestre. E’ stato l’autista del tir, ieri mattina, a scoprire gli uomini. Due, ormai privi di vita, erano vicino alla cabina di guida, mentre un terzo era vicino al portellone di uscita.
Difficile ricostruire le tappe del viaggio dei quattro, anche perché l’unico sopravvissuto si trova in sala di rianimazione. «I corpi privi di vita di quei tre giovani sono stati lasciati per ore sotto il sole cocente – denuncia Melting Pot Europa – e sotto gli occhi dei moltissimi viaggiatori. Nessun telone ha coperto queste persone. Rimaste nude, sopra le angurie, così come sono spirate. Nessun rispetto, di nuovo, della dignità umana dei migranti neppure dopo la loro morte». Nessun telone ha coperto queste persone. Rimaste nude, sopra le angurie, così come sono spirate. Nessun rispetto, di nuovo, della dignità umana dei migranti neppure dopo la loro morte.
L’unico documento trovato nel tir indicava la data di nascita di uno dei tre uomini deceduti: 1981.
Melting Pot Europa ha anche messo a disposizione «tutti i nostri mezzi legali e informativi per far sì, per quanto possibile, che questa orrenda vicenda, almeno per chi resta, trovi un epilogo diverso».
Gli uomini potrebbero essere saliti sul tir in Grecia o, stando a quanto dice la polizia, anche ad Ancona. Nei pressi di Mestre sono arrivati via terra. Molti migranti arrivano a Venezia via mare, sbarcando quindi al porto. Dove se vengono intercettati dalle forze dell’ordine vengono nella maggioranza dei casi respinti. Cioè reimbarcati nella stessa nave su cui erano arrivati. Normalmente provengono dalla Grecia. Viaggiano nascosti nelle stive, nelle automobili, nei tir o nei camion. Salgono sulle navi da crociera provenienti dalla Grecia, ma anche sulle navi da trasporto. Un viaggio generalmente «organizzato», cioè pagato profumatamente a organizzazioni specializzate nel traffico di persone. Al porto ci sono anche gli operatori del comune e del Cir. «Cerchiamo – dice Rosanna Marcato dell’ufficio che si occupa di servizi ai rifugiati e minori non accompagnati del comune di Venezia – di offrire servizi di informazione e assistenza ai profughi. Se chiedono asilo li aiutiamo con la procedura per la domanda mentre se vengono respinti cerchiamo di informarli su quanto accadrà».
I respingimenti sono moltissimi. Dal primo gennaio al 25 maggio di quest’anno sono state intercettate al porto di Venezia dalla polizia di frontiera 254 persone. Di queste 64 erano minori non accompagnati. «Ebbene – dice Marcato – i respingimenti sono stati 238. Le persone ammesse soltanto 16». In maggioranza sono cittadini afghani. In quei primi cinque mesi dell’anno ne sono stati intercettati 152 di cui 58 minori. Quindi sono stati identificati 46 iracheni, 13 iraniani, 11 somali, 9 marocchini e poi un siriano, un turco, un palestinese, un libico. Tutti uomini. Tutti provenienti dai luoghi di guerra, anche quelli in cui è impegnata l’Italia.
Rosanna Marcato sottolinea le difficoltà rispetto ai minori non accompagnati. «Nonostante la circolare emessa recentemente – dice – che specifica di ammettere tutti i minori specialmente quelli che richiedono asilo, ci troviamo di fronte ad un numero molto elevato di respingimenti». Va peggio ai minori con più di quattordici anni, quasi sempre rispediti nel paese da cui arrivano, cioè la Grecia. «Va meglio – dice Marcato – per i ragazzini che hanno meno di quattordici anni e che in genere vengono ammessi».
Il comune offre assistenza e ospitalità ai minori che vengono portati nelle comunità per minori (se presi in carico dall’amministrazione veneziana) oppure smistati nei centri nazionali.
Il problema dei respingimenti è molto pesante, specie verso la Grecia. Che di recente è stata ammonita proprio per il trattamento riservato ai richiedenti asilo.