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Pakistan – Protezione sussidiaria al richiedente omosessuale: l’importanza di un’audizione condotta in maniera adeguata

Tribunale di Bologna, ordinanza del 28 settembre 2017

Il Tribunale di Bologna riconosce la protezione sussidiaria ad un cittadino pakistano che, munito di interprete di fiducia, è riuscito a parlare davanti la Giudice del proprio orientamento sessuale.
Tale circostanza non era riportabile in Commissione a causa della mancanza di un proprio interprete e dei timori del richiedente giudicati plausibili dalla Giudice a giustificazione della sua omissione.

La magistrata ha ritenuto credibile la narrazione, poggiandola comunque su ampia produzione documentale fornita dalla parte e sentito altresì l’attuale compagno del richiedente asilo:alla luce delle considerazioni sin qui svolte e degli elementi raccolti, si ritengono ammissibili i nuovi elementi addotti dal ricorrente per la prima volta nel corso dell’audizione davanti al giudice sulla sua omosessualità e pertanto si può concludere esprimendo un giudizio di attendibilità nei suoi confronti, per risultare verosimile la sua omosessualità dichiarata e comprovata attraverso le prove documentali prodotte e le prove testimoniali espletate“.

In Pakistan l’omosessualità è considerata un reato e nel codice penale è rubricata come un reato contro “l’ordine naturale delle cose”, quando viene praticata volontariamente punita col carcere a vita. Gli omosessuali in Pakistan subiscono anche una forte discriminazione e il biasimo sociale. 1.

– Scarica l’ordinanza
Tribunale di Bologna, ordinanza del 28 settembre 2017

  1. Cfr. International Lesbian,
    Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association (ILGA), State-Sponsored Homophobia, A world survey of laws: Criminalisation, protection and recognition of same-sex love, May 2016, available at: http://www.refworld.org/docid/598311a44.html