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da La Sicilia Web dell'8 ottobre 2004

Pisanu: “Lampedusa, nessun respingimento collettivo”

Roma – «Non è stato eseguito alcun respingimento collettivo. Al contrario, come previsto dall’art. 10 della legge Turco-Napolitano sono stati adottati provvedimenti individuali di respingimento a esecuzione immediata». Ad affermarlo è stato il ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu in una informativa urgente alla Camera sui fatti di Lampedusa.

Quelle adottate contro gli immigrati clandestini a Lampedusa sono state «misure che non si adottano certo a cuor leggero. Al contrario, si è trattato di decisioni ingrate e tuttavia assolutamente necessarie per bloccare quello che si presentava come un vero e proprio assalto organizzato alle nostre coste». «Personalmente – ha detto – non ho mai avuto dubbi sul fatto che se avessimo ceduto, se non ci fossimo comportati con determinazione avremmo attirato altre migliaia di disperati verso Lampedusa, assecondando di fatto le strategie dei gruppi criminali che gestiscono i traffici».

«Così, quella che rischiava di essere una vittoria dei trafficanti può invece diventare una importante tappa di avvicinamento al nostro vero obiettivo: l’azzeramento o, quanto meno, la drastica riduzione dell’immigrazione clandestina via mare e dei rischi che essa comporta per i migranti, per l’ordine pubblico e la sicurezza nazionale».

Intanto un gruppo di 110 clandestini, ospiti del Centro di prima accoglienza di Lampedusa, è stato trasferito questa mattina a Porto Empedocle con il traghetto di linea. L’arrivo è previsto nel tardo pomeriggio. Nella struttura restano ancora altri 90 immigrati circa che dovrebbe lasciare l’isola entro domani. Questa mattina, intanto, il Centro è stato visitato nuovamente dalle senatrici dei ds Tana de Zulueta e Chiara Acciarini che hanno ribadito le loro riserve sulla gestione dell’ emergenza e sul ponte aereo che nei giorni scorsi ha portato al respingimento in Libia di 1.153 clandestini.

Tornando a Pisanu, il ministro ha poi precisato che per il trasporto dei clandestini da Lampedusa «sono state utilizzate non manette ma fascette di plastica e solo nei confronti di alcuni soggetti che facevano temere rischi per la sicurezza in volo». Quindi Pisanu ha affermato che «non esistono accordi italo-libici sul trattamento degli stranieri espulsi dall’Italia o sulle modalità del loro rimpatrio nei paesi di origine. Ad ogni buon conto voglio ricordare che la Libia, pur non avendo aderito alla Convenzione dell’ONU sui rifugiati del 1951, ha ratificato la Convenzione dell’Organizzazione dell’Unità Africana del 1969 che, a sua volta, riconosce quella dell’ONU. E nel 2002 la Libia è stata presidente di turno della Commissione delle Nazioni Unite per il rispetto dei diritti umani».

La riammissione in Libia dei clandestini giunti a Lampedusa ha spiegato ancora Pisanu «è avvenuta in base ad accordi con quel Governo, che rispecchiano fedelmente le intese già conseguite con numerosi Paesi terzi, anche della sponda sud del Mediterraneo». «Le intese concluse lo scorso anno riguardano infatti la collaborazione nella lotta alle organizzazioni che sfruttano l’immigrazione clandestina e trafficano in esseri umani nonché la cooperazione e la fornitura di attrezzature per l’assistenza e il salvataggio dei migranti».

8 Ottobre 2004