Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Il Manifesto del 22 febbraio 2013

Profugopoli – Il ben servito per i rifugiati del Nordafrica

di Nicola Grigion, Progetto Melting Pot Europa

Per oltre un anno e mezzo sono stati abbandonati nella vergogna dell’accoglienza all’italiana. Ingabbiati dall’Europa del Regolamento Dublino e spogliati di ogni possibilità di costruirsi un futuro per la mancanza di uno straccio di permesso di soggiorno che ancora oggi tarda ad arrivare. E come se non bastasse chi ha ricevuto cifre da capogiro per garantire il loro inserimento abitativo e lavorativo li ha traditi. Ora, a ridosso del 28 febbraio, data di scadenza del piano di accoglienza, qualcuno spera che circa diciottomila profughi provenienti dalla Libia possano improvvisamente sparire nell’ombra o essere trattati come una questione di ordine pubblico, in barba ad ogni direttiva europea in materia d’asilo. L’Italia non è certo nuova quanto a violazioni dei diritti umani, ma con la cosiddetta “emergenza nordafrica” è riuscita a far di più, pagando il prezzo di un miliardo e trecento milioni di euro per appaltare l’emergenza al peggior offerente. Non era molto difficile immaginare come sarebbe finita. Già nel maggio 2011 l’allora Ministro Maroni pensò bene di saltare a pié pari il sistema ufficiale di protezione per richiedenti asilo e rifugiati per affidare i cosiddetti “profughi” in fuga dalla Libia ad un circuito fai da te gestito dalla Protezione Civile insieme ad albergatori e cooperative.
Chi gli è succeduto non ha fatto di meglio. Così, quell’enorme cifra che fa impallidire ogni retorica sul debito pubblico si è persa nelle tasche di tanti piccoli imprenditori umanitari, scivolata tra le pieghe di burocrazie e convenzioni.

Quarantasei euro al giorno, a fronte dei trentacinque normalmente stanziati per i servizi ufficiali dello SPRAR, più di milletrecento euro al mese per ogni profugo, soldi che sarebbero dovuti servire a costruire una speranza, un’opportunità di vita e che sono diventati invece la fortuna di chi ha speculato sull’emergenza. Chi si sente offeso si faccia avanti con lo stesso coraggio con cui ha firmato le convenzioni di questa enorme truffa chiamata emergenza nordafrica. Non tutti certo. Esperienze positive non sono mancate, a testimonianza del fatto che si poteva fare diversamente. Ma la realtà di oggi racconta la vita di migliaia di migranti subsahariani che dalla primavera del 2011 aspettano certezze sui loro documenti, parcheggiati in piccoli e grandi centri in tutte le Regioni della penisola, in attesa delle tanto sbandierate “strategie di inserimento”. Invece, il prossimo 28 febbraio, come chiarito da una circolare del Ministero dello scorso lunedì, riceveranno il ben servito. Una pacca sulla spalla, cinquecento euro per comprare il biglietto verso l’inferno delle periferie dei diritti e …God bless you, Good luck!
In molti infatti chiedono soldi per andarsene, frustrati da un anno e mezzo di incertezze ed illusi dal miraggio dell’Europa. Così Prefetture ed enti gestori si apprestano a comprare il silenzio su questo anno e mezzo di violazioni e malaffari pagando il prezzo di un’ elemosina.
Ma non spariranno. Li ritroveremo nei campi e nei cantieri del caporalato, a riempire le notti di qualche casolare abbandonato, oppure, come quel ragazzo ivoriano che si è dato alle fiamme all’aeroporto di Fiumicino, traditi dal Regolamento Dublino, rispediti al mittente da qualche altra “grande” democrazia europea che gli ha rubato la speranza.

