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Protezione internazionale – La Corte di Cassazione ribadisce che i giudici hanno il dovere di cooperare nell’accertamento dei fatti

Corte di Cassazione, ordinanza n. 28435 del 28 novembre 2017

Foto in copertina di Marco Blasi

Un’ordinanza estremamente importante che invita i giudici a non trattare con troppa superficialità i ricorsi dei richiedenti protezione internazionale, troppo spesso alcuni tribunali rispondono ai ricorsi con un diniego perché condizionati da pregiudizi rispetto alle storie narrate dagli appellanti (ndr.).

Con ordinanza resa nell’ambito del ricorso n. 6362/17 R.G.N., la Corte di Cassazione, Sesta Sez. Civile, ha annullato la sentenza con la quale la Corte di Appello di Ancona aveva rigettato l’impugnazione promossa dal richiedente protezione internazionale. Si tratta di un pronunciamento di rilevante interesse considerato che la Suprema Corte approda alla decisione di accoglimento del ricorso attraverso uno scrutinio critico delle metodologie, dell’iter valutativo e dell’approccio logico-giuridico seguito dal Giudice dell’appello nella valutazione del caso. Attraverso il percorso argomentativo articolato nell’ordinanza, la Corte di Cassazione ribadisce alcuni fondamentali principi di diritto in materia di protezione internazionale e tutela umanitaria, principi che attengono anche alla valutazione delle allegazioni documentali, in riferimento alle quali la Corte di Appello aveva escluso il valore probatorio in ragione della mancanza della relativa legalizzazione e traduzione giurata.

– Scarica l’ordinanza:
Corte di Cassazione, ordinanza n. 28435 del 28 novembre 2017

Avv. Paolo Cognini (Ancona)

Foro di Ancona.
Esperto in Diritto Penale e Diritto dell’immigrazione e dell’asilo, da sempre impegnato nella tutela dei diritti degli stranieri.

Socio ASGI, è stato docente in Diritto dell'immigrazione presso l'Università di Macerata.

Autore di pubblicazioni, formatore per enti pubblici e del privato sociale, referente della formazione del Progetto Melting Pot Europa.


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