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Per la Rimini delle sicurezze. Approvato l’ordine del giorno sui venditori ambulanti

Ieri si è tenuto un consiglio comunale straordinario sulla questione dei venditori ambulanti.
Nonostante i processi attivi di autorganizzazione messi in moto in maniera autonoma dai venditori stessi sulla spiaggia, con richieste precise di regolarizzazione, lavoro e diritti, si è assistito per l’ennesima volta al cliché dell’apologia delle sicurezza in chiave radical-chic.

“Superamento e umanizzazione” della repressione sui venditori ambulanti
Nell’ordine del giorno approvato dalla maggioranza, dove si evince il rafforzamento del ruolo della polizia municipale nell’esercizio delle pratiche di controllo, a calmierare le parole: “strategia di intelligence e controllo nonché repressione sull’arenile“, si aggiunge quella di integrazione. Un’integrazione del tutto svuotata del suo significato e funzionale, sicuramente, alla realizzazione dei mercatini multietnici, che non aiuteranno di certo i tanti venditori ambulanti senza permesso e senza licenza ma, accentueranno, le perquisizioni e l’estensione dei confini sulle spiagge riminesi.

Abusivismo commerciale ed extracomunitari: quando le parole creano categorizzazioni generalizzate
All’interno del dibattito comunale, nonché nell’intervento del Sindaco Ravaioli e nell’Odg della maggioranza, si evince un uso strumentale e semantico delle parole abusivo ed extracomunitario, rafforzando, di fatto, un immaginario politico, sociale e di converso massmediatico, che categorizza e associa l’immagine generale del migrante ad una situazione di devianza e criminalità. Questo, oltre ad indicare l’impoverimento di un dibattito tutto incentrato intorno alle logiche sicuritarie, denota il rafforzamento di costruzione di quel piano dell’emergenzialità e della paura, ben incarnato nelle leggi sull’immigrazione e in quella logica che soggiace l’estensione dei confini e delle frontiere proprio dentro le nostre città.

Bollettino di guerra
Difficile riuscire a raccogliere tutte le informazioni relative ai vari controlli e agli arresti effettuati durante questi mesi estivi. Quello che è chiaro è che, mediaticamente parlando, all’immagine di emergenza di un “fenomeno” che sembra aumentare anziché diminuire, si aggiunge l’utilizzo di nuove strategie di controllo sull’arenile che affiancano ai cosiddetti presidi permanenti in spiaggia, l’utilizzo di elicotteri con stazioni radio, proprio come richiesto, in consiglio comunale, dallo stesso Sindaco attaverso queste parole: “è nostro obiettivo debellare l’abusivismo, ma ogni sforzo del Comune sarà vano se non sostenuto dalle forze dell’ordine“.

Per un’altra sicurezza
Il 14 luglio, presso la spiaggia libera, si è tenuta un’importante giornata di lotta e mobilitazione, organizzata dai comitati territoriali e dal Laboratorio Paz, intorno ad un altro concetto di sicurezza, quello che lega il tema dei diritti e della dignità umana, al rispetto per l’ambiente e per il territorio. Più di un centinaio di persone, hanno dato vita ad azioni e ad un corteo sulla battigia aperto da uno striscione “In difesa dell’ambiente e della dignità umana: Ribellarsi è giusto”. Significativo è stato il ricordo delle 10.000 persone morte nel Mar Mediterraneo (secondo gli ultimi rapporti di Fortress Europe) attraverso l’esposizione di uno striscione proprio dal mare e la distribuzione di alcuni volantini.

Redazione di Rimini – Progetto Melting Pot