Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Padova – Incontro “Il confine che ci attraversa”

Melting pot Europa e UniNomade NordEst
presentano:

Il confine che ci attraversa
Dai CpT alle ronde padane, dall’effetto Catania alle nuove dimensioni della cittadinanza

Martedì 27 febbraio
ore 18.00

c/o Officina Sociale Kilombo
via Gradenigo 8 zona Portello
Padova

Ne discutiamo con:
Giuseppe Mosconi
Università di Padova
Sandro Chignola
Università di Padova
Roberto Cipriano
Tpo Bologna

Presentazione della Guida informativa per venditori ambulanti a cura di Melting pot Europa e LibRiot

Il dibattito intorno alle nuove proposte di riforma in materia di immigrazione, insieme al rapporto della commissione De Mistura sui CpT, nutre oggi una discussione complessa e articolata sulle strategie di governo della mobilità globale.
Il piano su cui collocarla ci proietta immediatamente sul livello europeo, e introduce la questione della cittadinanza.
E proprio a livello europeo diventa evidente che il problema davanti al quale ci troviamo non è più quello di interpretare i CpT come istituti di regolazione delle espulsioni dallo spazio geopolitico continentale,
piuttosto quello di assumere il loro ruolo in una strategia che ha come asse dominante il principio del governo della transitorietà dei migranti.
Governare la transitorietà diventa, sul piano europeo, la strategia complessiva che consegna alla nostra discussione un nuovo ambito in cui inserire il ruolo dei CpT.
Governare la transitorietà significa in primis costruire livelli diversificati di acquisizione di diritti, sempre transitori, che corrispondono a diversi livelli di cittadinanza.

…non siamo noi ad aver attraversato il confine, ma è il confine che ci ha attraversati…

Ma a poco servirebbe tenere questa discussione separata dal contesto sociale, culturale e politico in cui questo dibattito è innervato.
La figura del migrante non è soltanto oggetto della normativa che lo riguarda, ma anche soggetto attivo nella costruzione del mondo che ci circonda.
L’enfatizzazione dello stato d’eccezione che ci consegna il concetto di sicurezza come variabile indipendente e valore assoluto nella gestione della vita è costruito proprio intorno a questa figura e investe, travolgendoli, tutti gli ambiti del vivere quotidiano.
Ne consegue uno speculare rapporto che intreccia diversi livelli del controllo a diversi gradi di cittadinanza, temporanei e parziali.

Il nuovo piano su cui si misurano le nuove e più raffinate strategie di controllo è quello della governance, e si articola su un variegato sistema di dispositivi che ridefiniscono la gestione della vita nelle città.
La sicurezza è organizzata in maniera orizzontale da ronde o da associazioni di volontari, mentre il decreto post-Catania sancisce uno stato permanente di emergenza che va ben oltre la questione delle tifoserie.
Un nuovo assetto nella gestione della vita nelle metropoli va delineandosi: un complesso sistema di dispositivi che assume l’elemento biopolitico come condizione stessa della loro possibilità di funzionamento.
Il controllo, viene interiorizzato come elemento della soggettività, il CpT è tutto intorno a noi, ed essere partecipi della sua costruzione è il processo nel quale tutti siamo coinvolti.
Il disegno apparentemente perfetto fa però i conti con se stesso, con il nesso bio-politico che ne è pre-condizione, ed ha continuamente bisogno di legittimarsi.
Le metropoli, in continua metamorfosi, diventano così lo spazio dentro al quale si gioca questo rapporto di forza continuamente rinnovato.
Le strategie della governance sembrano allora entrare in crisi proprio per la loro stessa natura.

verso la manifestazione nazionale contro i CPT
3 marzo – Bologna