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Pds per studio – E’ possibile la conversione per lavoro al di fuori del decreto flussi?

Si tratta dell’ennesimo caso di uno studente che, solo alla fine degli studi e in prossimità della scadenza del permesso di soggiorno, si accorge della possibilità dell’utilizzo delle quote per convertire il proprio pds da motivi di studio a motivi di lavoro.
Giustamente l’interessato sta cercando in tutti i modi di trovare una soluzione al suo problema e ha ritenuto di trovare uno spunto in tal senso in una vecchia circolare (n. 62/2001 del Ministero del Lavoro) con cui si disponeva che in considerazione del fatto che generalmente le domande di conversione vengono presentate al termine del corso di studio, e che ciò avviene in un periodo avanzato dell’anno quando le quote sono normalmente già finite, tenuto conto che lo studente che si trova a poter aderire ad un’opportunità di lavoro è già presente sul territorio, ciascuna DPL deve provvedere a riservare tre posti delle quote per lavoro subordinato per la conversione per motivi di studio.
In altre parole, questa circolare prevedeva una riserva di posti a favore degli ex studenti che intendevano convertire il permesso di soggiorno da studio a lavoro, con la conseguenza di mitigare parzialmente il problema delle quote.
Purtroppo dobbiamo con dispiacere precisare che questa circolare difficilmente potrà essere utilizzata dall’interessato proprio perché essa non solo risale al 2001 (cosa che di per sè non la priverebbe di efficacia), ma perché è riferita specificamente alle quote per l’anno 2001. Infatti si prevede testualmente “la riserva di 3 posti per le quote di lavoro subordinato ai fini di conversione da studio a lavoro”; la riserva è riferita alle quote già assegnate dalla circolare 53/2001.
In altre parole, solo le quote di quell’anno avevano questa condizione di riserva di 3 posti per ogni provincia, mentre questa disposizione non è più stata reiterata nei decreti flussi successivi. Si deve quindi intendere che non abbia da allora più alcuna efficacia.
Ci spiace dover dire all’interessato che quasi sicuramente rivolgendosi alla DPL competente per territorio del luogo di possibile assunzione, gli verrà rifiutata questa possibilità perché si sentirà rispondere che non c’è una disposizione del Ministero che preveda di riservare quote e che le quote già stanziate all’inizio dell’anno sono, come è noto, esaurite.

La possibilità dell’interessato, in quanto ingegnere, di essere assunto non può trovare facilmente una soluzione in base ad altre risorse fornite dalla legge. Penso in particolare all’art. 27 del T.U.sull’Immigrazione (che disciplina l’Ingresso per lavoro in casi particolari) che fra le altre categorie di lavoratori poste al di fuori del sistema delle quote, prende in considerazione anche lavoratori ad altissimo livello di specializzazione o dirigenti (art. 27, lett.a)). E’ chiaro che, pur essendo l’interessato un ingegnere, difficilmente si potrà considerarlo come un lavoratore munito di altissima specializzazione – considerato che è un neo laureato – e, quindi, difficilmente si potrà rilasciare l’ingresso in base alla norma citata.
D’altra parte, per fare una riflessione di tipo prettamente pratico, perché sia valutata la sussistenza di un’altissima specializzazione si chiede di verificare l’esistenza di un trattamento economico di tenore molto elevato: in altre parole, è considerato altamente specializzato un lavoratore altamente retribuito. Tuttavia, poiché possiamo immaginare che la ditta interessata all’assunzione non abbia offerto ad un neo laureato elevate condizioni economiche, purtroppo dobbiamo considerare ben poco probabile anche questo tipo di percorso.

All’interessato non rimane altro – evitando di rischiare l’espulsione e, quindi, rispettando i termini di scadenza del permesso di soggiorno – che attendere fiducioso all’estero che venga pubblicato un nuovo decreto sui flussi migratori; ciò sempre che il datore di lavoro curi tempestivamente l’inoltro della domanda, prima che le quote siano esaurite.
In verità, la possibilità che nei prossimi giorni venga emanato un decreto flussi è stata ventilata, ma si parla solo di un decreto integrativo delle quote per i neocomunitari; non si è parlato, perlomeno ufficialmente, di extracomunitari.
Ma, siccome la speranza è l’ultima a morire, circolano anche voci “di corridoio” in base alle quali forse questo decreto flussi integrativo per i neocomunitari potrebbe accompagnarsi anche ad uno stanziamento ulteriore di quote anche per i non comunitari. Per il momento non abbiamo nessuna conferma in questo senso e, naturalmente, non mancheremo di tenervi informati.