Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Per la Rimini delle insicurezze…

Comunicato Lab. Paz

Prendiamo parola dopo aver letto i resoconti degli interventi al consiglio comunale di ieri sul tema dei venditori ambulanti e dopo essere stati censurati, da tutti gli organi di stampa, rispetto alla grande giornata di lotta di sabato del 14 luglio con i comitati locali, che ha visto più di un centinaio di persone partecipare a “Reclaim your rights!In difesa del territorio e della dignità umana” presso la spiaggia libera.

Riteniamo sconcertante l’utilizzo semantico del termine abusivo associato a quell’accezione, già di per sé connotata negativamente, del termine extracomunitario, proprio per sottolineare la povertà culturale del dibattito in consiglio comunale, povertà che denota ancora una volta come cieca e senza rimedio sia la strada che questa amministrazione – maggioranza e minoranza sono sulla stessa linea – hanno intrapreso intorno a questo tema.

Il senso è tutto dentro l’ordine del giorno e già dal suo titolo “Per la Rimini delle sicurezze – Contrasto all’abusivismo commerciale” .

Leggiamo dentro le parole integrazione e sfruttamento lo stesso vuoto lasciato dietro al termine partecipazione, un modo per calmierare gli animi di questa amministrazione che ben rispecchia il governo nazionale.

Con i partiti della sinistra radicale che scalpitano per trovare un po’ di spazio annaspando nella loro stessa illogica funzione, quella di rafforzare le istanze legalitarie che di certo non differenziano un Biagini da un Dau e viceversa.

Siamo sicuri che altrove dal consiglio comunale di ieri, nelle spiagge di questa costa, si stanno generando processi di autorganizzazione che nulla hanno a che fare con le gerarchie dei partiti ne delle associazioni, quelle eccedenze che fanno paura perché partono dalle persone, dai loro vissuti e non da chissà quali interessi.

L’abbiamo già detto tante volte quello che pensiamo intorno all’argomento, così come abbiamo detto che dietro i mercatini etnici si nasconde in realtà l’aumento della repressione e la stigmatizzazione sui venditori ambulanti, quelli senza documenti e senza licenza, i più deboli e ricattabili, quelli che se ci parli chiedono una sanatoria generalizzata e la possibilità di fuoriuscire dall’invisibilità.

Così come, i mercatini etnici, ben incarnano quella tanto abusata parola utilizzata dal ministro Ferrero intorno al tema dei Centri di Permanenza Temporanea ovvero “SUPERAMENTO“.

Superamento della vendita ambulante cosiddetta abusiva attraverso una falsa soluzione che non farà altro che alimentare il processo avverso. Ovvero la versione chic della repressione poliziesca, che impegna “il sindaco e la giunta comunale a realizzare pienamente quanto prescritto nel mandato programmatico in ordine a prevenzione contrasto integrazione, sensibilizzando l’opinione pubblica sul fenomeno e dissuadendola dall’acquisto di merce contraffatta, promuovendo un’azione persistente nei confronti delle Istituzioni superiori affinché siano sostenute con leggi, risorse e strumenti adeguati le iniziative di contrasto locali“. In buona sostanza serve più polizia ma parliamo di integrazione…

L’apologia del valore della sicurezza è la struttura culturale su cui poggia questa strategia, che ben è incarnata dentro questo ordine del giorno. Ciò evidenzia, ancora di più, come si stia generando un modello di città basato sui confini e articolato in un complesso e rinnovato sistema di controllo sociale, culturale, politico, che parte dalla figura del migrante, per essere esteso, poi, anche al resto della città.

Laboratorio Sociale Occupato Paz – Rimini