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Pisa – Il rovescio della medaglia di Città Sottili

Il Comune di Pisa è stato più volte citato per le politiche di accoglienza e di inclusione dei
cittadini stranieri. In particolare, alla Conferenza Europea sui Rom del 22 e 23 Gennaio scorso,
le autorità presenti hanno ricordato che Pisa, unica in Italia, ha promosso un programma di
superamento dei campi nomadi e di inserimento abitativo dei Rom, denominato “Città Sottili”. Il
programma, partito nel 2002, ha avuto varie fasi di attuazione, durante le quali non sono
mancate marce indietro e battute d’arresto: così, la politica di accoglienza non ha impedito il
verificarsi anche a Pisa di sgomberi e campagne securitarie (dirette in particolare contro i Rom
rumeni, da sempre esclusi dal programma).
Resta il fatto che nel nostro territorio non ha mai prevalso una politica integralmente
repressiva. Al contrario, grazie anche alla spinta di associazioni, cooperative e movimenti di
opinione, si è affermata una visione via via più aperta delle politiche sociali, che ha portato
Pisa agli onori della cronaca.

Negli ultimi giorni, in coincidenza (forse non casuale) della campagna per le elezioni
amministrative, il Comune ha varato provvedimenti molto gravi, che rappresentano secondo
noi una possibile inversione di rotta rispetto alle politiche fin qui seguite.
Agitando una presunta “emergenza sicurezza” nel quartiere Stazione, il Sindaco ha emanato
un’ordinanza che impone la chiusura anticipata di un minimarket gestito da stranieri, da
sempre punto di riferimento e di aggregazione dei migranti nella zona. L’ordinanza è stata
pubblicata integralmente anche sul sito del Comune, con tanto di nome e cognome del
proprietario del locale. D’altra parte, le motivazioni di questo intervento fanno riferimento
all’allarme sociale dei residenti “italiani”, nel classico stile delle politiche securitarie: la paura
dei “cittadini” – vera o presunta – usata come pretesto per interventi restrittivi sui migranti.
Negli stessi giorni, un senza fissa dimora marocchino rimaneva vittima, proprio alla Stazione,
di un incendio del giaciglio di fortuna che si era procurato per dormire: e su questo
drammatico episodio, che davvero chiama in gioco la sicurezza delle persone più fragili, il
Comune non ha speso una parola.

Nel frattempo, la Polizia Municipale ha notificato una denuncia per occupazione di suolo
privato a tutte le famiglie dei campi di rumeni, dove vivono numerose donne e bambini. Ne è
seguito il solito richiamo alla legalità “a senso unico”: dove illegale è il rumeno “abusivo”, e
non l’assenza (o l’insufficienza) di interventi sociali per minori e famiglie. Un richiamo alla
“legalità” che, tra l’altro, stride con le dichiarazioni recenti dello stesso Sindaco: tanto alla
conferenza europea quanto al consiglio comunale, infatti, il primo cittadino aveva ricordato
l’inefficacia delle politiche degli sgomberi.

Il “caso Pisa” rischia dunque di chiudersi: ed è, crediamo, una questione che dovrebbe
interessare tutti, non solo nella nostra città.

Associazione Africa Insieme
Associazione Mezclar
Laboratorio delle Disobbedienze – Rebeldia