Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Non possiamo che essere indivisibili

Da Macerata un appello del Csa Sisma e dei Centri Sociali delle Marche per l'assemblea nazionale del 10 febbraio 2019

Uno degli effetti che questi tempi cupi producono sul presente è quello di far apparire tutto come ineluttabile e inevitabilmente in declino. E’ come se le macerie della politica e del discorso pubblico oscurino la vista di quello che c’è al di la e al di sopra di loro, intrappolando non solo chi dalle macerie rimane materialmente schiacciato ma anche la prospettiva e la visuale, lo sguardo d’insieme.

Da un anno a questa parte invece, grazie al lavoro di realtà con sensibilità e percorsi diversi, si stanno rovesciando pietre e facendo rotolare massi per provare ad andare oltre il presente che rimane, come negarlo, molto difficile. Si sono moltiplicate iniziative e mobilitazioni come non accadeva da anni, decine di migliaia di persone sono scese in strada in più occasioni su tematiche apparentemente diverse che però si intrecciano fino a creare un unico importante segnale, che ci dice che nulla è perduto. Uno dei momenti che hanno segnato le strade del 2018 è stato quello del 10 novembre a Roma, una giornata in cui in centomila abbiamo dimostrato che è possibile, necessario, urgente e indispensabile contrastare le misure antipopolari, razziste e repressive del governo a guida Lega-5Stelle.

Il percorso che ha portato a quella giornata e che continua da allora si è determinato perché è stato immaginato e attraversato fin dal primo momento in maniera aperta e inclusiva, ne è la prova l’adesione di centinaia di realtà che ne hanno fatto parte e continuano a camminare in maniera indivisibile lungo quel tragitto. Da quel 10 novembre si sono susseguiti incontri ed iniziative nazionali e territoriali, che hanno dimostrato che quei centomila erano solo una parte di chi vuole intraprendere una lotta contro i ladri del futuro.

La continuità di questo processo è quanto mai realtà e nel corso della partecipatissima assemblea del 16 dicembre a Roma si è deciso di convocare “un’assemblea nazionale domenica 10 febbraio a Macerata per la costituzione di un Forum permanente solidale contro il razzismo e l’esclusione sociale, uno spazio pubblico dove far convergere reti di solidarietà attiva e pratiche di lotta per i diritti e il cambiamento sociale”. La data e il luogo hanno chiaramente un valore simbolico e non sono state scelte a caso: proprio il 10 febbraio del 2018 infatti siamo scesi in strada in decine di migliaia per le vie di Macerata in risposta all’attentato fascista di una settimana prima; proprio quel 10 febbraio ci siamo trovati in tante e tanti, diversi, uniti e solidali; proprio quel 10 febbraio abbiamo dimostrato che nonostante le minacce del governo e l’ostracismo delle grandi organizzazioni nazionali è possibile lottare contro la politica della paura e dell’esclusione sociale.

Il 10 Febbraio di un anno fa abbiamo iniziato a rimuovere le macerie del terremoto che ha colpito Macerata: non quello naturale che ha fatto crollare case e spaccato montagne, ma quello che ha demolito lo Stato di Diritto, la falsa credenza dell’intoccabilità dei diritti fondamentali della nostra civiltà, la certezza dell’inviolabilità delle nostre libertà e delle nostre vite. Gli spari da mano fascista per le strade della nostra città sono stati una scossa di massima magnitudo, ma in realtà solo una delle tante di uno sciame sismico che continua a colpire tutti i territori della nostra penisola. Dopo un anno, sempre il 10 Febbraio, facciamo appello a tutti e tutte coloro che credono nella possibilità che le differenze non siano fonte di divisione, ma motore di una unità ancora più forte, con la quale contrastare un processo di imbarbarimento sempre più violento ed aggressivo. Naufraghi lasciati morire in mezzo al mare, porti che vengono chiusi, espulsioni e deportazioni, sgomberi selvaggi di case, persone e famiglie lasciate in mezzo alla strada, negazione delle residenze, negazione del diritto di asilo, apertura di nuovi CPR, restrizione delle libertà e aumento delle pene per gli oppositori e gli attivisti.

