Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Sabato 29 settembre, dalle ore 15.00

Presidio al Cpt di Gradisca – Scappare da un lager non è reato

Un aria insopportabile tira in un tutt’Italia, un aria di intolleranza, un’aria di razzismo un razzismo che non colpisce solo chi è di colore o “fede” diversa da quella prevalente, ma un razzismo che colpisce all’interno della società i soggetti più emarginati, più poveri e invisibili.
Dai Rom che diventano la prima piaga sociale del paese, ai lavavetri di Firenze, dai “graffitari” di Roma e Milano fino ai venditori abusivi di violette a Trieste, il delirio securitario colpisce in tutta Italia e trova di volta in volta il nemico più facile da colpire da isolare da rinchiudere.

La presenza sul nostro territorio di uno dei più grandi centri di concentramento per cittadini migranti ci porta al centro di una pantomima nazionale che vede pericolosi criminali i profughi Egiziani, Palestinesi, Irakeni, Somali, Etiopici e via via lungo tutto il mappamondo martoriato che ci troviamo rinchiuso “dentro casa”.
I Centro di Detenzione come quello di Gradisca sono diventati in breve tempo uno dei nodi principali entro cui L’Europa tenta di “governare” il fenomeno dell’immigrazione, e questo produce criminalizzazione, rivolte, cariche e fughe, finalmente fughe.
Una situazione di coprifuoco stile Baghdad con centinaia di uomini di polizia, finanza e carabinieri impegnati a dare la caccia all’uomo in tutta la Regione a profughi e migranti che hanno come unica colpa quella di ricercare libertà, dalla guerra, dal carcere e “dall’ accoglienza” del Ministro Amato.
Il binomio migrante uguale criminale o povero uguale criminale che si sta tentando di imporre alla società è un razzismo istituzionalizzato un regime di apartheid che si accompagna ad una sconfitta per l’intelligenza umana che è quello di associare la presenza di polizia ovunque, ad una necessità di sicurezza sempre più diffusa.
Nell’epoca delle catastrofi climatiche, della guerra permanente, del precariato sempre più flessibile e impoverito, dei disastri ecologici e delle mafie internazionali delle stanze dei bottoni, la presenza sempre più fitta e ossessiva di polizie nelle strade alla caccia dei migranti sbarcati il giorno prima dalle “navi della speranza” risulta a tutti gli effetti una presa per il culo.

I migranti fuggiti dal campo di detenzione di Gradisca non sono ne ladri ne terroristi, fino a prova contraria chi si è ribellato ed è evaso dovrebbe essere trattato come richiedente asilo, con tutti i diritti che ne conseguono, senza detenzione, senza vessazioni e da cittadini liberi.
Che si insceni una caccia all’uomo “stile Provenzano”, per qualche decina di persone infreddolite che suonano ai campanelli delle case per chiedere qualcosa da mangiare, mentre contemporaneamente non si perde giorno per fare richieste di più uomini, più mezzi in definitiva più soldi, in attesa che magari ci sia anche un Cpt per i lavavetri, per i “graffitari”, per i disoccupati, per i giovani ribelli e per chi magari alza un po’ troppo il gomito e poi guida.

Il Cpt di Gradisca è una enorme macchina di ingiustizia e razzismo sovvenzionata con milioni di Euro dei cittadini, migranti compresi.
Sentiamo l’esigenza di rompere un ipocrita dibattito che vede la politica istituzionale perdere definitivamente credito rincorrendosi su chi la spara più grossa sul tema sicurezza e funzionari di stato con deliri autoritari che battono le campagne in cerca dell’uomo di colore.
Sabato 29 settembre dalle ore 15.00 torneremo lungo via Udine per tentare di comunicare ai reclusi che la nostra terra non è solo una galera, fuori c’è qualcuno che vorrebbe anche conoscerli, liberi.

Osservatorio Contro il Cpt