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La polizia greca carica e disperde la protesta dei migranti

Patrasso – Rivolta degli immigrati dopo il ferimento di un giovane afghano

Intervista a Marianne, Ass.ne Kinisi

Protesta dei migranti al porto di Patrasso in seguito al grave ferimento di un migrante avvenuto mentre cercava di salire sopra un tir diretto in Italia. Secondo la Polizia greca sono stati dispersi con gas lacrimogeni centinaia di migranti che si erano riuniti nelle strade a protestare incendiando cassonetti dell’immondizia e bloccando il traffico per diverse ore.
L’uomo ferito, di cui non si conosce il nome, stava cercando di nascondersi all’interno del veicolo mentre questo si stava imbarcando sul traghetto diretto sulla penisola italiana, ma – sempre secondo le fonti ufficiali – sarebbe caduto e rimasto incastrato tra le ruote del mezzo.
Dall’intervista a Marianne dell’associazione Kinisi di Patrasso emerge invece un’altra drammatica verità: il tir incolonnato dietro al camion da cui è caduto il ragazzo lo avrebbe deliberatamente investito passando sopra al corpo caduto a terra. L’autista è stato immediatamente arrestato e trattenuto in custodia.
La vittima è stata trasferita in ospedale in gravi condizioni. Secondo altre agenzie stampa, sono quattro i migranti feriti dalla Polizia intervenuta per reprimere la protesta. Sono circa 3000 i migranti irregolari che si trovano a Patrasso, molti provengono dall’Afghanistan e hanno un’età tra i 15 e i 25 anni.
Molti vivono in condizioni disperate in campi improvvisati senza acqua corrente e servizi igienici. L’Ufficio per i Rifugiati delle Nazioni Uniti (UNHCR) e varie ong hanno definito la situazione come “emergenza” facendo appello al Governo greco a migliorare le procedure per il riconoscimento del diritto di asilo e le condizioni di accoglienza dei centri per migranti.

Fonte: Information Agency

Abbiamo raggiunto Marianne dell’Ass.ne Kinisi, un’associazione che si occupa della drammatica condizione degli immigrati e dei rifugiati, soprattutto giovani afghani, che abitano a Patrasso.

[Audio in inglese ]

Trascrizione intervista
Il mio nome è Marianna e sono membro di un associazione locale di Patrasso che si chiama Kinisi, che significa “movimento” in difesa dei diritti dei migranti e dei rifugiati nella nostra città.
Erano circa le sei o le sette del pomeriggio di ieri. Quello è il momento della giornata in cui i camion raggiungono il porto per imbarcarsi sulle navi dirette in Italia. In quel momento, molte persone provenienti dall’Afghanistan e dall’Africa che vivono in questa città cercano di salire anche loro sui camion per poter raggiungere l’Italia e il resto d’Europa. Mi hanno detto – perché io sfortunatamente non ero lì – che l’incidente è accaduto mentre alcuni ragazzi afghani cercavano di salire sopra un camion e dietro ce n’era un altro che li ha investiti. Un ragazzo in particolare è rimasto gravemente ferito e il camion è passato sopra al suo corpo. L’autista del camion è stato arrestato e portato in prigione ma ancora non abbiamo notizie su cosa sia avvenuto dopo. Il ragazzo afghano che è stato ferito è grave ed è stato portato in ospedale. È ancora vivo fino a questo momento ma le sue condizioni sono pessime. Ha gli organi interni lesionati.

Immagino sia molto giovane, come moltissimi degli afghani di Patrasso..
Si, non siamo certi della sua età ma deve avere circa vent’anni, come molti di loro. Però non era un minore. Nel campo ci sono molti minorenni di quindici o sedici anni e a volte ci sono anche bambini di dieci anni.
Dopo l’incidente i suoi amici, gli altri afghani, erano molto arrabbiati e hanno cominciato a picchiare sul camion, a tirargli contro pietre. È arrivata la polizia e ha cominciato a lanciare gas lacrimogeni, c’erano persone del nostro gruppo e di altri movimenti di solidarietà e anche alcuni residenti che abitano nella zona che sono arrivati dopo. C’è stato un grande scontro, una situazione di enorme confusione che è durata fino a dopo le undici, forse fino a mezzanotte circa. Ci sono anche altre due persone ferite che sono state portate in ospedale e ora stanno bene.

Abbiamo sentito che la polizia in Grecia è molto violenta con i migranti. Alcuni testimoni tornati da Patrasso ci hanno raccontato che la polizia picchia i migranti che cercano di salire sui camion. Qual’è in generale il comportamento della polizia e qual è la tua idea sull’intervento della polizia di ieri notte?
Sì, sono molto violenti. Ma non è solo la polizia, sono anche le guardie che lavorano nel porto a picchiare gli immigrati che cercano di salire sui camion. Ci sono stati molti incidenti in cui le persone sono rimaste gravemente ferite ma nessuno è mai stato legalmente perseguito. Eppure ci sono fotografie, ci sono referti medici che attestano che i migranti sono stati picchiati. La polizia ovviamente nega tutto e dice che le ferite sono causate da liti tra gli stessi migranti nel campo o nelle strade, da faide tra persone di diversi paesi. Dicono di non avere nulla a che fare con tutto questo.