Il caso di Madalina Gavrilescu, a questo proposito, assume i caratteri del paradigma storico: donna, immigrata, cittadina rumena, precaria, occupante di casa, attivista dei Movimenti per il Diritto all’Abitare di Roma, riceve una notifica di espulsione dall’Italia per cinque anni per la sua partecipazione a molte manifestazioni, perchè….. «gli atti e i comportamenti posti in essere, anche reiteratamente, dal soggetto sopra generalizzato evidenziano la mancanza di integrazione». Siamo a fianco di Madalina, nostra sorella, con lei vogliamo continuare il percorso che consenta la presa di parola della parte degna di questo paese che, al di la delle macerie urla con forza il proprio disprezzo contro la deriva verso cui chi ci governa vorrebbe portarci.

10 Febbraio 2018, 10 Novembre 2018, 10 Febbraio 2019….. Il numero 10 per i Maya rappresentava la fine di un ciclo ed l’inizio di un altro. Per altri il simbolo del maschile e del femminile, per altri ancora il simbolo dell’unità… Vogliamo pensare che il 10 febbraio 2019 sia un altro passo avanti della storia che stiamo scrivendo tutti e tutte insieme, dando vita ad un’assemblea che sappia essere realmente “operativa”, in cui il confronto non sia identitario e ideologico, ma libero scambio di idee, sperimentazioni e pratiche rivolte al sabotaggio di tutte quelle norme che colpiscono la vita fin nelle sue forme primarie di sopravvivenza. Per queste ragioni e per cercare di rendere il più efficace possibile il tempo che avremo a disposizione, vogliamo proporre un primo tracciato di discussione per l’assemblea del 10 febbraio, invitando tutti e tutte ad integrare, modificare o condividere eventuali contributi.

PROPOSTA DI MAPPA PER LA DISCUSSIONE

LO SPAZIO PUBBLICO
Abbiamo bisogno di uno spazio pubblico, aperto, reperibile, capace di costituire uno stabile riferimento per le mobilitazioni, il confronto e la diffusione delle informazioni sui terreni di intervento che abbiamo voluto porre al centro del nostro agire comune. Le politiche governative ed il loro impatto nel consolidamento e nella radicalizzazione delle pratiche discriminatorie, razziste, di espropriazione e marginalizzazione dei settori sociali più colpiti dai processi di impoverimento e disaggregazione, hanno prodotto un diffuso bisogno di reagire, a cui corrisponde una richiesta sempre più forte di strumenti e luoghi dove i bisogni possano incontrarsi ed autorganizzarsi. Come possiamo fare in modo che il Forum costituisca una delle risposte efficaci a questa necessità, che lo spazio pubblico sia effettivamente tale e, quindi, intercettabile anche da chi non ha conosciuto il nostro percorso o, comunque, non ne ha fatto parte? Di quali strumenti possiamo dotarci per garantire un piano comunicativo adeguato e che sappia essere bi-direzionale, capace, cioè, sia di introitare le informazioni che affluiscono all’interno, sia di rilanciare verso l’esterno le proposte e le informazioni elaborate collettivamente?

CONTINUITÀ DELLE MOBILITAZIONI
Nel volgere delle poche settimane che ci separano dal 10 novembre, il contesto all’interno del quale ci troviamo ad intervenire è già mutato. Il D.L. Salvini è “Legge dello Stato” ed il salto di regime nelle politiche in materia di immigrazione e sicurezza aggredisce già pesantemente la quotidianità di noi tutti. In questa fase è determinante tenere viva la mobilitazione, ma anche ripensarla all’interno del contesto modificato. Con quali strumenti possiamo sviluppare una diffusa campagna di boicottaggio del Decreto Legge e della sua applicazione? Come sviluppiamo ed intrecciamo i percorsi di accoglienza alternativi ed il protagonismo degli operatori che vogliono ribellarsi ai diktat del ministero dell’interno? Come affrontiamo sul piano della mobilitazione la tematica dei respingimenti in mare, della chiusura dei porti e dell’enorme lager per migranti oggi costituito dalla Libia? Con quali forme, tempi e modalità possiamo immaginare le prossime mobilitazioni comuni?

