Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Non siamo solo braccia! Limiti e insufficienze della nuova “regolarizzazione”

Un incontro di approfondimento a cura di Padova Città aperta (Venerdì 29 maggio alle ore 18.00)

Non siamo solo braccia!
Limiti e insufficienze della nuova “regolarizzazione”

Un incontro di approfondimento a cura di Padova Città aperta
Venerdì 29 maggio alle ore 18.00
in diretta dalla pagina Fb e sul sito www.padovacittaaperta.net

Saranno nostri ospiti:
Salvatore Fachile e Marco Paggi (Avvocati di A.S.G.I. – Associazione per gli studi giuridici sull’Immigrazione)
Stefano Bleggi (Progetto Melting Pot Europa- Campagna Siamo qui – Sanatoria subito)
Mamadou Kvassi (Csa Ex Canapificio Caserta)
Andrea Segre (Per Cambiare L’Ordine delle Cose – Forum Nazionale)

Introduce: Omid Firouzi Tabar (Ricercatore non strutturato, Sconfinamenti Padova)

Possiamo dire che ha vinto ancora una volta la Legge “Bossi-Fini”, tuttora, lo ricordiamo, ossatura del quadro normativo in vigore sul tema delle migrazioni.

Questo Governo, che tra l’altro non ha ancora messo mani ai “Decreti Salvini”, attraverso questa misura contenuta nel “Decreto rilancio” conferma un orientamento, ormai politicamente trasversale: la/il migrante è considerata/o – se non come invasore, nemico pubblico ecc – come mera forza lavoro da collocare in caso di necessità in certi settori, come manodopera malamente contrattualizzata e a basso costo. L’emersione e l’inclusione nel quadro giuridico avviene non in quanto soggetti titolari di diritti, dignità e autodeterminazione, ma come braccia utili a sostenere settori economici in crisi.

Questo Decreto dunque conferma che è soltanto in termini subordinati che oggi le istituzioni immaginano l’inclusione delle/dei migranti, individui visibili quando producono valore economico attraverso lo sfruttamento, invisibili o stigmatizzati quando rivendicano diritti di cittadinanza.

Riteniamo in questo senso che la “regolarizzazione” previste contengano – pur rappresentando un primo, fragile, punto di partenza utile per l’emancipazione di molti soggetti – il limite di rivolgersi soltanto ad alcune categorie di persone in connessione con specifiche esigenze produttive.

Non possiamo accettare che gli esseri umani siano considerati dal quadro normativo, dai servizi e dal welfare soltanto in termini utilitaristici!

Pensiamo che debbano essere regolarizzati tutte/i le/i migranti senza documenti a prescindere dalla loro attuale o futura attività lavorativa e che i permessi di soggiorno debbano essere di lungo periodo per evitare il ripresentarsi delle condizioni di vulnerabilità, estrema precarietà e in definitiva enorme ricattabilità che sono proprio il terreno su cui prende forma la segregazione e la marginalizzazione sociale.

A partire da queste riflessioni invitiamo tutte/i a un momento di approfondimento per venerdì 29 maggio alle ore 18.00 per tornare a confrontarci su questi temi, riprendere con forza parola e ricominciare a tessere le fila di territori e città solidali, libere e antirazziste.