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Niger – Protezione umanitaria per la vulnerabilità personale del richiedente nonché la generale situazione nella zona di provenienza (Agadez)

Corte d'Appello di Bologna, sentenza n. 2109 del 6 agosto 2018

Photo credit: Giacomo Zandonini (Un gruppo di migranti durante il trasferimento tra Dirkou e Agadez)

La Corte d’Appello di Bologna con la sentenza n. 2109 del 6 Agosto 2018 ha confermato la protezione umanitaria al richiedente nigerino concessa dal Tribunale di Bologna con ordinanza del febbraio 2017 ed avverso la quale l’Avvocatura dello Stato aveva proposto appello, contestando la sussistenza dei requisiti del permesso di soggiorno ex art. 5 co. 6 T.U. Imm.

Nella suindicata decisione i Giudici della Corte di Appello di Bologna, dopo aver confermato il giudizio espresso dal Tribunale sulla credibilità del richiedente e la descrizione fatta nell’ordinanza sulla situazione nel paese di origine, desunta dalle fonti internazionali (rapporti di Amnesty International), affermano il principio consolidato secondo il quale “il giudice della protezione internazionale può valutare, ai fini della protezione umanitaria, le medesime circostanze sulla base delle quali ha escluso il riconoscimento delle due misure maggiori, non essendo necessario dedurre fatti o ragioni diverse od alternative, senza che assuma alcun rilievo la possibilità per il richiedente di spostarsi in un’area geografica diversa del paese d’origine“.
Infine la Corte afferma che ai fini della protezione umanitaria nel caso di specie va considerato il fatto che il richiedente non ha alcun riferimento parentale in patria e che lì possa essere oggetto di emarginazione e discriminazione per essersi reso responsabile di una gravidanza fuori dal matrimonio.
In ultimo, la Corte valorizza il percorso di integrazione compiuto dal richiedente in Italia, tenendo in considerazione i principi recentemente espressi dalla Corte di Cassazione nella sentenza n. 4455/18.

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Corte d’Appello di Bologna, sentenza n. 2109 del 6 agosto 2018