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Padova – I nuovi italiani a ritmo di Hip Hop con i “Fratelli Kamikazer”

La realtà di una generazione lanciata nel vuoto. I giovani figli di "stranieri" cantano la realtà di Padova tra diritti ed ingiustizie

Alla Ciclofficina la Granada a Padova si è svolta una delle tappe, dopo Treviso e Vicenza, del giro con Ismail Dawood di “un Ponte per”, dedicato a promuovere la Carovana Libertè e democratie che si recherà in Tunisia per partecipare al Forum Sociale Mondiale e visitare i progetti dell’Associazione Ya Basta volti all’attivazione di tre Media Center nel sud della Tunisia.

Ismail Dawood dopo aver presentato il senso del Forum sociale mondiale nello scenario dei paesi della “primavera araba”, si è soffermato sull’importanza che ha avuto nelle mobilitazioni la connessione tra uso della rete e piazza. Una comunicazione vissuta attraverso i social media che si è innervata in una mobilitazione reale e concreta di migliaia di giovani, di uomini e donne che hanno scelto di scendere in strada per aprire un percorso di cambiamento. Un cambiamento che è ancora in atto, con tutta la complessità e le contraddizioni di ogni reale processo rivoluzionario, nel senso della costruzione di un presente ed un futuro diverso.

La partecipazione attiva delle donne, la ricerca di forme di democrazia e libertà reali si scontrano con i processi di governance attuati dai partiti islamici al potere, che si muovono nel quadrante geopolitico con innumerevoli appoggi.

La ricerca di un cambiamento, quello della primavera araba – dice Dawood – è il solo antidoto alle dittature, a differenza degli interventi militari, come in Iraq, che sul lungo periodo ripropongono schemi di privazione di libertà e democrazia. Esemplificativa la realtà irachena a dieci anni dall’inizio delle operazioni militari contro l’Iraq di Saddam Hussein o la situazione in Afghanistan.

Ad accompagnare la serata dopo l’incontro con Ismael, le musiche hip hop dei giovani figli di migranti padovani, i “Fratelli Kamikaze”, insieme alla crew Cus-cus-klan Crew.

Testi semplici e espliciti che raccontano la situazione di chi, nato a Padova, in Italia, in Europa si sente trattato da straniero. Una descrizione lucida della situazione di una generazione che si definisce “kamikaze” perchè lanciata in una situazione irreale: nè cittadini a pieno titolo, nè migranti. Frasi e rime dedicate ad una città Padova, dove, come in molte altre, i diritti vengono calpestati per italiani e non, dove la crisi devasta la vita di molti imponendo la precarietà come condizione di vita e dove, troppe volte, polizia e repressione sono la risposta a problemi di carattere sociale.

L’Hip Hop dei “Fratelli Kamikaze” non fa tremare solo per i bassi. E’ crudo, senza mediazioni, sfacciato ed a tratti irriverente. Un mix di frustrazione e amore per la vita che spinge il gruppo a raccontare una vita senza orizzonti, con il sogno di una vita degna che fa i conti con la strada.

Una serata che ha intrecciato nella Ciclofficina La Granata, luogo di aggregazione legato alla Polisportiva San Precario e a chi pensa che lo sport sia un diritto per tutti, le due sponde dell’Euromediterraneo nell’idea che questo spazio politico si trasformi in uno spazio di diritti e dignità.

Prossimo appuntamento a Padova per promuovere la Carovana Libertè e democratie domenica 24 marzo al CSO Pedro.

Intervista ai “Fratelli Kamikaze”