Questa è la prima grande rivolta che c’è stata a Patrasso?
Penso che questa rivolta sia stata così grande perché è accaduta nel porto, al centro della città. L’anno scorso ci sono stati altri accadimenti che hanno coinvolto le persone che cercavano di salire sui camion. C’è stato l’incidente di un ragazzo di sedici anni che era nel camion e quando ha capito che il mezzo non era diretto in Italia ma ad Atene è saltato giù in mezzo all’autostrada ed è morto. Ma quell’incidente non ha avuto un impatto così forte. Quello che è accaduto ieri invece è stato molto grave e molto violento da entrambe le parti.

Tutto questo accade in un contesto in cui la Grecia dovrebbe dare l’opportunità di ottenere l’asilo a queste persone che vengono dall’Afghanistan e da altri paesi in conflitto. Ma sappiamo che il governo greco ha una pessima politica in materia di asilo. Qual è la tua opinione su questo?
E’ vero, negano l’asilo politico, negano anche la possibilità di essere un richiedente asilo perché rendono molto difficile il semplice fatto di avanzare una richiesta. Alla questura, dove si dovrebbe chiedere asilo, è quasi impossibile farlo. La polizia che lavora lì non ha la preparazione per svolgere questo lavoro, non ci sono interpreti. La procedura è difficile e allo stesso tempo quando i migranti riescono a chiedere asilo vengono diniegati immediatamente. Non è solo a Patrasso che avviene tutto questo ma in generale è la politica della Grecia. è difficilissimo chiedere asilo e se si riesce si riceve comunque un diniego.

Inoltre anche la polizia di frontiera italiana rende le cose difficili. Sappiamo che le persone che raggiungono i porti dell’Adriatico vengono spesso respinte senza essere state intervistate e senza che venga loro data la possibilità di chiedere asilo politico. Conosci questa situazione dalla testimonianza di qualche migrante che è tornato a Patrasso dopo essere stato respinto dall’Italia?
Sì, abbiamo persone che hanno provato 5 o 6 volte a raggiungere l’Italia e ce ne sono anche alcuni che hanno raggiunto l’Olanda o l’Inghilterra e poi, per Il Regolamento Dublino II, sono stati rimandati indietro. A causa di questa convenzione gli altri paesi europei rimandano indietro i richiedenti asilo in Grecia perché è il primo paese dell’Unione europea dove hanno fatto ingresso.

Un’ultima domanda: sappiamo che ci sono circa 3000 persone che in questo momento vivono a Patrasso in una specie di slum, nel ‘campo’, come lo chiamiamo noi. Qual’è la reazione del governo e della polizia rispetto ai migranti di Patrasso dopo questa rivolta?
Nel campo ci sono persone che vengono soprattutto dall’Afghanistan. Ci sono poi persone che vengono dalla Somali, dal Sudan, dalla Palestina e da altri paesi dell’Asia o dell’africa che vivono per strada o in posti abbandonati. Niente è stato fatto per loro negli ultimi dodici anni. Un mese fa c’è stato un incendio nel campo che ne ha distrutto una grande parte. Adesso è ricostruito e gli afghani continuano a vivere lì. Le autorità locali e il Ministro dell’interno che è responsabile per i migranti e i richiedenti asilo, avevano annunciato la costruzione di un centro. Ma loro pensano ad un centro di detenzione e non di accoglienza e credono che questo risolverebbe il problema chiudendoci dentro tutti i migranti e i rifugiati. Noi pensiamo che non sia una soluzione realistica: in ogni caso non riuscirebbero a costruire un luogo per detenere migliaia di persone. Ci sono poi tutti gli altri problemi connessi con la detenzione…
Ieri non c’era nessuno delle autorità, né il sindaco, né il prefetto, solo poliziotti. La realtà è che loro non hanno nessuna soluzione ma nemmeno vogliono risolvere il problema. Noi li stiamo pressando innanzitutto perché diano dei documenti a queste persone perché solo così sarebbe più facile fare qualunque altra cosa. Oggi i gruppi di solidarietà di Patrasso stanno organizzando una manifestazione di protesta per quanto è successo ieri al porto.
Chiederemo ancora al governo e alle autorità di affrontare questa situazione dando asilo ai rifugiati perché quasi tutti vengono da paesi in guerra.

Vedi anche:
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Diritto di asilo e gestione delle frontiere interne ed esterne nella politica dell’UE