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Presentato il “Dossier statistico immigrazione 2004”

Intervista alla dott.ssa Manuela De Marco, Coordinamento Dossier

Mercoledì 27 ottobre è stato presentato a Roma il ‘Dossier statistico immigrazione 2004′, contenente il XIV rapporto sull’ immigrazione, curato dalla Caritas Italiana dalla Fondazione Migrantes e dalla Caritas diocesana di Roma. Uno strumento importante che fotografa ed analizza la presenza dei nuovi cittadini in Italia.
Sono raddoppiate tra il 2000 e il 2004 le presenze regolari di immigrati sul territorio nazionale. I cittadini immigrati sono 2 milioni 600 mila.

La presenza degli immigrati aumenta ogni anno di più ma i problemi che si trovano ad affrontare rimangono sempre gli stessi: casa, scuola, diritti di cittadinanza, precarietà della vita e, non ultimo per importanza, tempi infiniti per il rinnovo del permesso di soggiorno.
Abbiamo sentito la dott.ssa Manuela De Marco, del Coordinamento Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes [ascolta ]

Domanda: Quali sono i principali dati che emergono dallo studio?

Risposta: Il dossier statistico ha predisposto anche per quest’anno un aggiornamento del suo rapporto. In quest’edizione, è stato possibile avvalersi anche dei dati sulla regolarizzazione, varata nel 2002, che ha portato gli immigrati a raggiungere una presenza complessiva nel nostro paese di circa 2 milioni e 600 mila, con un’incidenza sulla popolazione italiana di circa il 4,5%, ma con grandi differenze a livello territoriale.
Attraverso la regolarizzazione è venuta alla luce una forte presenza di immigrati dall’Est Europa: la Romania è diventata la prima nazionalità per consistenza in Italia, seguita poi dal Marocco e dall’Albania; anche l’Ucraina ha fatto un sorprendente passo in avanti, perché è diventata la quarta nazionalità per numero di presenze in Italia, superando il tetto delle 100 mila; quinta è la Cina. Questo è il quadro nuovo per quanto riguarda le nazionalità.
I dati sembrano confermare, sempre di più, la tendenza all’insediamento stabile degli immigrati: se consideriamo come motivi di insediamento a lungo termine i permessi per lavoro e quelli per ricongiungimento familiare, arriviamo a circa il 90% sul totale.
Si sta, inoltre, verificando una prevalenza delle persone sposate, che hanno superato i celibi e le nubili.
I dati, inoltre, incrementano il protagonismo degli immigrati anche nel mercato del lavoro: questo protagonismo è molto chiaro negli archivi degli enti deputati a raccogliere i dati sui lavoratori italiani e stranieri.
Il mercato del lavoro rivela anche un cospicuo aumento, tra gli immigrati, del numero di soci e titolari d’impresa.
Tutto ciò fa pensare ad una volontà di insediamento definitivo nel territorio che, però, spesso è contrassegnato da luci ed ombre. Le difficoltà restano tante: la prima è ancora quella del rinnovo in tempi celeri del permesso di soggiorno – oramai stanno scadendo anche quelli che sono stati concessi ai regolarizzati -; oltre a ciò, ci sono molte difficoltà anche nell’acquisto della cittadinanza, visto che il numero sull’acquisizione di cittadinanza, da parte degli stranieri, è sempre molto basso, è un dato che di anno in anno non rivela un tendenziale aumento.
Rivela, invece, un costante aumento il numero degli studenti stranieri. Anche questo è un dato molto significativo sul quale varrà poi la pena riflettere.
Tra le difficoltà, bisogna segnalare quelle all’accesso all’alloggio: diverse indagini, fatte nel corso dell’anno, testimoniano come sia molto difficile per gli immigrati farsi attribuire la titolarità di un contratto di locazione (gli stranieri sono ancora visti con molta diffidenza).
Potremmo riassumere che nell’edizione 2004 tendiamo a sottolineare come, comunque, la pressione migratoria continuerà: il fatto che siano state presentate circa 700 mila domande di regolarizzazione rivela come, comunque, la spinta ad entrare e stabilirsi in Italia ci sia. Una spinta che non è diminuita per effetto della regolarizzazione, anche se non siamo in grado di stimare il serbatoio della clandestinità che si è potuto ricostituire a partire dall’ultima regolarizzazione, e che costantemente si ricostituisce, perché sono sempre piuttosto rigide le modalità di ingresso e di conseguimento di un permesso di soggiorno sul nostro territorio.
C’è sempre di più una tendenza all’inserimento diversificato nelle Regioni, perché il Nord è un’area che attrae molto di più che il Sud: in maniera sempre più netta oramai, il Nord raggruppa circa il 60% delle presenze di immigrati totale e, poi, a scalare, abbiamo un terzo del totale che è nel Centro e circa il 10% nel Meridione.
È notevole l’apporto a livello lavorativo; è sempre più chiaro però che l’integrazione è solo a metà del guado.