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tratto da Peace Reporter

“Non demonizzate i Rom”

Intervista alla parlamentare europea Viktoria Mohàcsi, ungherese di origini Rom

Come ha accolto il decreto di espulsione per i rumeni accusati di ‘pericolosità sociale’ emesso nei giorni scorsi dal governo italiano?

Il decreto di emergenza facilita l’espulsione dei rumeni e dei rom con pochissime garanzie procedurali. Mi aspetto che vi sia la piena conformità alle normative europee e internazionali per la tutela dei diritti umani. Spero che le autorità italiane stiano applicando il decreto in modo misurato e mi auguro che si eviti di connotare il provvedimento con caratterizzazioni di tipo razziale. Anche le rappresaglie collettive nei campi Rom sono un fatto deprecabile. Spero inoltre che il governo italiano mantenga tutte le garanzie contro le espulsioni collettive e l’applicazione arbitraria della giustizia. Numerosi legali hanno espresso forti dubbi sulla legalità del decreto stesso.

Quali sono, a livello politico, le azioni da intraprendere per evitare un deterioramento dei rapporti tra il governo italiano e i suoi omologhi europei, specialmente quello rumeno?

Prima di tutto, i politici e i media italiani devono smetterla di demonizzare i cittadini rumeni, inclusi i Rom. Credo fermamente che il cosiddetto ‘pacchetto sicurezza’ e le ‘espulsioni’ non siano la risposta ai problemi della comunità rumena in Italia. Sia il vostro Paese che tutti i Paesi dell’Unione europea dovrebbero formulare strategie che abbiano come obiettivo l’inclusione sociale e l’anti-discriminazione. Tali politiche dovrebbero essere elaborate e adeguatamente finanziate per incoraggiare l’integrazione dei migranti di qualsiasi provenienza. Credo che questo sia l’unico modo per contrastare la povertà e l’esclusione, e a seguito di ciò anche abbattere la predisposizione a delinquere. Sfortunatamente, la discriminazione e l’inazione dei politici giocano un ruolo preponderante nel contribuire all’insuccesso di politiche di integrazione. Già dall’inizio del mio mandato avevo chiesto all’Unione Europea un approccio collettivo al problema. Credo che Italia e Romania dovrebbero cominciare ad affrontare il problema seriamente, altrimenti si verificheranno conflitti sociali ben peggiori nin futuro. Credo che l’Unione Europea sia il luogo deputato per affrontare la questione. alcune settimane fa, con altri 50 colleghi parlamentari, abbiamo inviato una lettera al governo sloveno, attuale presidente della UE, chiedendo una conferenza intergovernativa sui Rom. Ancora non abbiamo ricevuto risposta. La mia raccomandazione al governo italiano è che elabori una seria proposta da presentare all’Unione Europea.

Vi sono fondi che l’Unione Europea destina alla minoranza Rom in Europa? Se sì, come vengono spesi?

I fondi ci sono, ma sono esigui. Lo scorso anno la mia collega Els De Groen ha chiesto alla Commissione di relazionare al Parlamento sulla questione. La Commissione ha riferito che i vari fondi, tra cui quello per lo sviluppo regionale, hanno ammontato, nel periodo 2000-2005, a 250 milioni di euro. Se consideriamo che i Rom nel territorio dell’Unione Europea sono 100 milioni, per ciascuno di loro sono stati spesi, in cinque anni, meno di tre euro.

Come funziona il ‘Decennio per l’inclusione dei Rom’? Quali azioni concrete sono state adottate da questa istituzione?

Il Decennio per l’inclusione dei Rom non è un’istituzione. E’ un progetto di nove stati dell’Europa dell’Est – inclusa la Romania e 4 Stati membri della Ue – per facilitare l’integrazione dei Rom entro il 2015. Il Decennio è un’iniziativa giovane e il suo reale potenziale non è stato ancora raggiunto. Alcune politiche sono state avviate, ma senza il pieno coinvolgimento dell’Unione Europea, ci sono poche chances che l’inziativa, per quanto importante, abbia successo.

La situazione dei Rom in Ungheria è migliore rispetto a quella degli altri Paesi?

Direi di no. In Ungheria i Rom hanno gli stessi problemi che in tutti gli Stati membri. Sono soggetti a discriminazione ed esclusione sociale. Tuttavia, il governo ungherese ha messo in atto una serie di politiche, specialmente nel campo dell’istruzione, che sono una prima risposta alle esigenze dei Rom. In questo campo, l’Ungheria è molto più avanti dell’Italia. Rimango costernata di fronte a un Paese membro dell’Unione Europea e del G8 incapace di gestire problemi relativi ai più elementari diritti umani.

Quali sono le soluzioni possibili, secondo lei?

Italia e Romania devono trovare delle strategie per integrare sia i Rom che tutti gli altri migranti. Poi è necessario il coinvolgimento dell’Unione Europea nello sviluppo di politiche di integrazione sostenibili. L’Italia, inoltre, dovrebbe agire subito per accogliere la direttiva europea sull’uguaglianza razziale. Vorrei, in conclusione, sottolineare il fatto che, per gli episodi recenti accaduti in Italia, il crimine commesso è assolutamente da condannare. Ma non possiamo permettere che l’azione di alcuni individui faccia degenerare la situazione in xenofobia e razzismo. I pericoli di tali irresponsabilità sono ben noti, nella nostra storia.