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Padova – Uniti verso il Primo Marzo. Al presidio arrivano i migranti della grù di Brescia

Il secondo giorno si consuma in un frenetico via vai di gente. La seconda notte trascorsa sotto la Prefettura. Alcune valutazioni e commenti

Il secondo giorno del presidio permanente sotto la Prefettura di Padova, in Piazza Antenore, per l’occasione ribattezzata Piazza della Libertà, si consuma velocemente.
Il cuore della città a pochi metri dallo storico Palazzo del Bo, dal Comune, dalla Chiesa di Sant’Antonio, si è trasformato in un crocevia di persone impegnate nella raccolta firme a sostegno dei migranti, nella raccolta fondi per le spese legali e soprattutto in riunioni e volantinaggi che hanno visto coinvolti lavoratori della logistica e del facchinaggio, studenti universitari, associazioni solidali.

La Prefettura tace ma il Presidio è lì, e si è preso il diritto di stare nel salotto buono della città del Santo ad interrompere il rituale pomeridiano del sabato di shopping per parlare di dignità e giustizia. Lo farà anche nella domenica senz’auto, nel prossimo lunedì di lavoro, nelle prossime notti e poi ancora se sarà necessaerio. Si tratta di una conquista: non una concessione formale, ma la vittoria dei tanti migranti ed attivisti che si sono materializzati in Prefettura, che hanno riscaldato la notte gelida di Piazza Antenore, che hanno ripreso in mattinata a mobilitarsi.

Nel pomeriggio di ieiri sono arrivati in “Piazza della libertà” i migranti saliti sulla grù a Brescia qualche mese fa, che hanno voluto portare il loro saluto con gli interventi di Arun e Jimmy.

La serata è iniziata con una cena, tutti insieme a fianco alla Tomba di Antenore. La notte, ancora gelida, è trascorsa.

Dietro di noi c’è una città vecchia, piena di silenzi, incastrata, povera e mentre il tam tam viaggia sui socialnetwork e si fa toccare con mano nel pomeriggio solare di sabato 26, Fiom, Adl-Usb e Cobas Scuola di Padova rimangono le uniche realtà sindacali che finora hanno sostenuto l’iniziativa sottoscrivendo insieme a molte altre associazioni e collettivi l’appello alle istituzioni cittadine, mentre tacciono le rappresentanze generali confederali ed i partiti. Venerdì pomeriggio il Sindaco ha rifiutato di concedere la parola al presidio durante la manifestazione/comizio contro il massacro in Libia ed ha annullato il breve tratto di corteo che sarebbe dovuto arrivare proprio alle tende dei dimostranti. Non solo una città vecchia, ma una città parrocchiale.

Davanti a noi invece lo spazio aperto dalla crisi, quello di nuove e ancor più determinate spinte per lo sfruttamento, la violenza e l’ingiustizia, ma anche quello su cui scrivere la nostra storia.
Il primo marzo è già cominciato e sarà in tutta Italia una grande voce che si aggiunge a quelle di tanti altri che rivendicano lo sciopero generale, l’apertura di una marcia per la democrazia che rimetta in movimento il Paese.

Si attende un prossimo primo marzo denso, perché il 2, il 3, il 4 marzo, possiamo ritrovarci tutti più forti. Dalle tante piazze contro il massacro in Libia, alle inizative contro la detenzione, il confinamento e per il diritto d’asilo europeo, che ci parleranno del nostro “essere materialmente a finaco dei giovani nord-africani”, dai tanti e differenti momenti di incontro e discussione alle occasioni di sciopero.
Ma non facciamone una questione rituale. Ciò che sta avvenendo nel mondo intorno a noi è estremamente vero e noi siamo nel bel mezzo di questo sconvolgimento euro-global-mediterraneo che forse mai così da vicino avevamo avuto modo di vedere.

Da Piazza della Libertà, a Padova, verso il Primo Marzo 2011.

Tutti uniti contro la crisi
Tutti uniti contro il razzismo

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