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Primo Maggio a Caracas

Tra festa dei lavoratori e festa per la nazionalizzazione degli idrocarburi

Lavoratori e lavoratrici venezuelani in piazza per difendere i loro diritti e sostenere la rivoluzione bolivariana di chavez.
Lo stesso giorno ha visrto anche il passaggio allo stato dei consorzi petroliferi strategici, che ha così riscattato la sovranità del paese.
Il 1 maggio le strade di Caracas hanno visto sfilare 1 milione di persone verso il palazzo presidenziale: la festa dei diritti dei lavoratori è stata l’ennesima occasione per dimostrare al presidente Chavez che tutti i lavoratori sono ancora e sempre dalla sua parte e forti sostenitori della sua “rivoluzione bolivariana del 21 secolo“.

Dalla bandiera fino al centro della capitale, i lavoratori e le lavoratrici dei diversi settori sociali ( come quello della costruzione, della cultura, del petrolio, della salute e dell’educazione) hanno manifestato anche per ricordare i martiri di Chicago, che hanno lottato e sono morti per difendere i loro diritti e per esigere la giornata lavorativa di 8 ore.

Molti lavoratori appartenenti ai vari sindacati sollevavano striscioni dove spiegavano le lotte e i conflitti nei quali si trovano coinvolti: gli slogan urlati durante il corteo ricordavano che i lavoratori e le lavoratrici devono lottare per il socialismo, ma questa lotta deve passare necessariamente attraverso la soddisfazione dei bisogni di base, come il poter avere dei salari degni, degli impieghi non precari, e libertà sindacale.

Rispetto a queste richieste, il presidente ha decretato un aumento del salario minimo del 20%.

Ma il 1 maggio venezuelano ha avuto un’altra caratteristica speciale: infatti in questa giornata lo stato venezuelano ha recuperato la sovranità nella fascia petrolifera dell’Orinoco: questa zona si trovava in mano a diverse compagnie petrolifere straniere, come la total e la esso, ma il 1 Maggio le grandi raffinerie di petrolio sono passate sotto il controllo dello stato, attraverso la sua compagnia PDVSA, realizzando il progetto di nazionalizzazione degli idrocarburi voluto fortemente da Chavez.

Si chiude così un ciclo che si era aperto 10 anni fa e che era chiamato “apertura petrolifera“, perchè questa risorsa non sarà più in mano straniera, ma interamente venezuelana, lo stato ha infatti recuperato definitivamente tutte le installazioni petrolifere.
Il Venezuela avrà il dominio totale sulle sue principali risorse energetiche, e questo permetterà che i proventi derivanti dal petrolio siano utilizzati per dare maggiori benefici ai propri cittadini.

Inoltre nella notte di lunedì il presidente ha firmato l’ordine di ritiro dal Venezuela di due grandi organismi multilaterali: il Fmi e la Bm, perchè, come ha annunciato Rodrigo Cabezas, ministro del potere popolare per le finanze, voltano le spalle al popolo latinoamericano.