L’ennesimo fallimento della politica italiana in materia d’asilo è alle porte.
A ridosso del 28 febbraio ci ritroviamo nella stessa situazione di un anno e mezzo fa, con la sola differenza che qualche piccolo imprenditore dell’accoglienza ha le tasche gonfie di denaro pubblico. Sull’utilizzo degli stanziamenti indaga intanto la Procura di Rieti.
Di contro la politica è impegnata nella partita elettorale e la questione profughi è tenuta a debita distanza.
All’ordine del giorno dei rifugiati e di chi li ha sostenuti nelle tante proteste di questi mesi, c’è invece una mobilitazione lanciata da un appello di Melting Pot Europa per la proroga dell’accoglienza e perché il denaro intascato da chi ha lucrato venga restituito in termini di progetti di inserimento abitativo e lavorativo. Una grande occasione per ridare dignità alle parole “diritto di asilo”.


Emilia Romagna – Quei 130 nigeriani “ospitati” in un capannone fatiscente
di Neva Cocchi e Manila Ricci
Particolarmente differenziata è stata la situazione nel territorio dell’Emilia-Romagna, dove sono state collocate circa 1300 persone. Nonostante la lunga tradizione degli enti locali nell’accoglienza dei richiedenti asilo, con l’adesione di ben 10 Comuni allo SPRAR, la ricezione dei cittadini in fuga dalla Libia è avvenuta senza valorizzare le esperienze e le competenze a disposizione. In più Comuni la Protezione Civile ha stipulato convenzioni con soggetti non qualificati, senza monitorare il rispetto degli impegni assunti e finanziati. In alcune città sono stati allestiti spazi in disuso, come se i richiedenti asilo fossero di passaggio, o forse sperando che così lo diventassero. >> leggi tutto >>


Marche – Delusione e rabbia all’Hotel Lori dove in tanti sono già andati via
di Alessandro Genovali
Dall’inizio del programma “Emergenza Nord-Africa”, i profughi ospitati a Senigallia, nella struttura accreditata Hotel Lori, sono circa 50, oggi ne rimangono poco più di 20. “Delusione” e “rabbia” sono i sentimenti ricorrenti dopo quasi due anni di abbandono. Come nel resto d’Italia l’accoglienza si è trasformata in un business sulla loro pelle. Lasciati soli, oggi si affacciano alla data di scadenza del programma, prevista per il 28 febbraio, senza nessuna certezza sul futuro. Dopo essere stati “parcheggiati” in una struttura che non ha garantito loro né acqua calda, né riscaldamento, né, tanto meno, i corsi formativi e i tirocini lavorativi e di inserimento previsti dal programma, scoraggiati, vagano nei locali dell’albergo aspettando i documenti e la “buonuscita” per andarsene. Per lunghi mesi invisibili alla cittadinanza. >> leggi tutto >>



Appello per una mobilitazione nazionale con i rifugiati
Costruiamo una coalizione per l’accoglienza degna. Mobilitiamoci in maniera permanente a partire dal prossimo 25 febbraio
Il prossimo 28 febbraio è prevista la fine della cosiddetta “Emergenza Nordafrica” e migliaia di rifugiati in tutta Italia rischiano di essere abbandonati una seconda volta.
Già nel corso di quest’ anno e mezzo trascorso dall’inizio del Piano di Accoglienza, infatti, sono stati lasciati soli dalla colpevole inerzia del Governo e di chi ha gestito l’accoglienza.
Strutture in condizioni indegne, senza acqua calda e riscaldamento, persone stipate in posti sovraffollati, disservizi e malaffari, come ci hanno raccontato i reportage dell’Espresso, di Repubblica e del New York Times, non sono però gli unici “scandali” di questa vicenda.
Salvo in qualche rara esperienza territoriale infatti, nessuna delle strutture di accoglienza ha costruito le condizioni minime perché i rifugiati provenienti dalla Libia avessero l’opportunità di rendersi autonomi, indipendenti ed inserirsi nei nostri territori. Niente corsi di formazione, nessuna traccia dell’inserimento lavorativo, zero inserimento abitativo. >> leggi tutto >>