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Tratto da CittàMeticcia, aprile maggio 2006

Permessi di soggiorno: il decentramento possibile

Intervista a Fabio Sturani, vicepresidente ANCI

Un protocollo firmato dal Ministero per l’Interno e l’Anci prevede una sperimentazione, che dovrebbe coinvolgere una decina di comuni, tra cui Ravenna, volta a semplificare la vita “burocratica” degli stranieri e snellire le procedure per la richiesta del rinnovo del permesso di soggiorno. Sono molte, infatti, le città dove ci vogliono ancora mesi e mesi per rinnovare un documento essenziale per la vita dei cittadini e che, nella maggior parte dei casi è valido per appena un anno. Ravenna, come gli altri comuni candidati a far parte del progetto, ha già posto in essere “buone prassi” grazie a un accordo tra l’Amministrazione comunale e la Questura. Ora queste buone prassi verranno integrate e modificate in base a un progetto nazionale di più ampio respiro. A spiegarcelo nel dettaglio è Fabio Sturani, vicepresidente dell’Anci.
Fabio Sturani è sindaco di Ancona, vicepresidente dell’Anci (Associazione nazionale dei Comuni Italiani), nonché responsabile e coordinatore del protocollo, firmato dall’Anci con il Ministro Pisanu, per il decentramento agli enti locali delle pratiche necessarie al rinnovo del permesso di soggiorno. Ed è in questa veste che lo intervistiamo, per capire meglio come funzionerà un progetto sperimentale di grande rilevanza per la vita quotidiana degli stranieri che vivono nella decina di comuni che saranno coinvolti, tra cui, sebbene non ancora ufficializzato in via definitiva, pare ormai certo che ci sarà anche Ravenna.

Domanda: Sindaco, ci spiega innanzitutto in cosa consiste il protocollo?

Risposta: L’idea è quella di istituire procedure che, con il tempo, trasferiscano all’ente locale le competenze per il rinnovo dei permessi di soggiorno. Un po’ come è accaduto con la carta d’identità, che fino a trent’anni fa venivano rilasciate dalle Questure. Anche in questo caso, i Comuni sono inevitabilmente coinvolti nel processo di rinnovo per gli stranieri, visto che devono fornire gran parte della documentazione necessaria. Si tratterebbe quindi di semplificare la vita ai residenti stranieri e soprattutto di riservare loro un trattamento il più possibile simile a quello degli italiani. Il Comune è senza dubbio l’ente più vicino alla vita quotidiana dei cittadini e, per sua natura, è in grado di svolgere quegli atti amministrativi che riguardano la loro vita quotidiana.

D: I comuni candidati a entrare in questo protocollo biennale, come Ravenna, hanno già in atto “buone prassi” in questo senso. Cosa cambierà per loro? Ci sarà un’armonizzazione delle procedure?

R: Sì, questo è certo. I comuni scelti sono quelli che volontariamente hanno già attivato accordi con le Questure delle propria città. Nostra intenzione, appena trascorse le elezioni politiche, è effettuare un incontro con il Ministero e i Comuni interessati, proprio per iniziare a costituire un comitato tecnico e lavorare in questa direzione.

D: L’esito delle urne può modificare in qualche modo il percorso?

R: No, perché l’accordo è stato fatto con un ministro di centrodestra, ma anche in caso di vittoria del centrosinistra, che ha inserito il decentramento nel proprio programma, non si potrebbe pensare di “saltare” la fase di sperimentazione pilota. In Italia i comuni sono 8mila, sarebbe impensabile pensare di coinvolgerli tutti simultaneamente.

D Il Ministero ha anche già firmato un accordo con le Poste, a cui è stata affidata la gestione della distribuzione e del ritiro dei moduli per la domanda di rinnovo. Che ruolo avrebbero PosteItaliane nei comuni della sperimentazione?

R: Questo non sono ancora in grado di dirlo. Forse, si potrebbe pensare che il cittadino straniero si rechi alle poste solo per la spedizione, mentre il Comune lo assiste nella preparazione dei documenti necessari.

D: Nell’accordo con PosteItaliane, si specifica che la domanda di rinnovo non dovrà gravare in alcun modo sullo Stato. Il che fa pensare che per ogni rinnovo, PI chiederà all’immigrato di pagare il servizio. E nella sperimentazione? Cosa accadrà?

R: Noi siamo assolutamente contrari all’idea che il migrante debba accollarsi tutti i costi, pagando magari 30 o 40 euro per il servizio. Sempre in una logica di trattamento il più possibile unitario di tutti i cittadini, migranti o italiani, pensiamo che sarebbe equo chiedere semplicemente il pagamento di bolli e segreteria. E poi, per ridurre costi e file, basterebbe per esempio estendere la validità del permesso a 2 anni, dimezzando così immediatamente il numero delle pratiche.

D: Ma se gli immigrati non pagano, chi sosterrà il progetto? I Comuni interessati? L’Anci? Il Ministero?

R: Questa è un’altra domanda a cui, purtroppo, non sono ancora in grado di rispondere. Sicuramente, visti i tagli dell’ultima finanziaria, non possiamo chiedere ai Comuni di accollarsi costi aggiuntivi per il personale necessario. E l’Anci, che già finanzia, per esempio, il progetto per i rifugiati politici, non ha le risorse per sostenere una simile spesa.

D C’è chi, pur approvando l’operazione del decentramento, teme che questo potrebbe provocare qualche “morbidità” dei controlli. Insomma, gli operatori dei comuni potrebbero mostrarsi meno inflessibili delle forze di polizia nel caso di qualche irregolarità…

R: Si tratta di un rischio semplicemente inesistente. Innanzitutto, perché stiamo parlando solo del rinnovo dei permessi e non del primo rilascio. Secondo, perché se i requisiti esistono, esistono per gli addetti comunali così come per i poliziotti, non c’è alcuna discrezionalità sulla materia. Terzo, stiamo parlando di persone preparate, nell’esercizio di una funzione pubblica ben precisa e regolamentata. Del resto, in tutti quei comuni, come Ravenna, dove prassi di questo tipo sono già state applicate, non si sono mai verificati problemi di questo genere. Anzi, sgravare le questure di questi compiti puramente amministrativi, potrebbe permettere loro di liberare risorse da dedicare invece all’opera di controllo e indagine su chi non rispetta la legge, italiani o stranieri che siano.

Federica Angelini