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Pds umanitario – Come convertirlo in lavoro se manca il passaporto?

Si premette che L’Unmik è l’unità organizzata delle Nazioni Unite operante in Kosovo, che in quella sede rilasciava documenti provvisori di identità agli sfollati.
E’ paradossale che si dica all’interessato che dovrebbe ritornare in Kosovo per farsi rilasciare dall’Unmik un documento di identità che verrebbe considerato valido sul piano internazionale, peraltro al di fuori di qualsiasi previsione di legge.
Ciò è paradossale per diversi motivi: innanzitutto perché oggi è sempre più difficile farsi rilasciare da questa organizzazione dei documenti di identità, ma soprattutto perché, stando in Italia, è impossibile per l’interessato riuscire ad ottenerlo, considerato che l’Unmik opera esclusivamente in Kosovo e non ha uffici o delegazioni operanti in Italia. I tentativi fatti in passato di ottenere per corrispondenza il rilascio di questi documenti hanno avuto, come prevedibile, esiti negativi.
L’unica possibilità che avrebbe l’interessato – secondo il consiglio ricevuto dalla competente questura – sarebbe quindi quella di ritornare in Kosovo, per tentare di ottenere il rilascio del documento di identità.
Non sappiamo se questo consiglio sia stato dato con malizia, certo che, se fosse seguito, non mancherebbe di mettere nei guai l’interessato perché uscendo dall’Italia con un permesso di soggiorno scaduto e in possesso di una semplice ricevuta che dimostra che è ancora in attesa del rinnovo da parte della questura, questo signore – anche se per avventura riuscisse a munirsi del documento d’identità rilasciato dalle Nazioni Unite in Kosovo – non riuscirebbe più ad entrare in Italia. Quindi non possiamo dire se chi gli ha dato questo consiglio abbia anche fatto un calcolo maligno sulla possibilità di liberarsi di un cliente, ma certo non possiamo dire all’interessato di ritornare in Kosovo con tutta serenità perché stiamo parlando di una persona con passaporto serbo che potrebbe anche temere ragionevolmente di subire conseguenze gravissime per la propria stessa vita.
Si tratta di una situazione diffusa, che riguarda tutte le persone che sono arrivate in Italia sfollate dal Kosovo e che hanno ottenuto a suo tempo un permesso di soggiorno per motivi umanitari. La possibilità di convertire quest’ultimo in permesso di soggiorno per motivo di lavoro è riconosciuta a queste persone, ma molte questure continuano a porre il problema della mancanza di un valido passaporto.
L’unica soluzione alternativa che al momento possiamo pensare è quella del rilascio, da parte della stessa questura, di un cosiddetto titolo di viaggio per stranieri, ovvero di un documento equipollente al passaporto che identifica, ad ogni effetto, la persona anche sul piano internazionale.

Perché un titolo di viaggio per stranieri?
Innanzitutto perché si tratta di persone che hanno ottenuto un asilo umanitario e, quindi – come diceva una vecchia circolare del Ministero degli Esteri -, potrebbero essere assimilate al profilo dei rifugiati e, analogamente a quanto è espressamente previsto per i medesimi, potrebbero ottenere questo documento da parte delle autorità locali con validità a tutti gli effetti come documento di identità anche sul piano internazionale.
D’altra parte, non riusciamo a vedere alternative perché il medesimo titolo di viaggio viene rilasciato sempre dalle questure nei confronti dei cosiddetti apolidi, ossia di quelle persone che non hanno nazionalità o che, comunque, non vengono più trattate e riconosciute come cittadini da parte dello Stato di provenienza o da altri.
Questa è esattamente la posizione in cui si trovano tutti i cittadini kosovari, perché il Kosovo non è, legalmente parlando, riconosciuto come uno Stato sul piano internazionale, ma è un territorio sottoposto ad un’amministrazione provvisoria da parte di organismi internazionali.
Nella situazione attuale, le persone del Kosovo, a meno che non riescano ad ottenere il riconoscimento della nazionalità da parte di altri Stati – cosa alquanto improbabile – sono da considerarsi apolidi a tutti gli effetti e, quindi, legittimati a richiedere ed ottenere presso le questure questo titolo di viaggio per stranieri.
In altre parole l’interessato avrà una dura trattativa da affrontare con la questura perché dovrà spiegare che lui in Kosovo non ha né interesse, né possibilità di andare e che sicuramente questo non sarebbe un modo per risolvere il problema del permesso di soggiorno, a meno che per risolvere la questione non si intenda farlo diventare un clandestino.
Quindi la soluzione l’interessato dovrà trovarla restando in Italia e precisamente:
. reclamando che la sua domanda di rinnovo del permesso di soggiorno venga determinata anche in mancanza di un passaporto (giustificata da evidenti e notorie circostanze di forza maggiore);
. oppure chiedendo che gli venga preventivamente rilasciato un titolo di viaggio e che gli venga rinnovato il permesso di soggiorno sulla base di questo titolo di viaggio per stranieri.
Purtroppo non vediamo alternative: speriamo che l’interessato non sia costretto, per poter definire la sua posizione con la questura, ad intraprendere anche un’azione giudiziaria per l’accertamento del suo status di apolide (che potrebbe però costituire l’ultima spiaggia da questo punto di vista).