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da Il Messaggero del 9 ottobre 2004

Permessi di soggiorno col “turbo”

Roma – «I ritardi ci sono, ma stiamo compiendo uno sforzo enorme e ci sono già grandi risultati». Marcello Cardona, neo dirigente dell’Ufficio Immigrazione della Questura, ha mandato ieri mattina un messaggio rassicurante agli extracomunitari in attesa del rinnovo o del rilascio del permesso di soggiorno. Soprattutto a quelli che nei giorni scorsi hanno indetto uno sciopero della fame contro le lentezze agli sportelli. «Il Questore ha detto ci ha assegnato cinquanta uomini in più. Dal primo settembre al sette ottobre sono state presentate 8.991 domande e, in base ad esse, sono stati stampati 6.615 permessi. Ci sono, è vero, 40 mila pratiche arretrate, ma verranno smaltite entro i primi mesi del 2005».

Cardona, ex dirigente del commissariato Aurelio, sa che la situazione non è semplice. Ma ha voluto lo stesso prendere un impegno: l’Ufficio Immigrazione, «in poco tempo», sarà in grado di rilasciare i permessi «entro dieci giorni dal momento in cui riceverà la documentazione». «Attenzione dice Cardona a non creare false aspettative. Quando l’immigrato presenta la domanda, il commissariato o l’ufficio “centrale”, devono svolgere, se non altro per motivi di sicurezza, una serie di delicati accertamenti che possono richiedere mesi. L’impegno che prendiamo è che, finiti gli accertamenti, rilasceremo il permesso in dieci giorni. Prima potevano passare mesi». Verrà creato anche un call-center al quale gli agenti, nei singoli commissariati, potranno rivolgersi per risolvere eventuali dubbi al momento in cui accettano le domande.

Cardona ha incontrato gli immigrati consiglieri aggiunti al Comune di Roma autori della protesta. «Prima di fare critiche dice il dirigente bisogna ricordare che l’atteggiamento del nostro Paese è stato unico in Europa. Ci sono state, in dieci anni, sotto governi di diverso colore, tre sanatorie». Le domande di regolarizzazione pervenute dalla provincia di Roma alla fine del 2003 (termine previsto dalla legge Bossi-Fini) sono state 150 mila. Molti di quegli immigrati, ora, affollano i commissariati per chiedere il primo permesso o rinnovare il vecchio. «Ma la situazione migliorerà osserva Cardona Una volta fatti, alcuni adempimenti, come la raccolta delle impronte digitali, non andranno ripetuti. E per il rinnovo, presto, basterà l’autocertificazione del datore di lavoro».