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da Il Mattino di Padova del 2 marzo 2011

Padova – Migranti in Prefettura spiraglio di speranza I 13 scendono dal Santo

Il vicario: «Ora valuteremo ogni singolo caso» Presidio in Basilica, Berno presenta una denuncia

«Il vicario del prefetto non ha accolto le nostre richieste, dunque niente blocco delle espulsioni e nessuna garanzia per la concessione da parte del pm di un permesso speciale per protezione sociale fino alla chiusura dell’inchiesta sulla “sanatoria truffa”. Però da Palazzo Santo Stefano abbiamo ricevuto l’assicurazione che considereranno caso per caso le espulsioni di chi è stato vittima di truffa dopo la sanatoria del 2009 e ha denunciato il fatto». Per la delegazione (due migranti più Nicola Grigion, esponente di Melting Pot e un avvocato pro bono di Razzismo Stop) che ieri pomeriggio è salita in Prefettura per discutere la situazione degli immigrati (13) abbarbicati sulla facciata del Santo, questo è un successo.

Si apre così una breccia nella situazione degli stranieri, nigeriani, senegalesi e marocchini che sono scesi in piazza per protestare contro le espulsioni dopo essere stati truffati da una vera e propria associazione criminale. Ieri in piazza Antenore c’erano quasi duecento persone, fra cui una sessantina di immigrati senza permesso di soggiorno che hanno riferito di essere stati truffati. Alcuni sventolavano la denuncia. «Sappiamo che non abbiamo ricevuto né rassicurazioni né garanzie – scandisce Nicola Grigion alla piazza – Ma la nostra valutazione è positiva perché si apre una prospettiva nuova».

Con questo spirito, che ha mosso il gruppo di migranti a consegnare la lettera aperta al Prefetto, venerdì pomeriggio sarà consegnata copia della missiva in Procura. L’appello arriva dopo quattro giorni di accampamento di una quarantina di migranti in piazza Antenore e dopo una notte trascorsa da tredici di loro sull’impalcatura della Basilica del Santo. Al Santo hanno chiesto protezione, i cristiani (soprattutto nigeriani) per fede, quelli musulmani (senegalesi e marocchini) per rispetto di un simbolo mondiale di carità e giustizia. La stessa giustizia che in questi giorni hanno invocato alla società civile. L’appello è già stato sottoscritto da numerose associazioni e, dopo alcuni giorni di silenzio, da alcuni politici locali. Ci sono le comunità nigeriana e senegalese di Padova, naturalmente gli esponenti delle Associazioni Razzismo Stop e Progetto Melting Pot, che da subito hanno affiancato i protestanti. Inoltre l’avvocato Anna Maria Alberghetti, presidente della camera penale e numerosi colleghi come Aurora D’Agostino e il magistrato Giovanni Palombarini. Del mondo politico Daniela Ruffini, presidente del consiglio; Alesando Zan, assessore all’ambiente; Paolo Benvegnù, segretario di Rifondazione Comunista e Giuliana Beltrame, ex consigliera di Rifondazione. Non poteva mancare l’Università, fra i nomi di spicco il docente e filosofo Umberto Curi; il professore di palazzo Maldura Adone Brandalise e il sociologo Giuseppe Mosconi. Poi lo scrittore Massimo Carlotto; la Cgil, la Fiom e i Cobas; una sfilza di associazioni e comitati e naturalmente i primi sostenitori: il Centro Sociale Pedro, Reality Shock e il Laboratorio Universitario Crack. Ma anche normali cittadini. Nel frattempo, Gianni Berno, capogruppo del Pd in Comune nonché presidente della Veneranda Arca del Santo ha presentato una denuncia contro ignoti per l’intrusione abusiva nel cantiere del Santo da parte dei migranti. «E’ un atto dovuto», ha spiegato.