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Rubrica: In mare

Naufragio nel Mediterraneo, Open Arms: sei i morti anche un bimbo di sei mesi

L’Ong riesce a mettere in salvo 259 persone. E’ l’unica nave non bloccata in porto da pretesti amministrativi

"In questi ultimi due giorni le segnalazioni di imbarcazioni in difficoltà sono state continue e la Open Arms si è trovata a dover prestare assistenza da sola, essendo l’unica rimasta ad operare nel Mediterraneo dopo che tutti gli assetti umanitari sono stati fermati con pretesti amministrativi.
Per questo motivo Open Arms ed Emergency ribadiscono, alla luce di questi tragici eventi, che non è più tollerabile assistere alle reiterate omissioni di soccorso da parte dei governi europei che, anziché predisporre un sistema strutturale di search and rescue, continuano a voltare il viso dall’altra parte, fingendo di non vedere il cimitero che il Mediterraneo nasconde. Ci auguriamo che dopo questa ennesima tragedia qualcosa cambi
".

Dopo aver effettuato un primo intervento il pomeriggio del 10 novembre, e aver soccorso in acque internazionali 88 persone, tra cui due donne in stato di gravidanza, ieri mattina la Open Arms, nave umanitaria dell’omonima ONG che sta viaggiando insieme ad Emergency nel Mar Mediterraneo, ha ricevuto da uno degli assetti aerei Frontex una nuova segnalazione di un gommone in distress che si trovava a 30 miglia a Nord di Sabratha.

L’imbarcazione si è immediatamente diretta verso il target segnalato e, una volta giunta sul posto, si è trovata a dover operare una complicatissima operazione di soccorso. Il gommone, con a bordo oltre 100 persone, tra cui alcuni bambini e donne in stato di gravidanza, aveva ceduto, e le persone erano dunque tutte in acqua, prive di salvagente o di dispositivi di sicurezza.

I soccorritori sono immediatamente intervenuti portando in salvo il maggior numero di persone possibile, ma purtroppo cinque persone e un bambino di sei mesi sono morti.

++ Update ++
Stiamo terminando soccorso, sono 5 le persone decedute per ora, i bambini sono a bordo #OpenArms, l’equipe medica sta assistendo tutte le persone tratte in salvo.

Aggiornamento⁦ ⁦@RichiGatu⁩, Presidente OA Italia
⁦@emergency_ong⁩ pic.twitter.com/H0vvmkHWx8

— Open Arms IT (@openarms_it) November 11, 2020

In serata l’ultimo intervento di soccorso con altre 65 persone salvate da morte certa. In totale sono 259 le persone soccorse in tre distinte operazioni da Open Arms che ora chiedono di poter sbarcare.

"Una giornata lunga e drammatica, verrà il momento per il dolore, ora continuiamo a salvare vite".

++ Update ++
Ultimato soccorso di un’altra imbarcazione con 65 persone a bordo. Una giornata lunga e drammatica, verrà il momento per il dolore, ora continuiamo a salvare vite.#Med pic.twitter.com/I3lxBOInY3

— Open Arms IT (@openarms_it) November 11, 2020

"In questi ultimi due giorni le segnalazioni di imbarcazioni in difficoltà sono state continue e la Open Arms si è trovata a dover prestare assistenza da sola, essendo l’unica rimasta ad operare nel Mediterraneo dopo che tutti gli assetti umanitari sono stati fermati con pretesti amministrativi. Per questo motivo Open Arms ed Emergency ribadiscono, alla luce di questi tragici eventi, che non è più tollerabile assistere alle reiterate omissioni di soccorso da parte dei governi europei che, anziché predisporre un sistema strutturale di search and rescue, continuano a voltare il viso dall’altra parte, fingendo di non vedere il cimitero che il Mediterraneo nasconde. Ci auguriamo che dopo questa ennesima tragedia qualcosa cambi".

- Ascolta la testimonianza di Riccardo Gatti, intervistato da Radio Onda D’Urto (clicca qui)

— 
Emergency è un’associazione indipendente e neutrale, nata per offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà. Da allora Emergency ha curato oltre 11 milioni di persone, una ogni minuto.
Emergency promuove una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani.

Open Arms è un’organizzazione non governativa che si batte per i diritti umani nel mare.
Inizia le sue missioni di salvataggio nel settembre del 2015 a Lesbo (Grecia) dove salva mille persone nel Mar Egeo. Nell’inverno del 2016 estende le sue missioni nel Mediterraneo centrale, dove in 4 mesi salva 15.000 vite a bordo della barca a vela Astral.
Dall’inizio delle sue missioni nel Mediterraneo centrale, salva 26.500 persone, 5.000 a bordo della Open Arms. Tutto grazie al supporto della società civile.

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[ 12 novembre 2020 ]
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