INDIVISIBILI NELLA PRATICA
Essere indivisibili non è un’enunciazione di principio, ma una scelta di campo che coinvolge primariamente il nostro agire collettivo. Le nuove disposizioni in materia di sicurezza aggrediscono violentemente gli spazi di vita nelle nostre città, i luoghi individuali e collettivi di organizzazione e riappropriazione ad uso sociale di beni e strutture. Il diritto a manifestare e l’attivismo sociale sono sottoposti ad una costante azione di restrizione e ad un sistematico tentativo di silenziamento. E’ necessario che le tematiche della “sicurezza urbana”, del diritto all’abitare, della difesa delle occupazioni e dell’opposizione agli sgomberi, siano parte integrante delle nostre future prospettive di azione. L’entità dell’attacco è tale da richiedere a noi tutti la determinazione e la generosità di mettere in comune la capacità di risposta e di resistenza a difesa di ogni singola parte. Quel “patto di mutuo soccorso” di cui abbiamo parlato nelle nostre precedenti assemblee come può strutturarsi, come può diventare un dispositivo di intervento efficace e tempestivo, attraverso cui andare anche oltre il piano meramente difensivo?

CONTRO LA DETENZIONE AMMINISTRATIVA PER UNA REGOLARIZZAZIONE GENERALIZZATA
Le politiche discriminatorie e razziste attuate dal governo giallo-verde ed i nuovi assetti normativi posti al loro servizio condannano alla clandestinità migliaia di persone che già vivono nel nostro Paese. Tale situazione verrà utilizzata per creare nuovo allarme sociale e dare nuovo impulso alle detenzioni amministrative, alle espulsioni ed ai respingimenti. La battaglia contro la realizzazione dei CPR è una battaglia centrale. L’assemblea di Milano del 19/01/2019 “No Cpr – No DL Salvini” e le mobilitazioni cittadine che l’hanno preceduta, hanno focalizzato la questione ed individuato un primo tracciato di intervento che dobbiamo assumere nella discussione e nella realizzazione delle prossime iniziative. Alle logiche reclusive ed espulsive dobbiamo contrapporre la proposta di una regolarizzazione generalizzata, che abbia la capacità di essere un ulteriore strumento di espressione e soggettivazione dei migranti espulsi dai loro diritti primari.

UNIRE LE LOTTE
Ogni terreno di intervento è inevitabilmente interconnesso. Senza perdere la specificità di ogni percorso, è, tuttavia, necessario praticare i luoghi, i momenti e le occasioni in cui tale connessione può emergere ed assumere forza comune. I flussi migratori che costringono ogni anno milioni di persone ad abbandonare la propria terra sono spesso il prodotto di gravi devastazioni ambientali conseguenti allo sfruttamento dei territori e dei cambiamenti climatici che sottraggono ad intere popolazioni le condizioni minime di esistenza. La “Marcia per il clima, contro le grandi opere inutili” prevista a Roma per il 23 marzo, crediamo che debba essere assunta dall’assemblea di Macerata come uno dei principali appuntamenti di mobilitazione dei prossimi mesi, all’interno del quale portare la connessione esistente tra cambiamenti climatici e migrazioni forzate a cui corrisponde la connessione delle lotte che si producono su entrambi i terreni.

APPROFONDIRE L’ANALISI PER QUALIFICARE L’AZIONE
La velocità dei cambiamenti e la complessità delle trasformazioni richiedono anche uno sforzo comune nell’analisi e nell’interpretazione del contesto all’interno del quale ci muoviamo. Troppo spesso il bisogno di confrontare visioni e letture rimane frustrato all’interno di assemblee con tempi contingentati e finalità inevitabilmente più calibrate sul piano delle “risposte” piuttosto che su quello dell’analisi. Per questo crediamo che sia importante dedicare al confronto momenti specifici che consentano una riflessione non frammentaria ed occasionale. Nell’assemblea del 10 febbraio dovremmo riuscire a concretizzare la proposta, già emersa nell’assemblea di Roma, di realizzazione di un meeting che possa costituire uno spazio aperto di analisi e di confronto e che possa avere una sua continuità nel tempo.

Ci vediamo tutti e tutte a Macerata il 10 febbraio!
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