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Pisa: Nasce un supporto legale a difesa dei venditori ambulanti migranti

Agli organi di stampa

Da molti mesi la questione dei ‘venditori stranieri abusivi’ occupa le prime pagine dei giornali e molti ordini del giorno della nostra amministrazione comunale. La questione è stata affrontata fino ad ora come una “emergenza di ordine pubblico” trascendendo spesso la realtà dei fatti.

A tale situazione l’unica risposta che le istituzioni hanno saputo
proporre è una soluzione di tipo repressivo con l’intensificazione dei controlli da parte delle forze dell’ordine nelle zone a più alta concentrazione di venditori ambulanti, spesso eseguiti con modalità volutamente provocatorie ed offensive, e l’ aumento dei sequestri di merce, che non sempre si è rivelata contraffatta.

Ma i controlli asfissianti che sono stati messi in campo e che presto con l’attuazione del protocollo tra Confesercenti, Confcommercio e Comune di Pisa, saranno intensificati smascherano ciò che si nasconde dietro al fenomeno della vendita ambulante. A nostro parere, infatti, l’intenzione è quella di eliminare l’ingombrante presenza degli abusivi considerati da molti cittadini: “indecorosi”, “sporchi”, “illegali”, “impresentabili ad una città vetrina dedita al turismo”. Anche in questo frangente non si cerca di capire e trovare una soluzione idonea, ma semplicemente si tenta di eliminare il problema, che in questo caso però è fatto di persone, riconducendolo ai margini della società, nelle zone d’ombra lontane dalla città meta del turismo mordi e fuggi.

Non appare equilibrato e lungimirante un atteggiamento che mira ad accogliere le istanze di solo una parte della cittadinanza senza alcun riguardo di quei diritti di cui i migranti sono titolari, indipendentemente dal fatto di essere in possesso del permesso di soggiorno. Riteniamo gravissime e a dir poco irresponsabili le dichiarazioni degli scorsi giorni del colonnello dei carabinieri Paolo Fabiano in cui si vantava di ‘non essersi limitato ai sequestri delle merci abbandonata, ma di aver inseguito gli abusivi anche nei luoghi dove normalmente si ‘rifugiano’, lanciando così la stagione della ‘caccia al migrante’.

Secondo noi la questione del piccolo commercio abusivo deve essere, invece, inquadrata in un contesto più ampio e quindi spiegata su più livelli. Se da un lato mette in luce la totale inadeguatezza della legge sull’immigrazione, che impedisce qualsiasi possibilità di
regolarizzazione per motivi di lavoro a migranti già presenti sul territorio italiano, dall’altro evidenzia l’incapacità di una città come Pisa ad accogliere migranti regolari e di dar loro la possibilità di una vita dignitosa, ad esempio concedendo più licenze per la vendita ambulante di prodotti. Non è certo allontanando i venditori dal centro storico o ghettizzandoli in uno spazio fuori mano che si incide su un fenomeno che poggia le basi su emarginazione e spesso discriminazione.

Il Laboratorio delle disobbedienze Rebeldia proprio in vista dei rinforzi dei controlli ha organizzato un Supporto Legale, formato da operatori volontari e avvocati, un punto di riferimento qualificato che possa tutelare i già precari diritti dei migranti che cercano di lavorare, senza lasciarsi conquistare dai facili guadagni di una vita realmente criminosa, e che possa anche informare sui rischi e sulle conseguenze legali di tale lavoro.