Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Padova: residenza anagrafica per tutt*!

Nella settimana di mobilitazioni #indivisibili che si concluderà con l'assemblea nazionale a Macerata

Accogliere, includere e sostenere le persone è un compito comune, i padovani lo sanno bene e la nostra città brilla per le azioni concrete di solidarietà e mutualismo messe in campo da centinaia di singoli ed associazioni.

Lavoriamo quotidianamente per reggere a una situazione difficile, precipitata nell’autunno a causa della legge 132/18, ovvero il “decreto Sicurezza”. Questo provvedimento, che prende il nome dal ministro dell’interno, è un dispositivo che genera divisioni, architettato per frammentare ulteriormente quel tessuto sociale che le realtà di base di Padova in questi anni, con molta fatica, hanno saputo mantenere vivo.

A Padova, come nel resto d’Italia, la “legge Salvini” punta a dividere la società in “cittadini” e “invisibili”, imponendo ai sindaci di privare di ogni diritto migliaia di persone e di allinearsi al suo ministero per combattere una guerra contro i poveri.

Tra le misure contenute nella legge, il divieto di iscrizione anagrafica dei e delle richiedenti asilo punta a rendere ulteriormente precaria e invisibile la vita di migliaia di persone.

Con l’abolizione del permesso di soggiorno umanitario, il governo, raggiunge invece uno scopo ben preciso: portare un numero sempre maggiore di migranti ad essere irregolari e vivere in strada, privandoli quindi di qualsiasi diritto per poi stigmatizzarli come “clandestini”. Rafforzare così l’idea di un nemico interno, costruire a tavolino un capro espiatorio contro cui scagliarsi, buono per tutte le campagne elettorali.

Di fronte a un attacco di tale portata, sferrato attraverso una legge dello Stato che dall’alto precipita sui corpi e i desideri di chi sta in basso, si rafforza la nostra certezza di essere nel giusto e di fare la cosa giusta lottando fianco a fianco e sostenendo i migranti e tutti coloro che sono colpiti da queste misure. Per questo crediamo necessario che si debba compiere un salto di qualità per fronteggiare l’ingiustizia sociale.

I Sindaci e le Amministrazioni Comunali possono e devono compiere atti importanti, scegliere da che parte stare, avendo un ruolo centrale nella gestione dell’anagrafe: devono trovare le forme ed i modi per iscrivere nel registro dei residenti tutte le persone che risiedono nel territorio comunale e ordinare all’ufficio anagrafe di farlo. Ieri a Palermo il sindaco Orlando ha disobbedito apertamente al comando anticostituzionale della Legge Salvini, iscrivendo al registro anagrafe quattro persone con permesso di soggiorno in corso per motivi umanitari e come richiedenti asilo, assumendosi la piena e unica responsabilità dell’atto, agendo direttamente come “ufficiale di governo e ufficiale d’anagrafe“. La stessa cosa chiediamo di fare al sindaco della nostra città, Sergio Giordani.

Nel contempo va verificato che non ci siano discriminazioni di nessun genere: non si deve negare il diritto a tutte le prestazioni erogate sul territorio comunale dalla pubblica amministrazione e anche dai servizi forniti da soggetti privati, quali le banche, le assicurazioni, le agenzie immobiliari.

L’amministrazione deve verificare che sia garantito l’accesso all’istruzione (scuola, nidi d’infanzia) e alla formazione, anche professionale, ai tirocini formativi, alle misure di welfare locale (comunale e regionale), all’iscrizione ai Centri per l’impiego, all’apertura di conti correnti presso le banche o le Poste italiane.

Questo inseme di diritti e tutele va garantito anche a chi, per necessità, si trova ad occupare, facendo rinascere quegli spazi vuoti e abbandonati delle nostre città. Contro l’articolo 5 della Legge Lupi del 2014 che ha tolto la possibilità di chiedere la residenza e l’allacciamento ai pubblici servizi, e contro la Legge Salvini che ha raddoppiato le pene per chi occupa e ha istituito una nuova figura criminalizzata: chi aiuta e offre solidarietà.

Per questo, durante la settimana di mobilitazione #indivisibili che si concluderà con l’assemblea nazionale di Macerata, il 10 febbraio, scegliamo la sede dell’ufficio anagrafe, non solo per ribadire che il diritto alla residenza va immediatamente garantito ai richiedenti asilo e non solo, ed esteso a tutte quelle persone che dimorano abitualmente nel Comune di Padova, ma anche perché esso è il luogo dove il decreto Salvini esercita tutta la sua efficacia contro i migranti e richiedenti asilo, andando a minare le libertà e le tutele di tutte e tutti.

Mobilitiamoci, quindi, contro politiche razziste ed escludenti, tutti insieme, mercoledì 6 febbraio, alle ore 11.00 davanti all’Ufficio Anagrafe di Piazza dei Signori, per garantire il diritto di tutt*, nessuno escluso, alla residenza e ai diritti ad essa collegati.

E’ una questione di giustizia sociale, è una battaglia di civiltà.

Aderiscono:
Adl Cobas Padova-Bassa Padovana
Associazione Open Your Borders
Polisportiva SanPrecario
Sconfinamenti Padova
Sportello Meticcio