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On line il sito “Storie migranti”

Intervista con Federica Sossi, coordinatrice del gruppo redazionale

Dal 18 gennaio è on line il sito “storie migranti” (www.storiemigranti.org).
Il progetto è di costruire una storia delle migrazioni attraverso i racconti dei migranti.

D. Da cosa nasce l’idea di questo progetto? Qual è la particolarità di questo sito rispetto ai tanti già sul web che trattano il tema delle migrazioni?

R. L’idea di questo sito nasce dal fatto che a noi gruppo redazionale sembrava che, per quanto ci fossero tanti altri siti sulle migrazioni, nessuno di essi prestasse particolare attenzione all’idea di una possibile storia delle migrazioni raccontata dal punto di vista dei protagonisti.
Per storia delle migrazioni intendo infatti non una storia al singolare ma una storia necessariamente plurale che noi vogliamo costruire esclusivamente attraverso i racconti dei migranti e le interviste fatte loro.

D. Quale particolare tipo di prospettiva ci restituisce il fatto di leggere direttamente le parole dei migranti?

R. Le loro parole permettono di costruire una storia del presente, necessaria perché molti degli elementi che costituiscono l’universo delle attuali migrazioni rimangono invisibili, non detti, sfuggenti rispetto ai discorsi che solitamente hanno diritto di parola. Nel sito infatti ci saranno interviste e racconti dei migranti stessi che abbiamo cercato di trasporre nel modo meno mediato possibile. Quello che solitamente succede quando si parla e si scrive di immigrazione è che chi lo fa interviene con tutta la sua autorialità, inglobando così, in un certo senso, le parole dei migranti all’interno del suo orizzonte di riferimento. È un problema che abbiamo sperimentato in prima persona anche noi della redazione del sito che siamo tutte persone che si sono ritrovate in vari modi impegnate sui temi delle migrazioni.

D. Qual è allora il significato profondo da attribuire alla raccolta di queste parole migranti?

R. Il gruppo redazionale è partito dal constatare che rispetto alle attuali migrazioni non si riuscirà a formare un ‘archivio’ in senso classico, ovvero un luogo in cui i documenti si depositano e sul quale un domani gli storici potranno lavorare. O meglio, ci sarà un archivio, ma potrà parlare soltanto il linguaggio del potere, dai permessi di soggiorno alle espulsioni. Questo anche perché le forme di comunicazione del mondo contemporaneo non lasciano dietro di sé quelle tracce che in un tempo meno ‘tecnologico’ erano costituite dalle lettere, dai diari, dalle fotografie, su cui poi gli storici hanno lavorato per ricostruire la storia delle migrazioni riuscendo a coglierne tutta la complessità e la vita delle soggettività in gioco.
Proprio per questo, riteniamo necessario che, rispetto alle migrazioni, oggi, si sperimenti una storia del presente a partire dalla pluralità di voci, spesso inascoltate e talvolta non comprese, degli stessi soggetti protagonisti delle migrazioni, e che tale storia venga restituita, per così dire ‘in tempo reale, nel momento stesso in cui accade e non a posteriori.

D. Quali criteri sono stati utilizzati nella raccolta delle interviste?

R. Abbiamo a lungo discusso – nelle nostre riunioni che avvengono via skype perché abitiamo in luoghi e paesi diversi – su quali interviste raccogliere e chi fossero i protagonisti di questa storia e ci siamo dunque confrontati a lungo sulla domanda: “chi è migrante?” La risposta che ci siamo dati è, come sempre accade quando si tratta di definizioni, in qualche modo limitante ma ci sembrava la più appropriata per la realizzazione di questo sito.
Abbiamo innanzitutto considerato il rapporto che esiste tra le migrazioni e lo spazio inteso non in quanto ‘paese d’origine’ o ‘paese d’arrivo’, perché questo riporterebbe le soggettività migranti unicamente alla loro relazione con lo Stato. Per noi invece era importante dare l’idea dello spostamento nello spazio e dello spazio che tutte le migrazioni comportano.
Secondo la nostra definizione, allora, sono migranti anche coloro che hanno bisogno di attuare continuamente quest’azione dello spostamento nei luoghi in cui risiedono. Per questo, per quanto in senso letterale non si siano mai spostati, consideriamo migranti anche, per esempio, i ragazzi o le ragazze nati in Italia da genitori che non abbiano la cittadinanza italiana e che a causa delle politiche di controllo delle migrazioni vivono comunque una dimensione sospesa rispetto allo spazio in cui si trovano.
Di contro, non consideriamo come ‘migranti’ un italiano in Albania o un francese in Marocco, perché essi non incontrano alcun ostacolo rispetto al loro essere in quello spazio.

D. In quale modo le interviste e i racconti dei migranti così definiti sono state distribuite all’interno del sito?

R. rispetto alle interviste nel sito ci sono due rubriche principali. Una dedicata alle interviste e a i racconti dei migranti e una alle politiche migratorie e ai dispositivi di controllo. Nella prima tutte le interviste e tutti i racconti che ci sono arrivati e che ci arriveranno vengono collocati in base al continente e allo Stato in cui sono state raccolte o in cui sono stati scritti, proprio per evitare quella continua riduzione agli Stati-nazione attuata rispetto ai migranti dai discorsi ufficiali.
Ci sembrava però opportuno dedicare anche uno spazio ai modi in cui le politiche migratorie pensano di attuare il controllo delle migrazioni e lo abbiamo fatto e lo faremo attraverso delle interviste alle istituzioni.
In questa rubrica abbiamo dedicato anche uno spazio ad una ‘cronologia delle migrazioni’ in cui abbiamo riportato e riporteremo di mese in mese gli eventi a nostro avviso più significativi sia dal punto di vista delle politiche migratorie, sia dal punto di vista dell’autorganizzazione del migranti.

D. Entrando dentro il sito ci si imbatte immediatamente nell’immagine di un mondo rovesciato. Perché?

R. Pensiamo che, da un lato, le ‘storie migranti’ abbiano il potere di cambiare le rappresentazioni dello spazio a cui siamo abituati e, dall’altra parte, che i migranti, esercitando la propria mobilità, modifichino continuamente gli spazi che attraversano e in cui risiedono, tanto rispetto ai confini convenzionalmente tracciati nelle carte geografiche e politiche, quanto rispetto a quelle nuove forme di confinamento che le politiche di controllo delle migrazioni comportano.

Il gruppo redazionale di storie migranti chiede a tutti e a tutte di partecipare alla costruzione di questo sito inviando le proprie interviste o i propri racconti a [email protected]

(Redazione Melting Pot)