Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Il Resto del Carlino del 29 gennaio 2004

Ore ad alta tensione Insorge il Cpt, clandestini sui tetti

Blitz a sorpresa dei Disobbedienti

di Emanuela Naldi

Un blitz a sorpresa per tentare di violare, ancora una volta, quella che in gergo ‘disobbediente’ viene chiamata la ‘zona rossa’. L’obiettivo, neanche a dirlo, è il Centro di permanenza temporanea. Una protesta, quella organizzata dai No Global guidati da Gianmarco De Pieri davanti al centro di via Mattei, che ha impegnato, dentro e fuori la struttura, per quattro ore poliziotti, carabinieri e vigili urbani.
La mattinata ad alta tensione è iniziata alle 11 in punto, quando una cinquantina di Disobbedienti si sono dati appuntamento davanti ai cancelli principali mentre tre di loro, armati di scala e forbici hanno reciso il filo spinato sul muro di cinta posteriore riuscendo a entrare in quella che la Questura ha poi definito ‘terra di nessuno’: e cioè lo spazio che dal muro che affaccia sulla ferrovia suburbana corre fino alle alte inferriate che delimitano il lato posteriore del Cpt.

Altri due No Global sono poi riusciti, durante la lunga attesa (la richiesta perentoria di De Pieri e compagni era quella di far arrivar il prefetto Vincenzo Grimaldi) a raggiungere i tre manifestanti che per primi avevano invaso quel lembo di terra con tanto di striscione ‘Nessun uomo è illegale’ scritto in quattro lingue e affisso alla cancellata.
E a disobbedire non sono stati solo i No Global ma anche gli immigrati ospiti del Centro di permanenza temporanea che si sono appollaiati in una ventina sui piccoli tetti di plastica che affacciano su via Mattei, proprio davanti al camioncino No Global dal quale venivano lanciati slogan tra musica reggae e sound ‘militante’. A torso nudo, nonostante il gelo di quella lunga attesa, uno di loro si è poi reso protagonista di un episodio di autolesionismo, mostrando alcune piccole ferite alle braccia e al ventre, probabilmente provocate da una lametta da barba mentre gli altri immigrati hanno continuato a ‘dialogare’ con i manifestanti lanciando fuori dai cancelli appallottolati in guanti e calzini, un paio di messaggi scritti per lamentarsi delle condizioni di detenzione.

«Il Cpt va chiuso — è stato lo slogan ribadito dal leader del movimento, Gianmarco De Pieri — che ha anche chiesto la sospensione della convenzione con la Croce Rossa Italiana». Alle 15,15 è arrivato l’ordine di sgombero e i poliziotti in tenuta antisommossa hanno fatto irruzione sbloccando la situazione. Sollevati di peso i cinque No Global sono stati quindi accompagnati fuori dal muro di cinta senza particolari problemi e tra gli applausi della ventina di ‘colleghi di protesta’ rimasti ad attenderli, hanno sciolto le righe dopo un piccolo corteo che ha rallentato il traffico su via Mattei. «I parlamentari vicini ai Disobbedienti chiedano, da domani, di visitare la struttura per evitare che ci siano ritorsioni nei confronti degli ospiti del centro», è stato il contenuto dell’appello di De Pieri al termine della manifestazione, e se la Digos non conferma alcun provvedimento a carico dei cinque No Global che hanno violato la prima recizione della struttura è chiaro che a questo punto, gli estremi per una denuncia a piede libero per danneggiamento (visto il filo spinato tagliato e le scritte sui muri disegnate dai manifestanti e dagli ospiti del Cpt) ci sono tutti. «Siamo pronti a far fronte processualmente alla situazione — è stata la risposta secca dei portavoce del movimento — ma quelle che ci preoccupano realmente sono le possibili ritorsioni contro i migranti rimasti all’interno» .