Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Pena sospesa per i rifugiati condannati in seguito agli sgomberi di Piazza Indipendenza

L'avv. Arturo Salerni, legale di due degli imputati, parla delle condanne e dei prossimi passi della difesa

Non c’era pericolo per le persone, non c’è stata l’azione concertata da 10 o più persone, ma singoli atti di reazione non proporzionata all’intervento della polizia. Questo in sostanza quanto affermato lunedì 22 gennaio dal Giudice Balestrieri in riferimento alla condanna di tre cittadini, un eritreo, un somalo e un etiope, processati a seguito dei fatti di Piazza Indipendenza dello scorso agosto. La Procura aveva chiesto per gli imputati, difesi dagli avvocati Arturo Salerni e Francesco Romeo, due anni e mezzo di reclusione.

L’avvocato Arturo Salerni di Progetto Diritti ha difeso due di loro, che erano stati arrestati il 24 agosto nel corso dell’ultima fase di intervento sull’immobile di via Curtatone. Entrambi titolari di protezione internazionale, erano accusati di resistenza aggravata a pubblico ufficiale in relazione al lancio di due bombole del gas, una nello spazio antistante il palazzo di via Curtatone e l’altra nei giardini di Piazza Indipendenza. In entrambi i casi, come evidenziato nei documenti video presentati dalle difese e come accertato dal giudice che ha escluso ci potesse essere pericolo per le persone, il lancio non era indirizzato a delle persone.
Abbiamo sostenuto, in primis, – afferma l’avv. Salerni – la non sussistenza di una resistenza ma semmai di atti di protesta legati all’eccezionale drammaticità degli eventi in corso. In via subordinata abbiamo chiesto di fare cadere le aggravanti e comunque di mantenere la pena di sotto del limite di due anni”. Il GUP Balestrieri ha accolto la posizione rispetto alla contestazione delle aggravanti e ha concesso a tutti gli imputati le attenuanti generiche, condannandoli a un anno, un anno e mezzo e due di reclusione con sospensione condizionale della pena.

Attendiamo che vengano depositate le motivazioni – continua l’avv. Salerni – e faremo appello. Quello che dobbiamo rimarcare è che comunque, a fronte di un problema di natura sociale e abitativa significativo, anche sotto il profilo del rispetto delle convenzioni internazionali che impongono misure di accoglienza per i titolari di protezione, si è risposto con uno schieramento della polizia a tutela della proprietà. Una tutela che ha prevalso su ogni altra esigenza. Al decoro è stato sacrificato il rispetto dei diritti umani fondamentali e la tutela di condizioni di assoluta vulnerabilità”.