Alcuni giorni fa il sindaco di Padova Massimo Bitonci ha annunciato a reti unificate della provincia la volontà di sgomberare Casa Don Gallo, un’esperienza abitativa e di socialità che da due anni ha garantito reddito indiretto a centinaia di rifugiati e richiedenti asilo della città. Casa Don Gallo ha infatti rappresentato una risposta alla carenze del sistema di accoglienza, che si ferma all’emergenza e al primo contatto, senza prevedere né veri e propri percorsi di inserimento nel tessuto socio-economico della città né la garanzia dei diritti e delle tutele basilari per i migranti che arrivano e che restano nei nostri territori. Questa esperienza è stata condivisa e sostenuta da molte realtà della società civile, da Padova Accoglie fino a Medici Senza Frontiere, proprio per la sua capacità di riempire dal basso questo vuoto giuridico e sociale del sistema di accoglienza. Allo stesso tempo le disfunzioni strutturali e fisiche dello stabile che si sono create nell’ultimo periodo stanno rendendo difficile la prosecuzione della stessa esperienza: per questo è necessario, secondo gli occupanti, superare Casa Don Gallo e trovare delle soluzioni abitative ai suoi abitanti. Le decisioni dell’amministrazione devono interessare soprattutto questo aspetto, non possono limitare il discorso e le soluzioni ad un sgombero che provocherebbe soltanto ulteriori marginalità e povertà, deresponsabilizzando il Comune del suo compito fondamentale di garantire accoglienza e diritti per tutti.
Di seguito il comunicato di Casa Don Gallo che lancia un presidio sotto Palazzo Moroni per venerdì 8 luglio alle 18.00.
Il sindaco di Padova dice che bisogna chiudere Casa Don Gallo. Noi, i ragazzi che abitano questa casa da tre anni, siamo d’accordo. Siamo entrati lì perché nonostante fossimo rifugiati siamo stati messi su una strada; avevamo provato in tutti i modi a trovare una soluzione ma nessuno ci aveva ascoltato e solo allora abbiamo deciso di entrare in un posto abbandonato.
Da allora la nostra vita è stata molto difficile ma nonostante questo abbiamo dato accoglienza a moltissime persone che si sono trovate nella nostra situazione. Adesso siamo senza luce da dicembre e la vita a Casa don Gallo è diventata ancora più dura.
Ed è per questo che siamo i primi a dire che Casa Don Gallo deve essere chiusa.
Ma siamo anche i primi a dire che si deve provare a trovare una soluzione abitativa per i suoi abitanti prima di chiuderla.
Ed è per questo che venerdì 8 luglio alle 18 saremo davanti al comune: per chiedere alle istituzioni di questa città di sedersi attorno ad un tavolo insieme per superare Casa Don Gallo per la dignità dei suoi abitanti.