Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Italnews.it del 3 gennaio 2011

Profughi afghani iniziano sciopero della fame per la concessione di asilo politico

Sei profughi afghani hanno iniziato ad Atene lo sciopero della fame per chiedere asilo politico. Si sono cuciti le bocche come segno di protesta per una condizione che riguarda molti come loro, arrivati in Grecia o in altri paesi dell’Europa in cerca di una vita migliore. Un portavoce del gruppo ha annunciato che se le autorità e la comunità internazionale non risponderanno rapidamente, altri immigrati si uniranno alla protesta. Da oltre quaranta giorni poi, un centinaio di profughi afghani, tra cui donne e bambini, si sono accampati davanti al rettorato dell’università della capitale. La protesta afghana coincide con l’annuncio del ministro per la Protezione del Cittadino, Christos Papoutsis, di un restringimento della politica greca verso i clandestini: con l’aiuto dell’agenzia europea Frontex sarà incrementato il pattugliamento delle frontiere marittime e verrà creata una barriera lungo il confine terrestre, in particolare con la Turchia, per fermare l’ondata migratoria. “Solo coloro che hanno un diritto internazionalmente riconosciuto alla protezione o un diritto all’asilo potranno restare sul territorio greco, tutti gli altri dovranno lasciare il Paese o con un rimpatrio volontario o con una deportazione forzosa” ha detto il ministro.

Secondo l’Agenzia per il controllo delle frontiere Frontex nella prima metà del 2010 sono stati 45.000 gli ingressi irregolari mentre nel 2009 dei 106.200 tentativi (bloccati) di entrata irregolare in Europa, il 75 % è avvenuto in Grecia, percentuale salita all’80% in pochi mesi.

Sbarcano a Samos o nelle altre isolette di fronte alla Turchia dove vengono identificati, arrestati e detenuti dalle due alle tre settimane, poi rilasciati con un foglio di via che vale un mese ovvero il tempo limite per lasciare il paese. Documento scritto in greco e quindi incomprensibile per i migranti.

In Grecia circa lo 0,5% delle domande dei richiedenti asilo viene accolta, le nella sola isola di Samos sono 8 mila i migranti di passaggio ogni anno. La maggior parte punta al nord Europa e in particolare all’Inghilterra o alla Svezia.

Alcune associazioni, come la tedesca Pro Asyl, accusano la gestione dell’immigrazione da parte delle autorità elleniche: respingimenti, e addirittura affondamenti nelle acque tra Grecia e Turchia sembrerebbero frequenti.

Nei mesi scorsi il premier turco Tayyip Erdogan ha visitato due volte la Grecia e ha promesso maggiore collaborazione con l’Unione europea per combattere il fenomeno dell’immigrazione irregolare. Il primo ministro George Papandreou ha invece invitato i turchi a far rispettare l’accordo per il ritorno in Turchia dei migranti da lì provenienti e detenuti successivamente in Grecia.

Fino a due anni fa il centro di detenzione dell’isola di Samos era una vera prigione con un solo bagno per centinaia di persone che dormivano per terra in poco spazio. Poi con i fondi Ue è stato costruito il nuovo centro, tuttavia la situazione dei centri in Grecia è al di sotto di ogni standard di rispetto dei diritti umani.

Afghani, i curdi, gli iraniani arrivano in Turchia dopo viaggi di settimane, in camion, in aereo, a volte a piedi, passando frontiere e territori in armi e corruzione prendono il sopravvento. Scappano dalla guerra, dalla persecuzione e dal regime in cerca di salvezza e di una vita nuova e fra loro molti sono i minori. La maggior parte punta al nord Europa e in particolare all’Inghilterra o alla Svezia. Nel 2009 sono stati oltre 5.900 i minori del Paese asiatico che hanno cercato rifugio in Europa, contro i 3.380 del 2008. Sul totale dei minori richiedenti asilo nel Vecchio continente, il 45% proveniva dall’Afghanistan.

Di Elisa Cassinelli