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da Il Piccolo di Trieste del 19 marzo 2007

«No al Centro di identificazione»

L’assessore Antonaz chiede il blocco dei lavori all’ex caserma Polonio

Gradisca. «Il disegno di legge Ferrero-Amato non prevede i centri di identificazione. Ma a Gradisca in questi mesi i lavori sono proseguiti ed ora più che mai dobbiamo fermarli».
La presa di posizione arriva dall’assessore regionale Roberto Antonaz che, commentando le linee guida della bozza di disegno di legge sull’immigrazione redatto a quattro mani dai ministri dell’Interno e della Solidarietà sociale, sottolinea ancora una volta la propria contrarietà ai Centri di identificazione per richiedenti asilo (Cid).
Come noto, il territorio di Gradisca avrebbe dovuto ospitarne uno sempre nell’area dell’ex caserma «Ugo Polonio», proprio accanto al Cpt. Una seconda struttura sulla quale da mesi sono forti il dissenso e la preoccupazione degli enti locali, dal Comune («Non abbiamo i mezzi né la preparazione necessaria per far fronte all’impatto sul territorio di una simile struttura», aveva affermato il sindaco Franco Tommasini) alla Regione stessa, che attraverso lo stesso assessore Roberto Antonaz aveva ipotizzato «altre formule per l’identificazione che non la reclusione in centri di alcun tipo».
«I Cid sono un istituto della Bossi-Fini e come tale saranno superati – è l’auspicio di Antonaz -. Il disegno di legge Ferrero-Amato sull’immigrazione è migliorativo della vecchia legge e presenta notevoli passi avanti anche rispetto alla Turco-Napolitano. Per moltissime parti il disegno di legge nazionale assomiglia al nostro testo utilizzato per la legge regionale, che ha tuttavia una dimensione locale. E riguardo ai Cpt è sicuramente positivo che si parli di ”esaurimento” di questo tipo di strutture nel Paese».
Come anticipato ieri, dei quattordici Cpt italiani il disegno di legge Ferreo-Amato ne andrebbe a confermare, seppur con funzioni diverse, al massimo sei. Non è ancora chiaro se quello di Gradisca rientri in questa lista, ma tutto lascerebbe pensare di sì.
Per ciò che concerne il Centro di identificazione, che avrebbe portato Gradisca a «gestire» un numero massimo di 400 immigrati fra le due strutture (numeri inferiori solo al centro polifunzionale di Crotone, ndr), avrebbe dovuto essere pronto già entro l’estate, ma il «colpo di spugna» del governo Prodi potrebbe davvero aver rimesso tutto in discussione.
l.m.