Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

A cura di Fulvio Vassallo Paleologo - ASGI Palermo

Nel Canale di Sicilia ancora vittime della Fortezza Europa

Non sappiamo quante vittime di questa ennesima strage in mare dipendano dal ritardo nei soccorsi o dalla decisione di rimorchiare un mezzo già in difficoltà, in condizioni meteomarine avverse, senza provvedere prima all’imbarco delle persone che si trovavano a bordo di una piccola barca di dieci metri in balia delle onde.

Chiediamo una inchiesta per appurare i fatti e tutte le responsabilità.
Che non finisca come altre inchieste come quella sulla strage della Rades Kader, del 1997 o della strage di Natale del 1996, tra tentativi di insabbiamento e testimoni reticenti.
Di certo queste vite sono state spezzate da leggi ingiuste che sbarrano qualunque possibilità di ingresso legale in Europa, anche ai richiedenti asilo, e da prassi amministrative scorrette che impediscono ai migranti sbarcati irregolarmente nel nostro paese l’esercizio dei diritti fondamentali, a partire dal diritto di difesa.
Adesso quelli che sono annegati non saranno rinchiusi nei centri di detenzione e rispediti poi alla disperazione dalla quale erano fuggiti. Almeno si risparmieranno altri trattamenti inumani e degradanti, come quelli che i loro compagni più “fortunati” subiranno non appena sbarcati nel nostro bel paese, prima di essere inesorabilmente rimpatriati.
Vergogna per chi sostiene le ragioni della tolleranza zero, alimentando la paura e l’insicurezza dei cittadini, con la paura dei clandestini, e comportandosi poi in modo di riprodurre all’infinito la spinta verso la clandestinità. Repressione e ancora repressione, all’infinito.

Ricordiamo tutte le vittime dell’immigrazione clandestina, da Semira Adamu, soffocata in Belgio con un cuscino dalla polizia mentre veniva imbarcata su un aereo per essere rimpatriata, alle stragi della Rades Kater e del Canale di Sicilia , dove trovarono una orribile morte centinaia di albanesi, di cingalesi, di tamil, di pakistani, esattamente identici ai tanti che abbiamo visto rinchiusi come esseri privi di ogni diritto nei centri di detenzione e nei nuovi centri di transito.

Sappiamo già che la prossima legge sull’immigrazione aggraverà ancora questa situazione e comporterà un costo ancora più alto di vite umane. Il proibizionismo dell’immigrazione, con lo sbarramento di ogni possibilità di ingresso legale, anche per i richiedenti asilo, produrrà ancora tragedie come quella che si è verificata in queste ore. I mezzi della nostra Marina potranno “fermare” le imbarcazioni anche in alto mare, magari nelle stesse condizioni nelle quali una imbarcazione stracarica può capovolgersi con facilità.

Si alimenterà ancora la spirale perversa di chi crea allarmismo agitando lo spauracchio dei clandestini che assaltano le nostre coste e poi crea le premesse per il riprodursi della clandestinità negando il permesso di soggiorno a chi lavora in nero e chiudendo persino l’ingresso ai lavoratori stagionali che si dirigono verso le regioni meridionali.
Presto anche coloro che restano ancora indifferenti davanti a questi fatti si accorgeranno direttamente, nella loro vita quotidiana, nei rapporti sempre più difficili con i migranti calpestati da leggi ingiuste e da prassi arbitrarie, delle conseguenze nefaste di questa politica di esclusione e di discriminazione. Anni di lavoro di mediazione e di integrazione sono andati irrimediabilmente perduti, e l’Italia sta diventando il paese europeo più vile ed ingiusto nei confronti dei migranti in cerca di lavoro o in fuga da guerre durature e persecuzioni di ogni genere.