“L’ Europa si lascia guardare attraverso una gabbia di metallo e filo spinato (…)” inizia così il reportage di Stefania Parmeggiani che si è recata, come giornalista, nelle enclaves spagnole di Ceuta e Melilla, nel marzo del 2006, per documentare quello che accade in quei territori, dove migliaia di migranti africani aspettano, esposti alle violenze della guardia civil e dei militari marocchini, l’occasione per oltrepassare il filo spinato e provare a superare il Mediterraneo, verso un’Europa che appare sempre più lontana e soprattutto indifferente. Un’Europa indifferente, come le città della costa romagnola, oggetto ogni estate di repressione e controlli capillari sul territorio nel tentativo di sradicare un particolare fenomeno come quello dei venditori ambulanti.
Abbiamo chiesto a Stefania di riassumerci brevemente questo intenso viaggio, non solo da un punto di vista professionale ma soprattutto umano, viaggio che sarà approfondito nell’incontro “Vite là fuori” che si terrà venerdì 14 luglio alle ore 21:00 presso il Laboratorio Sociale Occupato Paz di Rimini in collaborazione con l’Associazione No Border, un incontro, un’occasione per riflettere su ciò che accade lontano da noi, ma forse non troppo lontano, dal momento che le strategie di controllo e di repressione delle migrazioni appaiono sempre più simili e trasversali, in Marocco, come a Rimini o altrove.
– Ascolta l’intervista a Stefania Parmeggiani (giornalista)
– Scarica e leggi il reportage pubblicato su Carta n. 20/06
Per approfondire:
– La costruzione della nuova frontiera a Melilla
– Gli abitanti delle foreste di Ceuta, Melilla e Oujda: sguardi verso l’Europa
– Nord Africa – Le politiche europee viste dall’altra sponda del Mediterraneo
– Canarie – Allarme cayucos o nuove strategie geo-politiche?